LE PAGELLE DI PASQUALE LUCCHESE

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Primo tempo con l’ipad e ripresa con la vecchia cara radiolina (fa niente che era un moderno smartphone…)! Le circostanze costringono chi scrive a seguire così l’amato Napoli, nella delicatissima trasferta emiliana. Il pathos e la sofferenza della telecronaca era ormai solo un ricordo sbiadito e nostalgico. Bello riviverlo, a maggior ragione se coronato dal successo. Non era corretto fare le pagelle del match di Sassuolo, da qui nasce l’idea di sfruttare questo spazio per un riepilogo dopo il primo mese di ‘scuola’. 
Verrebbe da dire e lo diciamo: classe indisciplinata, con un netto peggioramento rispetto allo scorso anno, e con preside e professore sul banco degli imputati.

Rafael: È fino a questo momento una delle tante note dolenti della stagione. Non ha commesso errori gravi, se si esclude Bilbao, ma non ha mai confermato l’impressione data lo scorso anno. Ci si poteva e si deve pretendere di più da questo giovane portiere brasiliano, su cui pesa l’eredità di un leader quale è stato Reina. Voto 5.5

Koulibaly: L’unico acquisto di questo tormentato e abulico mercato estivo degno di nota, almeno fino a questo momento. Ha enormi margini di miglioramento, fisico e struttura non gli mancano, come un diamante grezzo va curato e modellato. Voto 6

Albiol: Dove è finito lo spagnolo? Quello ‘ammirato’ finora è solo la brutta fotocopia del campione del mondo visto nei primi mesi dello scorso campionato. Involuzione mentale, fisica, tecnica, tattica spaventosa. Speriamo possa risollevarsi, il Napoli ha bisogno di Albiol (quello vero…). Voto 4

Britos: Costretto a giocare sulla sinistra, l’uruguaiano, di per se giocatore non brillantissimo, ha sciorinato prestazioni al limite della depressione. Leggermente meglio nelle ultimissime uscite. Voto 4.5

Henrique: Visto pochissimo, bene in Europa League, pessimo contro il Palermo. Il jolly acquistato a gennaio andrebbe sfruttato maggiormente, resta un buon gregario per la rosa. Voto 5.5

Gargano: Chi l’avrebbe detto! Via da Napoli due stagioni fa, tornato alla base in attesa di essere ceduto, resta in azzurro e gioca con cuore e grinta. Per l’abnegazione il migliore. Voto 6.5


Jorginho: Sparito nelle ultime uscite, male quando ha giocato titolare. Sarà l’impostazione tattica della squadra a danneggiarlo, sarà che ha ragione Zeman quando dice che il Napoli non ha i centrocampisti adatti al modulo di Benitez, ma a me l’italo-brasiliano non è mai piaciuto. Meglio lo scorso anno, ma era l’intera classe, compresi i genitori…, ad essere maggiormente attenti e comprensivi. Voto 5

Inler: Difficile giudicare questo scorcio di stagione dell’unico svizzero rimasto in quel di Napoli. Né carne né pesce. Dovrebbe offrire ben altre prestazioni, ma sono 4 anni che l’elvetico non convince pienamente. Voto 5+

David Lopez: Solo due apparizioni, tutto sommato sufficienti. Giocatore disciplinato, ordinato, lontano però dal poter diventare il primo della classe. Buon gregario, sulla mediana serviva il colpo ad effetto. Magari ci smentisce. Voto 6

Maggio: Cristian è qui da diversi anni, giocatore in parabola discendente. In un ruolo meno congeniale rispetto al 3-5-2 cui era abituato, palesa ancor più la sua fase calante. Voto 4

Zuniga: Compare e scompare il colombiano… Io lo vedrei titolare inamovibile, ovviamente esterno basso, indifferentemente a destra o a sinistra. Non sembra giovargli questo perenne tira e molla tra campo e panca, tra terzino e ala (onoriamo la radiolina, usando i nomi dei vecchi ruoli!). Voto 5.5

