Casoria Ambiente ancora una volta nell’occhio del ciclone

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Casoria Ambiente SpA ancora una volta nell’occhio del ciclone. A mettere in difficoltà la società del Comune di Casoria per l’igiene urbana è il ricorso che si discuterà al Tar Campania mercoledì 22 settembre.

A finire sotto la lente d’ingrandimento del tribunale amministrativo regionale è la nomina dell’amministratore unico, Massimo Iodice, attaccata da un altro professionista che aveva concorso alla selezione per la nomina.

Nel ricorso si evidenzia come il Comune di Casoria, a fronte di varie richieste di “accesso agli atti”, in questi mesi abbia in pratica ammesso che non sarebbero stati effettuati controlli sui “titoli”, ovvero che non sarebbero state verificate le “dichiarazioni sostitutive” fornite dall’attuale amministratore unico. Il ricorso si concentra in particolare su un requisito necessario a ottenere l’incarico, che era quello di aver svolto “funzioni dirigenziali” (anche presso privati, e in settori non attinenti) per almeno 5 anni.

Esperienza che l’attuale amministratore unico, nei suoi due CV agli atti ufficiali del BURC e della procedura di selezione del Comune di Casoria, ha dichiarato di aver acquisito presso un grande centro commerciale (Shopping House) non più attivo, ma soprattutto in periodi diversi e con funzioni differenti. Davanti a questi rilievi, il TAR è chiamato ora ad entrare nel merito della questione; anche se nel ricorso riscontriamo qualche evidente lacuna, e dunque Iodice potrebbe quasi certamente continuare a sedere sulla poltrona di Casoria Ambiente.

Ma il Comune farebbe comunque bene a fare chiarezza sulle questioni che riguardano “Casoria Ambiente”, che gestisce un settore così delicato e importante come quello dell’igiene urbana. Servizi che costano cari ai cittadini, e che – nonostante una massiccia campagna social, e strane “app” di cui non si coglie ancora l’utilità – in realtà affannano ancora, sia per lo spazzamento (inesistente in molte zone della città) che per il ritiro degli ingombranti.

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