Centrali geotermoelettriche, perforazioni e reiniezioni nei Campi Flegrei e ad Ischia.

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Ad Ischia e nei Campi Flegrei sono state eseguite decine di perforazioni per ricerche geotermiche in passato: e nessuna ha provocato eventi sconvolgenti! Fortuna? Comunque è un dato! Però fino ad oggi non sono mai state eseguite le reiniezioni ad altra pressione nel sottosuolo dei fluidi estratti in pozzi vicini. Le centrali pilota prevedono due pozzi di estrazione ed un pozzo di reiniezione nel sottosuolo. Quindi il quantitativo di fluidi estratti con due pozzi verrebbe reiniettato in un solo pozzo! E’ evidente che occorre una adeguata pressione per fare disperdere nel sottosuolo in un solo pozzo, che ha temperature da 150 gradi in su e fluidi con una pressione significativa, i fluidi estratti attraverso due pozzi.

Gli autori dello studio di impatto ambientale dichiarano che tale operazione può causare sismicità indotta di bassa magnitudo. Dicono fino a 2,4 circa. Dicono: ma se invece la magnitudo sarà superiore? qualcuno metterebbe loro il sale sulla coda? O non accadrebbe niente? E quanti nuovi terremoti si verificherebbero in aree abitate e turistiche? Con ipocentri superficiali! Ma come si fa a dire che la magnitudo sarà al massimo intorno a 2,4 quando non si conosce dettagliatamente l’assetto strutturale tridimensionale del sottosuolo nel quale avverrebbero le reiniezioni? Un sottosuolo caratterizzato da faglie, da discontinuità litologiche e di permeabilità laterali e verticali; un sottosuolo dove già ci può essere accumulata energia tettonica. Se la sperimentazione avvenisse in area disabitata sarebbe certamente da appoggiare! La domanda da porsi è: le perforazioni e reiniezioni di fluidi nel sottosuolo diminuiscono o aumentano il rischio già esistente? Questa è la sostanza del problema: dopo, si starebbe più sicuri o meno sicuri?

Di rischio ce ne sta anche troppo, ora! E’ il caso di incrementarlo? Se si: chi pagherebbe i danni eventuali e chi avrebbe la responsabilità? Un fatto è certo: ci sarebbe sismicità indotta, quindi aumenterebbero le sollecitazioni in zona abitata e turistica. Ciò è buono oppure no? E in caso di incidente non escludibile, certamente non augurabile, con conseguenti danni ambientali di chi sarebbe la responsabilità? Solo dell’impresa esecutrice? O anche di coloro che hanno contribuito a realizzare interventi non migliorativi in aree già di per se a rischio vulcanico e sismico e geomorfologico (Ischia)? E gli eventuali danni chi li pagherebbe e come? Sono previste sostanziose cauzioni? A parte le discussioni più o meno accademiche, scientifiche e pseudoscientifiche tra persone trasparenti e disinteressate e persone interessate alle operazioni commerciali:sono chiaramente individuate le persone a cui andrebbero i meriti o le eventuali responsabilità?

Ordinario di Geologia, attualmente a riposo, docente del Master in Pianificazione comunale presso l'Università Federico II di Napoli, Associato all'istituto CNR-ISAFOM. Ambiente e uomo, che fa l'uomo sull'ambiente, che fa l'ambiente sull'uomo i settori di interesse.