Ghoulam: Male a Bilbao, fermato per un infortunio, tornato contro il Palermo con annessa prestazione negativa. Involuzione anche per lui. Voto 5

Callejon: Partito male, svogliato, risulta comunque decisivo, nelle ultime uscite in evidente crescita. Voto 6+

Mertens: Decisivo in alcune partite, nullo in altre (Palermo). Resta il giocatore più pericoloso in rosa. Voto 6+

Insigne: Difficile esprimersi sul gioiellino di Fratta. Esaltato oltremodo ai suoi esordi, denigrato e ‘abbandonato’ oltremodo dopo qualche apparizione inconsistente. Ha talento, paga un fisico troppo minuto e anche una situazione ambientale difficile. Citiamo testualmente Zeman: “Per me è attaccante, se poi deve andare a correre dietro i terzini avversari si stanca inutilmente. Con me non ricorreva l’ombra degli avversari. Questo è il mio parere, poi ognuno lo può usare come vuole. Lui è nato mezza punta nella Primavera del Napoli, giocando in quel ruolo anche a Cava, ha grandi doti negli ultimi 30 metri”. Non va ancora bocciato, di certo è lontanissimo dall’idea che erroneamente e intempestivamente, l’opinione pubblica (non solo napoletana) si era fatta di lui. Voto 5+

Hamsik: In molti vedono nello slovacco uno dei talloni d’achille della squadra. Marek non è più quello ammirato qui, ma io, che sono un suo estimatore convinto, pur riconoscendogli l’incapacità del famoso salto di qualità (l’avrebbe forse aiutato lasciare Napoli) che ti fa campione, dico che questo Marek è migliore di quello dello scorso campionato. Purtroppo Benitez continua instancabilmente e con chirurgica precisione a sostituirlo, sarà che sono di parte, ma la sua ‘uscita’ corrisponde ad una ulteriore involuzione della squadra. La speranza è che bando alle ciance, alla posizione in campo, torni mentalmente e fisicamente ad essere lo slovacco che ci ha deliziato con un calcio fine, elegante, intelligente. Voto 6-

Higuain: A secco in campionato, nervoso, vuole spaccare il mondo ma non ci riesce. Decisivo spesso negli assist. Deve ‘calmarsi’ e trovare la tranquillità utile a lui e quindi di conseguenza alla squadra, che di un attaccante tecnicamente eccelso come lui ha estremo bisogno. Voto 6-

Zapata: Con il Palermo prestazione sufficiente, qualche scampolo negli altri match, giocatore difficile da definire, oscilla tra ‘brocco’ a ‘possibile speranza cui pesa il ruolo di vice Higuain’. Utile spesso, simil Cavani, sugli angoli avversari. Voto 5.5

Michu: Quel tiro mai fatto contro l’Athletic resterà nella mia mente per un po’ di anni… Ingiusto mettergli un voto, ingiusto forse prenderlo…Speriamo ci faccia dimenticare quel ‘non tiro’ e ci regali mille e più soddisfazioni. Voto S.V.

De Guzman: Il gol ‘illusione’ di Genova e poi presenza impalpabile negli altri spezzoni di gara. Da valutare. Voto S.V.

Mai in campo Mesto nonostante Benitez abbia voluto la sua conferma, gli altri portieri della rosa e il croato Radosevic.

