Arricchirsi, a che prezzo?

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di Alessandra Hropich

Ho realizzato un’ intervista che non pubblicherò ma che è diventata, per me, un’ occasione per riflettere, pur con qualche risata.
L’ intervistato è un imprenditore benestante, proprietario della sua società.
Seduti nel salotto del suo studio, il manager inizia il suo monologo, un uomo abituato a parlare a ruota libera senza nemmeno attendere le mie domande, un classico a cui sono abituata.

Avendo io realizzato diverse centinaia di interviste nel tempo, sono in grado di capire abbastanza chi ho di fronte ed in genere lascio parlare i miei intervistati senza interromperli. Nel caso specifico, mi sono trovata di fronte un uomo bizzarro, anche se lui si definisce matto, un signore che dimostra più anni di quelli che ha e dallo sguardo arido che testimonia un’ accentuata dose di ansia visibile dal modo con cui si racconta e gesticola.
Il monologo racchiude i suoi inizi, la sua vita fatta di notti sempre senza dormire, per studiare in fretta nuovi progetti.
Inizialmente si presenta così: “Io stimo voi donne perché siete cerebrali, noi siamo animaleschi anche se io mi sento in parte donna ed è la parte superiore di me quella che ragiona!”
Il suo racconto prosegue fino ad arrivare a parlare dell’ importanza di una lettera al posto di un regalo materiale di qualsiasi tipo, a tal proposito, dice: “Ad una donna, non si deve regalare una borsa firmata, un gioiello o un vestito, no, la donna getta via queste cose mentre non butta mai via una lettera!”

Beh, sentir dire che le donne buttano i gioielli, le borse di valore e un vestito regalati da un uomo e salvano una lettera, mi ha fatto indubbiamente sorridere soprattutto perché detto da uno che dice di ragionare con la sua parte superiore quando mi è invece sembrato molto poco razionale ed eccitato nel modo di raccontarsi  come se fosse in preda ad uno squilibrio ormonale ma ho capito anche di aver di fronte un uomo estremamente avaro.
Ricordo quando intervistai l’ attore Pino Quartullo che mi raccontò, facendomi il nome in tutta confidenza di persona, di un regista molto ricco ed avaro da paura.
Gli uomini avari si presentano solitamente proponendoti un caffè oppure parlandoti con accanimento del grande valore di cose immateriali che non si comprano.
Tornando al manager protagonista di questo pezzo, ho sorriso pensando a quanti uomini vorrebbero fare strage di cuori femminili a suon di lettere, in una società in cui molte donne pensano al soldo, come è possibile pensare a carta e penna quale strumenti di seduzione?

Dopo essere andato ben oltre il tempo stabilito per  l’ intervista, l’ inquieto manager che si è divertito come non mai a raccontarsi, si alza come una furia per correre a sedersi vicino a me per fare una foto insieme, abbracciandomi a sé in modo deciso senza lasciarmi per diversi minuti.
Il manager da me intervistato, al di là di alcune affermazioni risibili di cui sopra, è una persona mossa, come tutti, da emozioni più che dal ragionamento. Le emozioni sono parte integrante di ogni decisione di chiunque ed ho guardato la sua espressione del viso quando mi ha raccontato i motivi di ogni decisione presa. Io sono stata il suo interlocutore (come lo sono per tutti) e so bene che le emozioni altrui vanno rispettate e comprese. Un’ altra mia caratteristica che mi contraddistingue e che mi riconoscono come positiva è la capacità di far argomentare ovvero di far parlare il mio interlocutore fino all’ultimo barlume di saliva, so bene che ciascuno si darà la zappa sui piedi perché gli errori arrivano inevitabilmente quando si parla troppo (come il manager ha fatto).

A dimostrazione di ciò, l’ indomani ricevo un sms del suo segretario che mi invita nuovamente dal manager per rivedere quanto  lui ha detto il giorno prima, ho capito che il diretto interessato deve aver provato qualche imbarazzo per qualche sua affermazione.
Ecco in aiuto, una citazione di Arthur Bloch che dice:
” La gente che parla non si ascolta. Se la gente si ascoltasse di più, parlerebbe di meno!”

Se io fossi davvero tornata dal manager  per rileggere con lui l’ intervista, si sarebbe stavolta ascoltato ma il tempo (anche per me) è denaro, non potrei mai tornare da ciascuno per fargli riascoltare le cose dette, nessun giornalista farebbe questo. Ho dunque compreso che il mio interlocutore avesse soprattutto bisogno di raccontarsi a qualcuno, l’ intervista è stata un’ occasione in realtà per dare libero sfogo al suo pensiero senza filtri ma deve poi aver temuto per la sua immagine se io avessi scritto le cose come lui le ha dette e, con il senno di poi, deve aver avuto il sentore di essersi lasciato andare con frasi non adatte al ruolo.

Va detto che chi intervista può entrare in empatia ma non può trasformarsi in psicoterapeuta dell’ intervistato, la richiesta di voler rileggere le proprie dichiarazioni il giorno dopo mi ha fatto comprendere i timori di un uomo che si è espresso senza veli avendomi davanti a sé salvo poi tornare a dubitare di sé non appena lui è rimasto solo e non è stato l’ unico ad aprirsi salvo poi pentirsi cercando di ritornare sui propri passi.
Ciò che è detto è qualcosa di indelebile e non si torna mai indietro, non si cancellano con la gomma le proprie dichiarazioni o intenzioni, vale per tutti.
La verità è che ogni uomo che vuole apparire forte, coraggioso e temerario a parole, nasconde sempre una grande debolezza nei fatti.
L’ insicurezza del mio interlocutore mi ha spinto a non pubblicare la sua intervista ma mi ha fatto ancora una volta capire quanto ci si possa arricchire nella vita di cose materiali senza avere mai pace perché l’ ansia e il desiderio sfrenato di raggiungere sempre nuovi traguardi possono costare molto cari, si acquistano i beni ma si perde la salute e la serenità e il manager ne è l’ esempio lampante per particolari che non sto qui a raccontare.
Puoi avere una bella casa, delle macchine nuove e di grossa cilindrata, puoi farti vedere sulle moto di marca, ma puoi essere un grande infelice, avaro e meschino molto di più di un operaio e ve lo dice una che conosce ogni ceto sociale da vicino.

Concludo con una citazione del grande Massimo Troisi:
“Potrai avere tutte le ricchezze materiali di questo mondo, ma se non hai amore nel cuore, resterai sempre povero!”

Bye Alessandra Hropich.

Scrittrice e Pubblicista. Esperta di tematiche sociali, Relatore, Opinionista. Mi occupo di Comunicazione aziendale, Istituzionale e politica. All' Avvocatura ho preferito la Comunicazione perché adoro raccontare la realtà, fatti rigorosamente veri.