Quando siete felici, fateci caso

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di Alfredo Carosella

 

“Quando siete felici, fateci caso” (Minimum Fax, 2013) è il titolo di un delizioso libricino nel quale sono raccolti i discorsi ufficiali che Kurt Vonnegut ha tenuto ai laureandi statunitensi fra il 1978 e il 2004. Contiene diversi passaggi degni di nota, tra cui il seguente:

“Quanti di voi hanno avuto un insegnante, in qualunque grado di istruzione, che vi ha resi più entusiasti di essere al mondo, più fieri di essere al mondo, di quanto credevate possibile fino a quel momento? Alzate le mani, per favore, e dite il nome di quell’insegnante a un vostro vicino, e spiegategli cosa ha fatto per voi. Ci siamo? Cosa c’è di più bello di questo?” 

Contiene, soprattutto, un modo di percepire la vita con leggerezza e ottimismo che oggi sembriamo aver smarrito.

Certo, si potrebbe obiettare che abbiamo la crisi energetica, economica, climatica, le guerre, la pandemia, la campagna elettorale (va bene, questa è una battuta), ma non va dimenticato che Vonnegut ha combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale, è stato fatto prigioniero a Dresda e ne ha visto il catastrofico bombardamento che l’ha rasa al suolo nel 1945. Eppure (o, forse, proprio per questo), esortava i laureandi a saper godere di una limonata ghiacciata da gustare seduti sotto a un albero: “Cosa c’è di più bello di questo?”.

Le immagini estratte dalle teche Rai ci mostrano quanto eravamo spensierati, felici e garbati – tanto per usare un termine desueto, come lo stesso aggettivo “desueto” – negli anni ’70 e ’80, ma si tratta di una narrazione senza dubbio parziale.

Nel 1972, dal genio di Guido De Maria e Bonvi sono nati i fumetti in tv:”Gulp!” Fumetti animati – tra i quali molti ricorderanno Nick Carter – trasmessi dal Secondo Canale (Rai 2) alle 21.15. La prima puntata è stata presentata da Cochi e Renato e ad essa ne hanno fatto seguito appena altre undici, perché la Rai aveva bisogno di fondi per finanziare “Mosè”, lo sceneggiato in sette puntate – non si chiamavano ancora “serie tv” – con Burt Lancaster e Irene Papas.

Il programma tornò fra il 1977 e il 1981 con il nome di “SuperGulp! Fumetti in Tv”, a colori e con nuovi fumetti come “Alan Ford e il Gruppo T.N.T”, “Mandrake”, “Corto Maltese”, “Lupo Alberto” con le voci di Oreste Lionello e Sandra Milo. Tornando al 1972, è stato anche l’anno del “Bloody Sunday”, nel quale i paracadutisti britannici aprirono il fuoco sui manifestanti cattolici in Irlanda del Nord. Sempre nel 1972 in Italia si aprì il processo per la strage di Piazza Fontana.

Nel 1973, mentre Peppino Di Capri vinceva il Festival di Sanremo con “Un grande amore e niente più”, il prezzo del greggio saliva alle stelle e iniziava una crisi energetica senza precedenti.

L’elenco potrebbe continuare con gli innumerevoli eventi che si sono succeduti in questi anni e ci hanno consegnato il mondo così come lo conosciamo, ma i pochi esempi accennati possono già suggerire una domanda: ricordiamo di più le cose belle o quelle brutte?

Quelli che ricordano dove si trovavano il 23 novembre del 1980, cosa farebbero se all’improvviso la radio trasmettesse “Video killed the radio star” dei Buggles o “Luna” di Gianni Togni?

Diversi studi scientifici sostengono che tendiamo naturalmente a ricordare solo le cose brutte: si tratterebbe di un processo evolutivo che porta alla trasmissione dei geni di coloro che ricordano le esperienze negative e hanno più possibilità di sopravvivere di fronte a un medesimo evento avverso. Una ricerca dell’Harvard Business School condotta su dodicimila eventi negativi e positivi, ha mostrato che i pensieri negativi durano più giorni rispetto a quelli negativi.

Eppure, la trasmissione “Arena Suzuki 60,70,80,90” condotta da Amadeus su Rai 1, registra un ottimo successo di pubblico in un’epoca nella quale la televisione la guardano davvero in pochi. Come mai? È evidente che in tanti non hanno dimenticato i giorni felici nei quali ballavano sulle note delle canzoni di Gloria Gaynor (79 anni), Paul Young (66 anni) e gli O.M.D. (Andy McCluskey, 63 anni), per citare alcuni ospiti che si sono esibiti dal vivo nel corso della puntata del 17 settembre scorso. Mi sembra una buona notizia, “cosa c’è di più bello di questo?”.

Il "Domenicale News" fondato e diretto da Pasquale D'Anna nel 2011, nasce dall'idea e dai bisogni di un gruppo di persone che attraverso il giornale e l'Associazione culturale Kasauri, editrice dello stesso, concretizzano la voglia e l'aspirazione di un desiderio di informazione libera, indipendente e generalista. Resta immutata la volontà di rivolgerci ad un pubblico che dalle idee è incuriosito perchè "Il Domenicale" è soprattutto frutto di una idea.