L’ultimo “regalo” di Brunetta ai giovani italiani

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di Mirko Torre

Desta forti preoccupazioni nei giovani under30, l’articolo 10 del decreto legge n.44 proposto dal Ministro alla Pubblica amministrazione Brunetta, lo scorso 1 Aprile 2021. In questo articolo infatti si dà la possibilità agli enti singoli di poter attuare una forte scrematura in fase di “pre-selezione” in ambito di concorsi pubblici tramite la “selezione in base ai titoli e all’esperienza maturata”.

Proprio questo passaggio è risultato come una mannaia sulla testa degli under30, ma non solo, sembrerebbe concretizzarsi l’ipotesi che gli stessi stiano perdendo il diritto di partecipare ai concorsi pubblici concorrendo alla pari con tutti i candidati, non avendo – anche solo per un mero discorso anagrafico, ma anche per una questione economica  – la possibilità pratica di ottenere esperienze lavorative specifiche o titoli di studio post-laurea in grado di aumentare i propri punteggi in graduatoria.
La prima prova pratica è entrata in atto nel concorso fortemente voluto dalla Ministra per il Sud Mara Carfagna, per l’assunzione di 2800 tecnici per la pubblica amministrazione del Mezzogiorno. Nel bando di concorso infatti si fa riferimento a questa modalità di pre-selezione chiamata “fast track”  che è stata subito resa valida per questo caso specifico.

Dal Ministero fanno sapere che si tratterebbe solo ed esclusivamente di questo caso, poiché c’è l’urgente bisogno di assumere tecnici già in grado di mettersi a lavoro in un periodo storico così complicato, ma in base a cosa si è già più preparati di altri ancora prima che il concorso stesso cominci?
Il grande paradosso è che proprio il Ministro Brunetta aveva dichiarato di voler “svecchiare” la pubblica amministrazione – di cui fanno parte solo 2 giovani su 100 – tramite i concorsi pubblici, mentre questo decreto sembra mandare avanti sempre la stessa fascia di età.

 In molti chiedono al Ministro di ritornare sui propri passi, facendo leva sull’ incostituzionalità di questo articolo, come si legge nella lettera inviata dal “Comitato spontaneo No riforma concorsi PA” che scrive :” Si chiede la soppressione della lettera c del comma 1 e il comma 3 dell’art. 10 del decreto in conversione in quanto oggettivamente lesivo della pari opportunità dei candidati perché potenzialmente idonea ad escludere la maggioranza degli stessi dall’effettiva partecipazione ai concorsi.”. Anche sul web tramite la piattaforma Change.org è stata creata una petizione per la soppressione di questa nuova norma, che ha raccolto oltre  12mila firme in pochissimo tempo, segno evidente che la norma non è stata accolta positivamente dai più e non soltanto dai giovani, ma anche da chi non ha la possibilità economica per accedere a titoli di studio spesso molto costosi.

“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società” – “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici o alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza”. Questo è quello che recitano gli articoli 4 e 51 della nostra Costituzione che in questo momento pare essere sotto attacco, proprio da parte di chi dovrebbe proteggerla e tutelarla, senza preoccuparsi delle conseguenze che determinate scelte possono portare, in un momento così difficile per chi ha il coraggio di provare a crearsi un futuro nel nostro paese, e forse chi spesso dice che la meritocrazia in Italia è utopia ha ragione, perché con questo decreto si sta tagliando fuori chi da anni si prepara per i concorsi, pur non avendo esperienza pregressa o titoli di studio superiori.

Mirko Torre, classe 1997, nato a Roma in piena generazione Z, appassionato di calcio, musica e del mondo. Studente universitario, cerco di dare un senso a quello che per me è prima una passione e poi un sogno, la scrittura.