La fretta di vivere e l’amore…

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di Maria Rusolo

“Ci vuole un minuto per notare una persona speciale, un’ora per apprezzarla, un giorno per volerle bene, tutta una vita per dimenticarla.”

Una pausa dalla guerriglia in vista delle prossime elezioni politiche il cuore ed il corpo la bramano, come la pelle desidera un attimo di sollievo da un caldo afoso ed eccessivo, ed allora perché non scrivere d’amore. L’amore è sollievo e iattura, nostalgia e coraggio ed a tutti capita di sedersi a pensare a ciò che è stato e ciò che poteva essere, soprattutto quando prepotente arriva la stagione dell’innamoramento per eccellenza, in cui le lunghe giornate sembrano non dare tregua e donano tempo che scorre più lentamente.

Allora ti siedi nel fresco della sera e mentre il venticello appena appena ti smuove i capelli, rivedi la tua vita in uno specchio, una serie di fotogrammi che compongono un film, a cui spesso vorresti cambiare il finale. Accade a tutti, a chi un amore ce l’ha, a chi è stanco di quella presenza, a chi ne vorrebbe un altro, a chi vorrebbe sentire le farfalle nello stomaco, come quando in una festa di liceali un compagno ci prendeva all’improvviso tra le braccia e nel buio di una sala ci baciava all’improvviso.

Viene spontaneo desiderare una macchina del tempo che ci conduca a capire chi siamo stati o cosa abbiamo perduto nella fretta di vivere, eppure ci hanno insegnato che non giova a nessuno volgere lo sguardo al passato, perché potrebbe solo avvelenare l’anima, potrebbe solo spingerci a rimuginare su cose che non si possono cambiare comunque. Accettare significa guarda l’alba e non l’orizzonte, impegnarsi per sentirsi felici ancora ed ancora una volta, se lo siamo stati o esserlo almeno per un istante. Per me non esiste che l’amore romantico, quello struggente, quello passionale che ti attorciglia le budella, quello che ti fa sudare sette camicie e non ti lascia riposare, il resto è noia, ed ogni volta che mi sono sentita serena e tranquilla in un rapporto sono scappata.

Forse perché ho letto troppi romanzi o semplicemente perché sono una irrequieta per natura, chissà, ma resta il fatto che nulla mi ha fatto sentire viva come un amore segreto, un amore immediato e veloce, un amore travolgente e senza prospettiva o domande per il futuro. Ho vissuto il qui ed ora, non ho mai pensato di condividere una vita ed una quotidianità e se anche in alcuni momenti difficili, mi sono chiesta se non sarebbe stato meglio avere una spalla su cui piangere, ho deciso che quella paura della solitudine era meglio di qualsiasi forma di banale compromesso. Naturalmente è il mio modo di vivere i rapporti, forse per difendermi dalle delusioni e dai tradimenti, forse perché mi è stato insegnato che l’amore non è eterno, che non si ama sempre allo stesso modo e la stessa persona, o forse semplicemente per paura di un grande dolore.

Non è facile, no che non lo è, l’essere soli in qualche modo insegna agli individui a cercare in se stessi una grande forza ed una volontà che forse resterebbero sopite in fondo al cuore, è un percorso duro di cadute, di lividi e di ammaccature, di rimpianti e di rimorsi, con una solo consapevolezza che non si smette di sognare, guardando da quella finestra cercando la tenerezza di uno sguardo e la pelle d’oca. Amo con tutta me stessa, ma non sempre, non mi innamoro più al primo sguardo, non al primo sfiorarmi la mano, ma amo con ogni viscera, solo che lo faccio a tempo in attesa di una nuova Passione. Le passioni sono bellissime e producono la vera energia vitale che consente al mondo di girare nel verso giusto, bisogna accoglierle sempre aldilà di ogni timore di perdita o di dolore.

Lo spreco della vita si trova nell’amore che non si è saputo dare… nel potere che non si è saputo utilizzare, nell’egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare e che, evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità.”

 

 

Nasco in un piccolo paese della provincia di Avellino, con il sogno di girare il mondo e di fare la giornalista, sullo stile della Fallaci. Completamente immersa, sin dalla più tenera età nei libri e nella musica, ma mai musona o distante dagli altri. Sempre con una battaglia da combattere, sempre con l’insolenza nella risposta verso gli adulti o verso chi in qualche modo pensasse che le regole non potessero essere afferrate tra le dita e cambiate. Ho sempre avuto la Provincia nel cuore, ma l’ho sempre vissuta come un limite, una sorta di casa delle bambole troppo stretta, per chi non voleva conformarsi a quello che gli altri avevano già deciso io fossi o facessi. Decido di frequentare Giurisprudenza, con il sogno della Magistratura, invaghita del mito di Mani Pulite, ma la nostra terra è troppo complicata, per non imparare presto ad essere flessibile anche con i sogni e le speranze, per cui divento avvocato con una specializzazione in diritto del lavoro prima e diritto di famiglia poi, ma anomala anche nella professione e mal amalgamata alla casta degli avvocati della mia città. La politica e la cultura , i cuori pulsanti della mia esistenza, perché in un mondo che gira al contrario non posso rinunciare a dire la mia e a piantare semi di bellezza. Scrivo per diletto e per bisogno, con la speranza che prima o poi quei semi possano diventare alberi.