RISCHIANO DI AFFONDARE I TRASPORTI PUBBLICI CAMPANIA

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di Ciro Crescentini

La Ctp, l’azienda di trasporto pubblico di proprietà dell’ex provincia rischia di fallire. Una storica compagnia di trasporto che dal 1881, gestisce il servizio nelle aree extraurbane ed urbane di Napoli e Caserta.

Da mesi i fornitori non vengono pagati e hanno deciso di chiudere i magazzini dei pezzi di ricambio e i rubinetti del gasolio. La Regione Campania continua a non liquidare un credito di circa 4 milioni di euro vantati dall’azienda. Inevitabilmente è andato in tilt il servizio. Trecento bus sono rimasti nei depositi. Soltanto 28 bus garantiscono il servizio di trasporto nei 70 comuni dei territori di Napoli e Caserta. Nelle prossime ore i dipendenti potrebbero rimanere senza salari. Pronte le iniziative di lotta. Il sindaco metropolitano Luigi de Magistris ha convocato una serie di riunioni con le organizzazioni sindacali e con le aziende fornitrici per il prossimo 26 febbraio per individuare una soluzione. Probabilmente potrebbero essere stipulato un mutuo con il Banco di Napoli di 5 milioni e mezzo. Durissime le proteste da parte delle associazioni dei consumatori. “Una vergogna. Migliaia di cittadini utenti continuano a rimanere a piedi perché non vengono pagate le aziende che forniscono i pezzi di ricambio – sostiene il Codacons – A pagare le conseguenze i cittadini utenti che subiscono insostenibili disagi pur pagando puntualmente biglietti e abbonamenti. Il sistema trasporti pubblici in Campania è collassato rendendo gli utenti della Campania i più tartassati sul fronte dei trasporti locali”.

La Ctp  dovrebbe garantire un bacino di utenza di circa   1 milione 700 mila abitanti, trasportare oltre 26 milioni di viaggiatori all’anno. 900 i dipendenti iscritti nei libri paga aziendali. La società ha prodotto milioni di euro di perdite di bilancio per enormi responsabilità delle precedenti gestioni. Perdite non coperte dall’ex amministrazione provinciale di Piazza dei Martiri. “La società non è ancora uscita da una profonda crisi finanziaria nella quale sembra essere caduta – sostengono gli esponenti l’Unione Sindacale di base – Pur ravvisando pesanti responsabilità gestionali legate alle precedenti amministrazioni, non possiamo, per onestà intellettuale, non prendere atto che, le dinamiche che si stanno creando dentro CTP, sono le stesse che hanno portato, sotto un pesante effetto domino, quasi tutte le aziende di trasporto, locali e nazionali, sull’orlo del baratro. Tali dinamiche – aggiungono gli esponenti sindacali – sono funzionali alla privatizzazione del comparto trasporti, eterodirette per condurre le aziende, rendendole artificialmente asfittiche sul piano finanziario, al fallimento, potendo poi spacciare operazioni di privatizzazione per operazioni di salvataggio.

E in Italia, privato non è sicuramente sinonimo di miglioramento. L’Usb chiama alla mobilitazione i cittadini-utenti per il rilancio e la difesa del trasporto pubblico locale, il ripristino dei flussi finanziari, chiedendo al governo nazionale di farsi carico dei problemi riguardanti il trasporto pubblico locale. Un presidio è stato organizzato per domani mattina davanti alla Rai.

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