Verona- Napoli 2-0: le pagelle di Pasquale Lucchese

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Dopo l’harakiri con l’Inter di domenica, era lo spigolo (appuntito), dopo l’incresciosa Verona, è il burrone (profondo). Difficile trovare altra soluzione ai patemi cui ci costringe un Napoli deprimente e senza anima.

In un vorticoso saliscendi, con tanti picchi negativi (Bilbao e immediato post, pre-Doha e l’ultimo segmento da Palermo ad oggi) e vette positive (post Napoli-Verona, Doha e post), la stagione è (finalmente) giunta a tre-quarti del suo percorso. Presto per fare un bilancio completo, la speranza è che le somme si possano tirare quanto più in là nel tempo possibile. Tutto può ancora succedere sia nel bene, sia nel suo opposto; ci piace pensare e credere che l’altalena stagionale abbia individuato nell’Hellas (notoriamente squadra e città a cui ci lega, incommensurabile stima e affetto reciproco) di Mandorlini (altro stimatissimo personaggio del nostro calcio) una sorta di ‘ago’. All’andata la partita con i butei segnò la prima svolta in positivo dell’annata azzurra, il 6-2 finale fu l’inizio del primo autentico risveglio azzurro. Al ritorno la prestazione indecorosa del Bentegodi con annessa sconfitta, può segnare la fine di un (ultimo) periodo ‘basso’ della stagione. Anche perché nel momento ‘clou’ dell’annata, con tanti fronti aperti, non si può mantenere un ritmo tanto mediocre  (4 punti nelle ultime 5 partite).

Entrando svogliatamente nello specifico, attraverso un’analisi rapida dei match finora disputati, emerge la standardizzazione di questa squadra. Volendo generalizzare e schematizzare, la banda di Benitez sa vincere e perdere (punti o partite) in due modi estremamente semplici.

verona-napoli-5-770x544Vittorie celestiali: partite di rara intensità, grande gioco, quantità e qualità, innumerevoli occasioni da rete, avversario schiacciato (Napoli-Roma sintetizza al meglio questo genere di vittoria, ma anche con granata e scaligeri all’andata, in parte Udinese, Genoa e Sassuolo al San Paolo, Cesena, l’Europa League in casa). Vittorie terrene: gare accorte, controllate, dove si raggiunge il famoso equilibrio (a noi principalmente sconosciuto) tra le varie fasi di gioco (Firenze e ancor più Roma sponda laziale, l’emblema di questi successi, ma anche Genova -aggiungi un pizzico di fortuna-, Sassuolo, volendo anche Doha, ma quella è partita a sè).

Passiamo alle note dolenti, sconfitte da burrone: squadra irriconoscibile, senza verve, mai scesa in campo, che paga errori individuali (Palermo), o il lassismo che la contraddistingue per l’intera durata del match o per lunghi frangenti (Milano e le ultime tre trasferte, ma anche lo Young Boys in Svizzera). Punti persi che ti fanno desiderare uno spigolo: punti già in saccoccia letteralmente gettati al vento, per improvvisi cali di tensione, per una tendenza autolesionista-masochistica degna del migliore (o peggiore) marchese De Sade (al confronto le sfumature impallidirebbero…), per l’atavica incapacità di tener sotto controllo la partita (Cagliari, Palermo, Inter andata e ritorno e aggiungerei Bergamo).

Restano fuori poche partite, la sconfitta interna con il Chievo e quella di Udine, addebitabili in buona parte alla depressione successiva a Bilbao e ad un mercato estivo scadente, i pari in recupero con Empoli e Sampdoria (punti guadagnati), la vittoria contro il quasi fallito Parma, e in casa del Chievo, sull’onda lunga di Doha e del buonissimo mercato invernale.

