A chi ti lascerò, amore mio?

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di Alfredo Carosella

 

In Italia, secondo il Ministero della Salute, si stima che un bambino su 77 di età compresa tra i sette e i nove anni presenti un disturbo dello spettro autistico. Di meno rispetto agli Stati Uniti (1 su 54), più del doppio rispetto a Danimarca e Svezia (1 su 160), e il fenomeno è in crescita secondo diversi studi epidemiologici internazionali.

Ancora non è chiaro cosa causi tale situazione, che potrebbe avere un’origine genetica probabilmente associata a fattori ambientali.

Si tratta di un insieme eterogeneo di disturbi del neurosviluppo caratterizzati da deficit persistente nella comunicazione e interazione sociale, che può presentarsi con gradi di complessità e severità differenti e variabili nel tempo. Dal 2013 anche la sindrome di Asperger è stata inserita nella famiglia dei disturbi dello spettro autistico. Riguarda persone che hanno un livello di intelligenza comune ma presentano problemi con le abilità sociali, e un’attenzione ossessiva su un argomento o un comportamento.

La nota attivista per l’ambiente Greta Thumberg ha dichiarato in un’intervista: “Ho la sindrome di Asperger e questo vuol dire che qualche volta sono un po’ diversa dalla norma. E, date le circostanze, essere diversa è un superpotere.”

Molti ricorderanno il film “Rain man” nel quale un uomo affetto da autismo (più esattamente Asperger, ma era il 1988), chiamato Raymond e impersonato da Dustin Hoffman, alla morte del padre che se ne prendeva cura, viene “lasciato in eredità” al fratello Charlie – interpretato da Tom Cruise – che fino a quel momento ne aveva ignorato l’esistenza. Si tratta di un film hollywoodiano, e Charlie decide di ripianare i suoi debiti sfruttando l’incredibile memoria di Raymond per vincere una somma considerevole in un Casinò di Las Vegas.

Nella vita reale le cose vanno in maniera diversa.

Una donna è stata indagata per il presunto omicidio del figlio di due anni e mezzo che, pur in assenza di diagnosi mediche, è stato ritenuto dalla madre affetto da autismo. Si era “documentata” attraverso internet.

Un’altra storia drammatica ha ispirato il libro “Se ti abbraccio non aver paura” di Fulvio Ervas, dal quale Salvatores ha tratto il film “Tutto il mio folle amore”. Tralasciando la finzione cinematografica, la storia vera è quella di un giovane che viene trovato in possesso di una piccola dose di hashish ma, nonostante il ritiro della patente, ha proseguito la nottata in discoteca e, sulla via del ritorno, si è schiantato contro un albero. Lui è entrato in coma e la fidanzata è morta. Cosa c’entra l’autismo? Il particolare è che il ragazzo è il secondo figlio di un imprenditore che aveva lasciato tutto per stare vicino al primo figlio, affetto da autismo. Il padre aveva deciso di prendersi del tempo e di fare un viaggio in auto con il figlio “speciale” e i cronisti si erano interessati a questa storia insolita.

Ci sarebbe da chiedersi: quale dei due figli aveva più bisogno di cure? Cure non necessariamente farmacologiche o psicologiche. Ascolto, empatia, capacità di rompere il muro dell’isolamento, amore. Tempo: questa risorsa preziosa che ormai non si concede più a nessuno, nemmeno a sé stessi.  Quel padre aveva avuto la felice intuizione – e la possibilità, naturalmente – di dedicare del tempo al figlio autistico ma l’atroce destino gli ha fatto perdere il figlio considerato sano.

Cosa avremmo fatto al suo posto? Quanto è difficile essere genitori oggi?

Sono innumerevoli le famiglie che cambiano, o sono costrette a cambiare, stile di vita perché devono occuparsi di figli diversi dagli altri. Ci sono uomini e donne che spesso lo fanno con amore e determinazione, senza nessun aiuto. A volte vengono lasciati soli da partner che non intendono vedersi condizionare la vita.

Non ci sono solo gli autistici e gli Asperger, ma anche quelli affetti da disturbo borderline della personalità, caratterizzato da un’intensa instabilità e conflittualità nelle relazioni interpersonali, paura dell’abbandono, disregolazione emotiva.

Il disagio giovanile è aumentato con la pandemia e secondo alcune fonti interessa 8 ragazzi su 10, con forme più o meno gravi che nel 15% dei casi sfociano nell’autolesionismo.

Naturalmente c’è una bella differenza tra le sindromi dalle quali non si può guarire e i disagi che si possono curare. Bisogna intervenire presto e bene dove è possibile, chiedere aiuto, rivolgersi a degli specialisti. Purtroppo, di fronte a un destino ineluttabile, nessuno saprà rispondere alla domanda che angoscia tanti familiari di persone ammalate in modo irreversibile: quando non ci sarò più, a chi ti lascerò, amore mio?

Il "Domenicale News" fondato e diretto da Pasquale D'Anna nel 2011, nasce dall'idea e dai bisogni di un gruppo di persone che attraverso il giornale e l'Associazione culturale Kasauri, editrice dello stesso, concretizzano la voglia e l'aspirazione di un desiderio di informazione libera, indipendente e generalista. Resta immutata la volontà di rivolgerci ad un pubblico che dalle idee è incuriosito perchè "Il Domenicale" è soprattutto frutto di una idea.