Wanna Marchi e la ( poca ) banalità del male

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di Giosuè Di Palo

Ho visto la prima puntata della nuova stagione di Belve, programma condotto dalla giornalista Francesca Fagnani, e, ascoltando l’intervista magistralmente condotta dalla stessa nei riguardi di Wanna Marchi, sono rimasto folgorato dalla narrazione che si è fatta e si continua a fare di questo personaggio così controverso.

Non per la simpatia, che credo non provochi a nessuno, ma per ciò che rappresenta. Wanna Marchi é stata il personaggio simbolo degli anni ‘80 e ‘90, una donna riprovevole, del tutto immorale, spietata, crudele. Una donna che ha incarnato, vantandosene, tutti i più grandi difetti che un’essere umano possa avere. Eppure c’è un paradosso. Questa donna, alle persone, anche solo per un breve periodo, é piaciuta, eppure tanto.

Wanna Marchi é passata dalla miseria alla ricchezza più estrema in pochissimo tempo. Il suo é stato un personaggio che per anni é stato idolatrato, studiato ed ammirato per la sua incredibile capacità comunicativa. Uno dei pochissimi casi in cui l’essere del tutto privi di qualsivoglia limite, incapaci di provare empatia e senza scrupoli, ha ripagato.

Poco tempo fa é uscita su Netflix anche la serie a lei dedicata, “Wanda”. É una serie, a parer mio, da vedere e studiare perché contiene al suo interno l’analisi di un paese. Un paese in profonda crisi morale che si è aggrappato a ciò che poteva pur di rimanere a galla. In un tempo ben lontano dal body positive, dall’ipersensibilizzazione verso gli emarginati e le battaglie per l’inclusione di oggi, Wanna Marchi urlava contro le donne grasse, vittime di loro stesse, che non ci tenevano abbastanza al loro corpo.

L’eterno ancestrale dubbio sul chi sia il vero colpevole, se la vittima o il carnefice. Se, e fino a che punto, l’ingenuità e la fragilità possano essere protetti prima che diventino colpa ed auto sabotaggio. Un dipinto generazionale fatto di famiglie distrutte, totale assenza di etica, personaggi misteriosi creati ad hoc pur di vendere; Si pensi al caso dell’ex cameriere brasiliano Do Nascimiento, trasformato da un giorno all’altro in “maestro di vita”.

Tutto ciò che Wanna Marchi, con sua figlia, ha toccato é diventato presto oro. Dalle creme ai i prodotti dimagranti e le alghe, passando poi per i numeri della lotteria e i rimedi contro il malocchio. Il tutto fatto per mezzo della disperazione della gente. Parlare di Wanna Marchi non dovrebbe essere un reato, perché già lo é ciò che ha fatto. L’educazione e la crescita passano anche per lo studio della realtà.

Realtà che spesso é molto più raccapricciante di come appare. L’unico pensiero che condivido con la Marchi é che, in fondo, di personaggi come lei il mondo ne è pieno. Guru televisivi, pseudo maghi mandati in onda in primissime serate Rai e Mediaset, le truffe delle apparizioni a Medjugorie, gli oroscopi. Realtà che continuano a riprodursi all’infinito e che non fanno altro che dimostrare come, in fondo, l’essere umano per antonomasia é fragile. Le certezze spaventano; E molto spesso preferiamo vivere di bugie ben confezionate che di tristi realtà.

La mia maestra alle Elementari diceva sempre la solita frase che a ogni ragazzo, un po’ svogliato e con la testa già proiettata al dopo, si dice: “suo figlio è intelligente, ma non si applica”. Ne ho fatto uno stile di vita. Studente di giurisprudenza presso la Federico II e di recitazione cinematografica in CinemaFiction. Appassionato di scrittura e di cinema. Scrivo opinioni, non richieste, su tutto ciò che a mio avviso merita di essere raccontato e discusso. Perché nella vita ho imparato che è sempre meglio avere un opinione che subire passivamente il corso delle cose.