Il libro è carne, e non ( solo ) carta

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di Domenica De Falco

La grande lezione che ci offre Massimo Recalcati ci parla di Desiderio, di Eros, di (pro)pulsioni.

Quando mi avvicino a qualcosa o a qualcuno, a dirigermi è la forza ustionante del “mio” Desiderio, la chimica di emozioni inspiegabili che non hanno necessariamente a che vedere con il soddisfacimento sensuale e/o materiale, poiché la logica desiderante si esplica essenzialmente nell’Attesa, nel vuoto, in quella che, nella pratica clinica (e non solo) si definisce come mancanza.

E dunque quando io scelgo di farmi sedurre sto seducendo a mia volta, poiché difficilmente il Desiderio è unidirezionale. In quella circolarità che accelera la vita e che a tratti mi consuma ma che sa anche, all’occorrenza, attendere, procrastinare, accendere il fuoco nell’attesa dell’evento incerto (l’Incontro), il Libro rappresenta uno degli assi portanti del discorso di Recalcati.

Bisogna amare i libri fisicamente e intensamente per capire a fondo che, quando leggo un libro, sono allo stesso tempo “letto” dal libro. Quest’oggetto, che custodisco con cura, che sfoglio, che appoggio accanto a me, che ripongo e poi riprendo, è molto più di un elemento che arricchisce la mia erudizione. Non è un oggetto di collezione, il che lo rimanderebbe ipso facto al dominio di Thanatos, e ne farebbe un prodotto finito in se stesso, sterile, non fecondo.

“I libri – ci dice Recalcati con un meraviglioso sillogismo in quarta di copertina (A Libro Aperto, Feltrinelli, “Serie Bianca”) sono tagli nel corso delle nostre vite. Ogni incontro d’amore ha la natura traumatica del taglio. L’incontro con un libro è un incontro d’amore”. A libro aperto_ Una vita è i suoi libri – Massimo Recalcati – Google Libri

E del resto è il medesimo nucleo tematico che attraversa L’ora di lezione, dove l’insegnamento è associato ancora una volta all’Eros, alla circolarità del fuoco. Un discorso d’amore si tesse, o dovrebbe – almeno idealmente – tessersi nelle aule, e far sì che quell’ “ora di lezione” rimanga per sempre negli occhi, dentro il cuore e nella pelle dei ragazzi.

Il problema oggi risiede proprio nell’assenza fondamentale di Desiderio nel mondo, in particolar modo in quello degli adolescenti e dei giovani. L’assuefazione generata dal soddisfacimento pulsionale immediato non genera soddisfazione, pienezza, godimento come facilmente ci si potrebbe aspettare ma, al contrario, vuoto, svuotamento. Affinché io desideri, e che il mio desiderio cresca e si autoalimenti, appare fondamentale una rivoluzione ideologica: rompere – e sembra impossibile – il discorso capitalistico che pervade ogni particella del nostro quotidiano. Dove l’oggetto crea il bisogno e viene poco dopo sostituito da un oggetto più performante, anch’esso destinato a un consumo effimero, veloce, che non riempie, ma che mostruosamente genera ancora vuoto da riempire, non vi può essere Desiderio, e dunque Mancanza (mancanza, non vuoto!)

Recalcati affronta diversi aspetti nei suoi libri e nel suo lavoro di psicanalista. Il corpo appare sempre in primo piano, poiché è da esso che ci arriva il mondo, e attraverso di esso che noi entriamo in relazione con l’Altro. A proposito dei disturbi alimentari e, in particolare dell’anoressia, sottolinea che il corpo della donna anoressica rappresenta il dominio assoluto della Volontà, il tentativo isterico e folle di un controllo pulsionale generatore di morte, cosa assolutamente diversa dalla sensazione di “stomaco chiuso” che proviamo quando ci innamoriamo o desideriamo ardentemente una persona. Nel primo caso, vige il Vuoto, nel secondo la Mancanza, nel primo opera la Morte, nel secondo è in gioco la Vita con tutto il suo carico di incontrollabile imprevedibilità.

Quando leggo, accetto di farmi “tagliare”, pervadere, lascio entrare in me, proprio come nel rapporto amoroso; affinché ciò avvenga, devo farmi “mare”, aprirmi, diventare infinito, essere un ponte per ulteriori aperture, farmi “mare” e non “muro”. Ma la condizione sine qua non è possedere un Corpo, un corpo vivo, desiderante, e accettare di non poterlo interamente gestire, arginare, controllare, introiettarne la sua fondamentale ingovernabilità. Occorre lasciarsi attraversare dalla vita, assumendone integralmente quel quid di sfuggente, poiché se viviamo, e viviamo pienamente, se leggiamo, e leggiamo col cuore e non solo con la testa, se amiamo autenticamente , non possiamo che sposare questa definizione meravigliosa, questa epifania di verità che ci regala il grande psicanalista:

Non sono mai “io” che decido il “mio” desiderio, ma è il desiderio che decide di me, che mi ustiona, mi sconvolge, mi rapisce, mi entusiasma, mi inquieta, mi anima, mi strazia, mi potenzia, mi porta via.

Domenica De Falco insegna Lingua e Civiltà Francese in un liceo della provincia di Napoli. Ha studiato a “L’Orientale” di Napoli e successivamente ha vissuto a Parigi dove ha conseguito il Dottorato in “Langues et Civilisation Françaises” presso l’Università de la Sorbonne Nouvelle. Docente a contratto presso l’ateneo Federico II di Napoli dal 2006 al 2011, si è specializzata nella letteratura francese dell’Ottocento, e in particolare sul trattamento dei personaggi femminili nel romanzo naturalista. Ha pubblicato diversi articoli su riviste italiane e straniere, e un libro dal titolo “La Femme et les personnages féminins chez les Goncourt”, presso la casa editrice francese Champion, nel 2012. Tra le sue passioni, oltre alla lettura, la corsa e la cucina. Ama al di sopra di tutto due piccole pesti, dal nome di Chiara e Francesco