di Anna Iaccarino – Immagine Milo Manara
Attraversarlo è come entrare in uno spazio nudo fuori dal mondo e trovarci ogni forma di vita, una dimensione quasi surreale di volti accennati, frammenti di storie, onde sovrapposte tra corpi di fuoco e d’acqua che scorrono ora vivi, ora muti, il camminare di un’anima.
La Poesia che diventa tutt’uno col senso dell’Amore, in ogni sua declinazione di respiro, ma fuori da ogni forma di commercializzazione sentimentale, di poetica a servizio. Un narrato d’inconscio scevro e libero, tra liriche ed aforismi, che attraversa l’esistenziale umano e ne accompagna l’oggi, ieri e domani, senza mai farne tempo definito. Ogni volta presente ed oltre, come il continuo defluire di cime tempestose in arrembaggio di mari.
Una sequela delicata e sventrante di versi e pensieri, ora sottovoce, ora gridati, che si palesano mano mano come un adagio in musica, offrendone una lettura camaleontica che non lascia mai soli.
“L’amore che strappa i capelli”, mai titolo di un’opera fu più appropriato, tratto con struggente richiamo da un verso musicato dell’amato capolavoro di Fabrizio De André.
In questo caso, perfetto nella sintesi di bellezza, dolore, solitudine, mirabilmente evocata. La vita nei suoi mille svelamenti del vivere, l’Amore al centro tra luce e oscurità, illusioni e disincanti, cuori ardenti e spasmi piangenti, fermi e fughe.
Ma sempre in occhi rimembranti la felicità perduta e in rotta d’orizzonti di un mai arreso bisogno di contagio d’amore.
Passi in inchiostro di anima, scrittura potente, struggente, innamorata, in cui l’autore si spoglia di tutto, lasciando, in chi vorrà, di ritrovarsi visione onirica in ogni lembo di pagina sospesa, per riscriverne le pieghe smarrite lasciate negli angoli e immaginarne la poesia più bella di nuovi dipinti di sé.
Christian Sanna tocca le parole, senza remore né sconti, le scuote, le affronta, le maltratta, ne evidenzia il disatteso, il perduto, il vuoto illusorio, il sentire errante, ma poi le rende meraviglia, stupore, bellezza allo stato puro, stretta di dolore e d’amore.
Le rende terra fertile, dove trovano spazio anche sottile ironia, sapere prestato alla cultura, e dove finanche le note melanconiche del suo scrivere, diventano “luce” che accompagna.
Come ritrovarsi in un silenzio che fa rumore, in una quiete che dà vita.
Ho letteralmente divorato questo libro, rileggendolo più volte per assaporarne ogni essenza, sfumatura, ogni ritrovarmi che potesse lasciarmi piena di tutto questo.
Credo possa essere una bellissima idea regalo da pensare per chiunque aspetti una carezza, e soprattutto da donare a sé stessi come una promessa a volersi più bene.