Pagelle:

Andujar: Divide con Mesto le responsabilità sulla prima rete scaligera. Voto 5

Mesto: Colpe sul loro primo gol, in perenne difficoltà. Voto 4.5

Albiol: Un disastro, ci mette solo agonismo. Voto 4.5

Britos: Come lo spagnolo. Voto 4.5

Ghoulam: Si divide con De Guzman la palma di peggiore in campo. Imbarazzante. Voto 4

Inler: Uno dei pochi a salvarsi, peccato continui a sciorinare tiri dalla distanza che esalterebbero anche i riflessi di un bambino. Voto 6

David Lopez: In fase calante, per uno che già in fase positiva è un discreto mestierante e nulla più… Voto 4.5

Hamsik: Irritante. Non guadagna l’ambita palma, solo per la stima e per affetto che mi lega a lui. Senza contare la classe che oramai tiene ben nascosta…  Voto 4.5

De Guzman: Quale terribile, indicibile peccato abbiamo commesso noi tifosi del Napoli, per meritarci le prodezze di questo canadese-olandese, per così tante partite? Resta un mistero, al netto delle inviolabili leggi tattiche, il perché un discreto giocatore, debba praticamente giocarle quasi tutte, nell’unico reparto dove disponiamo di scelte qualitativamente migliori. Voto 4

Mertens: In forma, ci prova ma è fumoso, oltre che solo. Voto 6-

Zapata: Fa a sportellate, esce alla distanza, lento, sgraziato, ma combatte. Voto 5.5

Subentrati:

Callejon: Deve fare il terzino ….  Mah! Voto S.V.

Higuain: Non cambia l’inerzia della partita, ma ci voleva un intervento ultraterreno… Voto S.V.

Gabbiadini: Un palo e tanti rimpianti, ci piace credere che non fosse al 100 per 100 fisicamente, dopo i problemi accusati in settimana. Voto S.V.

Benitez: Della stagione altalenante abbiamo detto. Del match odierno c’è poco da dire: impatto imbarazzante, 15 minuti in cui la squadra è letteralmente rimasta negli spogliatoi. Un finale di tempo in leggerissima crescita, faceva presagire una ripresa quanto meno dignitosa. La seconda rete di Toni, giunta dopo un contropiede orchestrato dal velocissimo islandese Hallfredsson (velocissimo è amaro sarcasmo), mette i titoli di coda ad una partita mai iniziata. Poco importa se mancano 30 e più minuti, sono solo un inutile, lento, angosciante supplizio. A nulla servono i cambi, Callejon terzino, Gabbiadini subentrato poco prima della doccia: il Napoli oggi a Verona non è pervenuto.

Una tale apatica prestazione è figlia di tanti genitori: un mercato estivo inconcludente e che non ha migliorato una rosa (forse l’ha peggiorata) chiamata a giocare su più fronti; una perenne mai sbocciata maturità che l’allenatore europeo e dalla bacheca piena di allori, ha saputo solo in minima parte, far venire fuori; un ambiente uterino che ha smesso di ‘fantasticare’ e vivere in simbiosi con la sua amata creatura; un allenatore troppo dogmatico e ‘distaccato’, è certamente post-moderno, scientifico, acculturato, brillante, europeizzante, ma a questa squadra troppo spesso, manca il ‘sangue’ nelle vene e negli occhi…

Arbitro: Unico appunto: permette agli indemoniati gialloblu di giocare duro, francamente inutile, considerando la ‘mollezza’ odierna degli undici di Benitez. Voto 5.5

Hellas Verona: Guidata dall’eterno Toni, dopo un inizio stagionale difficile, la compagine cara a Giulietta si è ripresa e vola verso una tranquilla salvezza. Noi siamo felici di questo.

Chiudiamo questo ennesima pagina ‘nera’, altra domenica dove a festeggiare è la nostra bile, e per fortuna che in settimana si torna a giocare… Sette giorni con la testa in quel di Verona sarebbero un’atrocità, quasi pari a quella di De Guzman titolarissimo…

 

Nato 43 anni fa a Napoli, da sempre residente a Casoria. Laureato in Storia alla Federico II, militante politico, impegnato nel mondo dell'associazionismo e del volontariato. Oltre alla storia, e alla politica, l'altra passione è il calcio, in particolare il Napoli. Il colore preferito è, ovviamente, l'Azzurro!