Intesa tra Ministero Giustizia e Beni Culturali per far lavorare i detenuti nei musei.

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di Alessandro D’Orazio

Ha un valore fortemente simbolico l’accordo sottoscritto tra il Ministero della Giustizia e quello dei Beni Culturali per far svolgere lavori di pubblica utilità a imputati maggiorenni ammessi a beneficiare dell’istituto della sospensione del procedimento con messa alla prova, presso musei, parchi archeologici, biblioteche.
La ministra della Giustizia Marta Cartabia e il ministro della Cultura Dario Franceschini hanno sottoscritto martedì 2 novembre una convenzione nazionale che consente a 102 persone di prestare un servizio in 52 sedi in tutta Italia: dal Parco archeologico dei Campi Flegrei alla Reggia di Caserta; dalla Pinacoteca di Bologna al Palazzo ducale di Mantova; dai musei di Torino alla biblioteca nazionale di Roma e di Padova, agli archivi di Stato.

Si tratta del primo protocollo sottoscritto per la messa alla prova con un altro Ministero, dopo varie convenzioni già siglate con enti pubblici e privati con finalità sociali, come la Croce Rossa, Legambiente, il Fai, l’Ente Protezione Animali, la Caritas. “E’ una convenzione di grande valore pragmatico, ma anche simbolico”, dichiara il ministro Marta Cartabia. “Parliamo di reati come furto, danneggiamento di beni culturali, omissione di soccorso, lesioni personali, stradali: l’opportunità che viene data risponde a un’idea della giustizia penale che non è solo detenzione”, ma anche “riparazione del danno inflitto alla collettività, una visione feconda e significativa insieme”. Non a caso “nella delega penale da poco approvata dal Parlamento questo istituto viene potenziato, estendendolo ai reati che prevedano una pena fino a sei anni, esclusi alcuni tipi”. E ancora: “La Costituzione non parla di carcere, ma di valenza rieducativa della pena”.

Attualmente sono 23.700 le persone messe alla prova e 8.600 coloro che svolgono lavori di pubblica utilità. “Ringrazio la ministra Cartabia da cui è partita l’idea della sottoscrizione di questo Protocollo e che abbiamo accolto con molta soddisfazione” – ha specificato il ministro Franceschini – “E’ davvero importante come lo strumento della messa alla prova trovi applicazione nei luoghi della bellezza come archivi, biblioteche, musei: sono luoghi della memoria e della bellezza; è un modo efficace, nuovo e intelligente che credo farà del bene alle persone e troverà una strada, sono convinto che darà risultati positivi”.

Classe 1992. Una laurea in Giurisprudenza ed una in Operatore giuridico d’impresa. Nel mezzo l’azione: paracadutista, sommozzatore e pilota d’aerei. Classicista convinto, quanto Cattolico. Appassionato di viaggi, lettura e scrittura. Un’esistenza volta alla costante ricerca delle tre idee che reggono il mondo: il Bene, la Giustizia e la Bellezza. Senza mai perdere di vista la base di ogni cosa: l’Umanità. Se fosse nato sostantivo, sarebbe stato il greco aretè e cioè, la disposizione d’animo di una persona nell’assolvere bene il proprio compito. La frase che lo descrive: “Darsi una forma, creare in se stessi un ordine e una dirittura”. Il tutto allietato da un bel dipinto di Giovanni da Fiesole.