Sono una donna e non sono una santa…

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di Maria Rusolo – Immagine disegno di Enki Bilal

“Le donne sono un sesso affascinante e caparbio. Ogni donna è una ribelle: di solito, in violenta rivolta contro se stessa.”

Sono una donna, non so se ha importanza, non sono una madre e non sono manco per niente una santa. Visto che vanno di moda i monologhi ed ormai in prima serata, pare sia di moda, mi accodo al sistema mainstream e ne scrivo uno anche io.

Sono una donna, non sono una madre e non sono una santa, sono italiana, per caso e non lo sono per definizione, perché in fondo non ho per niente le caratteristiche italiche. Sono terrona, appartengo a quel Sud del mondo, di cui tutti parlano e di cui pochi sanno. Sono nata in un paesino dove non c’era e non c’è niente, una strada lunga e pochi trastulli, la Chiesa in piazza, e l’umidità che ti uccideva d’estate e d’inverno.

Sono una bambina nonostante i miei quaranta ed oltre, a cui piace camminare a piedi per le città, osservando la gente che fa le proprie cose distratta da pensieri e sogni. Sono un avvocato, per caso, avrei voluto scrivere romanzi gialli ed invece scrivo separazioni e divorzi, come se fossero l’ultimo libro di Donato Carrisi. Sono appassionata e cinica, ma di quel cinismo un po’ nordico, che a queste latitudini non capisce nessuno. Sono da pantaloni a vita bassa e con la zampa, rimpiango di non aver vissuto gli anni Sessanta e mi sarebbe piaciuto aver vissuto la stagione calda della rivolta nel mio Paese. Sono lucida, autoironica, e non tollero ogni forma di bassezza, menzogna ed incompetenza.

Sono insopportabile, politicamente attiva, e mal tollerata da uomini e donne, a cui non mi inchino per bisogno di compiacere. Sono polemica e litigo, senza mai pormi il problema che questo non sia giusto per una donna, soprattutto della mia età. Non faccio spazio agli uomini, manco quando usano la forza fisica come arma di persuasione, da piccola venivo spesso alle mani, con i compagni di scuola e dato che non ero forzuta, ho imparato ad affilare la lingua ed a sviluppare l’intelligenza per lasciare gli altri spiazzati.

Mi piace il confronto e lo scontro dialettico, ma se qualcuno vuole mettermi sotto, deve gridare, perché non lascio mai il campo. Sono una figlia, non so quanto amorevole, ma sicuramente presente, ho paura dei film dell’orrore, ma li guardo perché ho conosciuto l’abisso della mente umana e voglio entrarci dentro, per accettare la realtà che mi circonda. Sono sfacciata e per questo da sempre la più chiacchierata, sconto nel pettegolezzo, il mio immenso amore di libertà e la mia voglia di essere uguale ai maschi, anche nella vita fisica e sessuale.

Odio gli stereotipi ed i tabù, e sono cosciente, o forse dovrei dire presuntuosa, quando si tratta di quello che so fare e soprattutto se lo faccio bene, perché ad una donna non lo si perdona se è capace, o se ha tanti uomini, per carità, Dio ci scampi e liberi. Sono stronza, convintamente stronza, e me ne frego di quello che passa il Convento, io il convento lo voglio conquistare e farci musica tutta la notte. Sono una caffeinomane e fumo, in un tempo in cui ormai questi sono difetti, compro scarpe che non indosserò mai, e sono convinta che un giorno le donne saranno alla guida del mio Paese. Sono critica verso gli esseri umani senza spina dorsale, e mi spezzo la schiena per emergere.

Sono io, con le mie paranoie e con la mia paura della pioggia e del vento, sono io nelle mie malinconie, nei miei attacchi di panico, nella paura degli specchi e nell’odio per il mio corpo. Sono io e voi siate voi, sempre e comunque oltre ogni marea e tempesta, perché poi arriva la quiete verso le cinque del mattino, quando con l’alba indossiamo il mondo.

“Ho hoo girls just wanna have (girls) fun (they want)”

Nasco in un piccolo paese della provincia di Avellino, con il sogno di girare il mondo e di fare la giornalista, sullo stile della Fallaci. Completamente immersa, sin dalla più tenera età nei libri e nella musica, ma mai musona o distante dagli altri. Sempre con una battaglia da combattere, sempre con l’insolenza nella risposta verso gli adulti o verso chi in qualche modo pensasse che le regole non potessero essere afferrate tra le dita e cambiate. Ho sempre avuto la Provincia nel cuore, ma l’ho sempre vissuta come un limite, una sorta di casa delle bambole troppo stretta, per chi non voleva conformarsi a quello che gli altri avevano già deciso io fossi o facessi. Decido di frequentare Giurisprudenza, con il sogno della Magistratura, invaghita del mito di Mani Pulite, ma la nostra terra è troppo complicata, per non imparare presto ad essere flessibile anche con i sogni e le speranze, per cui divento avvocato con una specializzazione in diritto del lavoro prima e diritto di famiglia poi, ma anomala anche nella professione e mal amalgamata alla casta degli avvocati della mia città. La politica e la cultura , i cuori pulsanti della mia esistenza, perché in un mondo che gira al contrario non posso rinunciare a dire la mia e a piantare semi di bellezza. Scrivo per diletto e per bisogno, con la speranza che prima o poi quei semi possano diventare alberi.