Il dubbio

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Niccolò Machiavelli, in pieno Umanesimo e rivalutazione delle qualità dell’uomo “pensante”, operò una rivoluzione etica di fondamentale importanza: la politica assunse i caratteri di una vera e propria scienza e fu disgiunta dalla morale. La figura di nuovo statista che ne conseguì era senza scrupoli ; “ il fine giustifica i mezzi” sintetizza la nuova visione del potere. Ai giorni nostri, a cinque secoli di distanza, il potere è la mèta a cui tende la maggior parte delle persone che opera nel mondo politico. Riesce difficile credere, dopo decenni di corruzione e clientelismo, che chi si accinge al cimento non sia dominato dal demone. Giulio Andreotti profetizzava: “ il potere logora chi non ce l’ha”, riconoscendo una condizione che molti addetti ai lavori, ipocritamente, giudicavano sconosciuta. Di fatto , volendo ricordare solo gli ultimi venti anni, il popolo italiano ha assistito ad un esercizio del potere “ forte”, il Principe machiavelliano incarnato in Berlusconi e nel varo delle sue leggi “ ad personam”. Abbiamo sopportato, per un lungo ventennio, giganteschi conflitti di interesse, l’immagine dell’Italia ridotta ad un teatrino squallido dove le olgettine e Ruby, nipote di Mubarak, coloravano di rosso vergogna le nostre giornate, abbiamo accettato senza battere ciglio la riforma Gelmini e ci siamo sorbiti una legge elettorale incostituzionale definita “ porcellum” dal suo stesso ideatore. Quando ormai agonizzavamo è intervenuto l’esercito dei professoroni, Monti in testa, a salvarci da un “default” ormai alle porte. Da allora gli italiani si sono risvegliati dal“ lungo sonno” e sono diventati insofferenti anche all’esercizio di un potere normale. Oggi Matteo Renzi esercita un potere “ forte”, che genera insofferenza e malcontento, anche nel suo stesso partito. Il mandato gli è stato conferito da quello strabiliante 41% ottenuto alle elezioni , conseguenza di un cambio di rotta nella sinistra senza precedenti, un risultato che lo ha portato a subentrare a Letta alla guida del governo. Ex sindaco di Firenze , appena quarantenne, ha deciso di smuovere una politica paludosa con il varo di leggi che gli italiani aspettavano da tempo. Mi riferisco in primis alla legge elettorale, passata con il voto di fiducia poiché osteggiata da tutto l’arco costituzionale , che da vita ad un bipolarismo auspicato dai tempi di Veltroni ma mai attuato, che ci mette alla pari degli altri paesi europei. Mai più governi ostaggio delle minoranze con una manciata di voti. Il portato di questo cambiamento? Partito diviso, con una minoranza fibrillante e scissionista, anatemi da parte di tutti! Il Job Act? Oggi stiamo iniziando a vedere i primi risultati, la situazione permane difficile ma qualcosa si muove…eppure anche qui si è scatenata una lotta senza quartiere, con i sindacati in particolare. Riforma della scuola? Preceduta, come mai è accaduto, da un’ampia consultazione popolare, è stata bocciata senza rimedio e se ne vuole chiedere l’abrogazione. E tutti i precari che dovranno essere assunti? E gli emendamenti ai punti più controversi? E la legge sugli ecoreati ?.Sul divorzio breve? Sul riconoscimento delle coppie di fatto? A Napoli si dice “ arteteca”, in Italia lavoro incessante del Parlamento. Stanno sempre là, anche di sabato, poveracci…per la prima volta fanno straordinario!

Ma Renzi l’ha capito che il 31 maggio ci sono le elezioni?Ma la vuole smettere di agitare questa palude ? Il dubbio, di cartesiana memoria, invita alla riflessione: ma è mai possibile che il nostro primo ministro non abbia fatto nessun calcolo ? ma tutte queste riforme non le poteva fare dopo le elezioni ? Machiavelli, suo concittadino, non gli ha insegnato nulla? Ogni giorni se ne inventa una: adesso vuole far approvare la legge sul conflitto di interesse…ma non può aspettare??? Il dubbio nasce propriospontaneo :ma Renzi è un kamikaze impazzito o forse è solo un politico anomalo, uno che veramente vuole cambiare il paese, senza fare calcoli elettorali? Ai posteri l’ardua sentenza!

Tra scuola e fantasia, tra giovani e ricordi, tra innovazione e tradizione, tra torto e ragione, il cammino e le riflessioni di una donna sempiternamente alla ricerca della verità.