J.R.R. Tolkien, la storia di un professore che trasformò un hobby in hobbit

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di Alessandro D’Orazio

Lo scorso 3 gennaio è ricorso l’anniversario della nascita di una delle menti letterarie più brillanti del secolo scorso: John Ronald Reuel Tolkien. Acuto conservatore, sincero cattolico, tenace difensore degli alberi contro la società delle macchine. Tolkien è stato questo, e molto molto di più.

Nato in Sudafrica nel 1892 da genitori britannici e poi trasferitosi in Inghilterra, rimase ben presto orfano sia di madre che di padre. Venne affidato ad un sacerdote che lo accudì fino agli anni universitari, iscrivendolo alla facoltà di Lettere e Filosofia all’Exeter College di Oxford. Il giovane continuò il suo percorso di studi compiendo una poderosa ascesa nel mondo accademico e diventando prima lettore di Lingua inglese all’Università di Leeds, poi professore di lingua inglese, sempre presso quell’ateneo e infine titolare della cattedra Rawlinson and Bosworth di Studi anglosassoni a Oxford. 

Gli studenti ammiravano le sue lezioni e la sua dedizione all’insegnamento era encomiabile, con una quantità di ore settimanali e corsi annuali nettamente superiore alla media. Particolarmente appassionanti le sue lezioni sull’epica germanica, la saga di Beowulf, i canti di Ossian, l’Anello del Nibelungo; miti che offrirono allo scrittore lo spunto per costruire un mondo immaginario unico nel suo genere.

Nell’ambiente universitario Tolkien conobbe anche C.S. Lewis, autore de “Le Cronache di Narnia”, con cui creò un circolo letterario chiamato “Inklings”. Nel 1937 pubblicò “Lo Hobbit” e dato il grande successo decise poi di cimentarsi in un’opera narrativa più ampia: “Il Signore degli Anelli” (1954-1955). Nel giro di pochi anni la sua notorietà crebbe sempre più, consentendo allo scrittore di vincere numerosi premi internazionali.

Padre di quattro figli (John, Michael, Christopher e Priscilla) avuti dalla tanto amata Edith Bratt – un’orfana di tre anni più grande di lui – Tolkien trascorse gli ultimi anni di vita a Bournemouth; località dove il 2 settembre del 1973 morì all’età di ottantuno anni.

Del tranquillo professore universitario di Oxford rimarrà impressa una sorprendente capacità immaginativa, alimentata dalle ricche fonti degli interessi professionali. Il tutto sapientemente unito ad un indissolubile legame con la filologia: materia che accompagnò Tolkien per l’intera carriera accademica.

Classe 1992. Una laurea in Giurisprudenza ed una in Operatore giuridico d’impresa. Nel mezzo l’azione: paracadutista, sommozzatore e pilota d’aerei. Classicista convinto, quanto Cattolico. Appassionato di viaggi, lettura e scrittura. Un’esistenza volta alla costante ricerca delle tre idee che reggono il mondo: il Bene, la Giustizia e la Bellezza. Senza mai perdere di vista la base di ogni cosa: l’Umanità. Se fosse nato sostantivo, sarebbe stato il greco aretè e cioè, la disposizione d’animo di una persona nell’assolvere bene il proprio compito. La frase che lo descrive: “Darsi una forma, creare in se stessi un ordine e una dirittura”. Il tutto allietato da un bel dipinto di Giovanni da Fiesole.