Il Professore Benitez: Salito sul bancone degli imputati. In pochi mesi da eroe spagnolo a ‘incompetente’, incapace di allenare in Italia, dove evidentemente il calcio è uno sport diverso che altrove… Le solite esagerazioni che lasciano la presunta verità nel mezzo. Forse l’iberico è l’uomo sbagliato al posto e momento sbagliato… forse il simpatico finto bonaccione Benitez non è adatto non tanto all’Italia, quanto ad un calcio obsoleto e stantio quale è quello nostrano. Potrebbe però esser vera anche l’ipotesi opposta, magari davvero l’ex Liverpool paga la sua cocciutaggine, il suo integralismo che mal si adatta alla sete di vittoria che è tipica del nostro paese. Il suo mancato prolungamento di contratto, le formazioni spesso ‘fantasiose’, l’invenzione di Britos a sinistra hanno suscitato non poche perplessità, ma pensare che il professionista Benitez voglia amputarsi per ‘smascherare’ il presidente ‘sparagnino’ è fuori ogni logica umana e razionale. La colpa che maggiormente imputo a Benitez non sta nella sua maniacale impostazione tattica, né nel suo (presunto) stile pacato e accomodante con i ragazzi, né l’esser ‘aziendalista’ (altro concetto a dir poco allucinante…), nè quella di non riuscire a trasmettere alla squadra, ai suoi uomini, la fame di ‘sangue’ avversario (calcisticamente e sportivamente parlando), quanto il non aver sfruttato a pieno il secondo anno napoletano. Ero, ora meno, molto meno, convinto che dopo un primo anno di ‘ambientamento’, lo spagnolo, anche con una rosa più congeniale e funzionale (che non significa necessariamente migliorata in qualità) alle sue volontà, potesse imprimere il suo credo ai ragazzi. L’impressione invece è quella di aver perso il controllo della situazione, in primis mentale, con conseguente fallimento dell’effetto ‘secondo anno’. Resta l’allenatore migliore che potevamo avere dopo la splendida esperienza mazzarriana, resta da capire se e quanto sia congeniale con una città, una società, un ambiente ben lontani dagli standard cui lui, volente o nolente, fortunato o meno che sia stato nella sua carriera, è abituato. Non so se credo ancora in lui, non so se le colpe sono ‘nostre’ o sue, non so se essere un po’ radical-chic, esterofilo e ‘moderno’, difendendolo a spada tratta, o lasciar venir fuori la parte più ‘sanguigna’ e brada del tifoso e bocciarlo miseramente. Per ora mi mantengo sulla prima posizione, fa niente che il tifoso ‘grezzo’ che è in me scalpita incessantemente…a lui, soltanto a lui, l’onore di ammazzarlo…per la mia incomensurabile gioia!

Il Preside De Laurentiis: Mercato senza una reale e apparente logica; l’attesa del preliminare di Champions pagata a caro prezzo. A lui, come sempre, va chiesta solo onestà intellettuale e chiarezza. Se con l’allenatore spagnolo ha fatto un passo più lungo della gamba, lo dica, senza continuare con questi giochini che francamente potranno anche ‘salvarlo’, ma restano dannosi per la creatura che a lui regala denaro e a noi emozioni. Costituisca una reale società, il Napoli non può esser trattato da negozietto di famiglia. La logica del calcio attuale impone investimenti nelle professionalità, nelle strutture, insomma una crescita reale, non il piccolo ‘cabotaggio’. Finora ha fatto bene, ha avuto tanto, in termini meramente economici, ha dato abbastanza, in termini di risultati, a questo punto sia in grado di procedere allo step successivo. Uno step che non passa per il Mascherano di turno, quanto per una maggiore capacità infrastrutturale (stadio e campi di allenamento per prima squadra e giovanili) e strutturale (una società certamente snella ma che sappia essere dinamica, scaltra, sveglia), senza dimenticare un aspetto fondamentale: la capacità e la reale volontà di contare nel palazzo e nel sistema (anche con uomini che nel calcio sono indiscussi ‘mammasantissimi’). Insomma una crescita che non passi ‘semplicemente’ e solo per la partecipazione alla fruttuosa Champions, quanto per una reale e ‘sincera’ volontà di vincere o quanto meno ‘provarci’ degnamente.

Bigon: S.V.!

Nato 43 anni fa a Napoli, da sempre residente a Casoria. Laureato in Storia alla Federico II, militante politico, impegnato nel mondo dell'associazionismo e del volontariato. Oltre alla storia, e alla politica, l'altra passione è il calcio, in particolare il Napoli. Il colore preferito è, ovviamente, l'Azzurro!