Scientology: viaggio nel mondo di una organizzazione che rifiuta l’appellativo di setta

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di Alessandro D’Orazio 

Ron Hubbard, ex ufficiale della marina statunitense e autore di “Dianetics” (uno dei libri più venduti nel continente americano), non avrebbe forse mai immaginato di essere ricordato come il fondatore della teoria di Scientology; prolungamento quest’ultima delle idee contenute proprio nel suo best seller.

L’uomo scomparve nel 1986 e da allora venne sostituito da David Miscavige, presidente del Consiglio d’Amministrazione del Religious Technology Center e protagonista dell’odierna espansione della Chiesa di Scientology. Tra curiosità e apprensioni, anche il nostro Paese ha visto un incremento degli adepti di questa teoria. Basti pensare che in Italia vi sono 12 chiese di Scientology, 20 missioni, oltre alla sede nazionale presente a Vimodrone (MI). Tra simpatizzanti e fedeli, il movimento può inoltre contare su una partecipazione di 265.000 persone. Numeri sicuramente da non sottovalutare.

Il movimento venne fondato da Hubbard nel 1967 a bordo di una nave, mantenendo quindi in onore di quell’evento divise in stile marittimo, ordini e ranghi. Roccaforte di Scientology è la “Gold Base”, 500 acri di terreno dove vivono e lavorano i più alti membri del movimento. Nella base la disciplina è severa: chi entra nel gruppo rinuncia ad ogni bene in suo possesso e gli stessi legami familiari diventano secondari. Solo Scientology è il tuo genitore, maestro e guida. Ogni adepto deve leggere tutti i libri di Hubbard, visionare i video ed ascoltare le lezioni. Spesso poi è necessario aggiornarsi attraverso corsi, a detta dei più, decisamente costosi.

L’illuminazione si ottiene attraverso il “Ponte per la Libertà Totale” un cammino per crescere all’interno della Chiesa con un elenco di cose da fare. Attraverso l’Auditing vengono realizzate sedute di “consulenza spirituale” con un esperto, in cui vengono poste delle domande per aiutare le persone ad affrontare situazioni di disagio.

L’avanzamento sul ponte avviene attraverso “verifiche di sicurezza” che permettono di capire quando il parrocchiano sia idoneo a continuare la scalata di illuminazione o al contrario sia “corrotto” con pensieri impuri verso la filosofia di Scientology. In tal caso, sarà retrocesso, dovrà intraprendere un iter di purificazione e ricominciare il percorso per tornare al livello precedente. L’attenzione verso la propaganda è poi un altro fattore di grande rilevanza per il movimento. Spetta, infatti, alle celebrità pubblicizzare le teorie dell’organizzazione, richiamando l’interesse dei fan.

Un esempio di vip al servizio di Scientology è rappresentato da Tom Cruise e John Travolta. Nel periodo di massima notorietà Cruise divenne un grande sostenitore dell’organizzazione, promuovendola in varie parti del mondo e contribuendo al risalto mediatico che tutt’ora in molti Paesi occidentali la stessa riscuote. Tra dubbi e curiosità, dunque, un fenomeno da tenere sott’occhio.

Classe 1992. Una laurea in Giurisprudenza ed una in Operatore giuridico d’impresa. Nel mezzo l’azione: paracadutista, sommozzatore e pilota d’aerei. Classicista convinto, quanto Cattolico. Appassionato di viaggi, lettura e scrittura. Un’esistenza volta alla costante ricerca delle tre idee che reggono il mondo: il Bene, la Giustizia e la Bellezza. Senza mai perdere di vista la base di ogni cosa: l’Umanità. Se fosse nato sostantivo, sarebbe stato il greco aretè e cioè, la disposizione d’animo di una persona nell’assolvere bene il proprio compito. La frase che lo descrive: “Darsi una forma, creare in se stessi un ordine e una dirittura”. Il tutto allietato da un bel dipinto di Giovanni da Fiesole.