Legia Varsavia vs Napoli – E’ bellissimo essere noi

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di Mirko Torre

 

Trasferta difficile quella in terra polacca, in campo e fuori, in uno stadio che in occasioni come queste si trasforma in una bolgia, nonostante il periodo non proprio entusiasmante del Legia, fresco del cambio allenatore dopo l’ennesimo risultato negativo in campionato.

Lo scenario ostile di Varsavia non ferma la passione del tifo partenopeo, che continua a macinare chilometri e si presenta con 600 unità nel giovedì sera di Europa League.

L’arma in più di questo Napoli non può che essere l’entusiasmo e la passione, così come affermato da Spalletti e aldilà del risultato molto positivo la notizia più bella è quella che tutti aspettavamo ormai da troppo tempo, i gruppi organizzati torneranno al Maradona contro l’Hellas, per sostenere finalmente gli azzurri.

Il match inizia in modo confuso, i ragazzi di Spalletti dominano il gioco, ma subiscono l’1-0 al 10’ minuto che poteva in qualche modo complicare l’idea di una partita sotto controllo che aveva in testa il tecnico toscano. Il Napoli però non si abbatte e continua a macinare gioco e occasioni da gol nonostante le assenze pesanti di Osimhen, Insigne e Fabian, peccando un po’ in lucidità e cattiveria sotto porta. Nella ripresa gli azzurri dimostrano lo strapotere tecnico anche con le seconde linee, che si prendono la scena e strapazzano i polacchi per un 1-4 finale che può anche stare stretto considerando le occasioni nei 90 minuti.

Torna al gol Mertens, che finalmente può festeggiare la dolce attesa e lo fa con una classe che è solo dei migliori, uno scavetto dagli undici metri che pochi hanno il coraggio di provare e soprattutto segnare in un momento difficile della partita. In gol anche Zielinski (secondo consecutivo), Lozano e Ounas. A testimonianza di come Spallettone sia riuscito a coinvolgere tutti nel progetto Napoli, senza lasciare indietro nessuno, neanche il giovane Zanoli che entra in campo con un piglio interessante nonostante il risultato ormai più che acquisito. Lo specchio di questa squadra però è solo uno, Andrea Petagna. Sicuramente non ci sono paragoni con Osimhen, ma quando è chiamato in causa il Bulldozer dimostra chiaramente il motivo per cui il mister ha voluto che restasse, tanto lavoro sporco, tanto fisico in partite complicate, ma soprattutto tanto spirito di abnegazione al servizio della squadra.

Tanti di noi nella sua posizione avrebbero tirato in porta, in cerca di un gol che poteva rialzarlo nelle gerarchie dell’attacco azzurro, ma Petagna invece serve Lozano davanti alla porta completamente scoperta, concedendogli la gioia del gol e mettendo al sicuro il risultato. Cominciano ad essere importanti i minuti dell’attaccante ex Spal, dopo i 3 punti regalati a Genova e la grande prestazione del secondo tempo di Salerno, a dimostrazione che se serve il Napoli sa adattarsi anche ad una punta diversa.

Così conquistiamo il primo posto anche in Europa League, nonostante un avvio incerto, andando a fare 4 gol in casa della prima del girone, perché come ha detto Spalletti, le competizioni non si abbandonano, si giocano e si provano a vincere.

Vittoria importante che permette agli azzurri di concentrarsi per una sfida assai più pericolosa, in casa contro un Verona che sta macinando punti soprattutto contro le grandi in campionato, e che rievoca non troppo vecchi ricordi e traumi all’ambiente napoletano. Domenica mancherà Koulibaly, ma torneranno Osimhen e forse Insigne, per conquistare 3 punti importanti sperando in un passo falso del Milan nel derby della Madonnina.

Quello che è certo è che siamo lì, a giocarcela con tutti e senza paura di dipingere calcio, la stagione azzurra entra nel vivo e non c’è momento migliore per sostenere la squadra e l’allenatore, perché essere Noi è sempre bellissimo, ma in questo momento deve esserlo di più.

Mirko Torre, classe 1997, nato a Roma in piena generazione Z, appassionato di calcio, musica e del mondo. Studente universitario, cerco di dare un senso a quello che per me è prima una passione e poi un sogno, la scrittura.