Crollo di Facebook in borsa: lo scandalo Cambridge Analytica fa sprofondare il social-colosso. A pesare sul mercato, le pressioni delle autorità statunitensi ed inglesi su Zuckerberg.

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di Alessandro D’Orazio

Cinquantuno milioni di profili di elettori americani – sulla scorta delle rivelazioni emerse dall’inchiesta condotta dai quotidiani Guardian e New York Times –  sarebbero stati violati dalla società Cambridge Analytica, a cui si rivolse il Presidente Donald Trump durante la campagna elettorale del 2016 per la corsa alla Casa Bianca. In particolare i dati raccolti sarebbero stati usati per influenzare la decisione sul voto.

Vibranti sono state le pressioni esercitate dalle autorità americane e inglesi su Mark Zuckerberg, causando un netto ribasso del titolo. Le quotazioni da un calo iniziale del 5,20% sono sprofondate fino alla soglia minima del 7,50%,  facendo toccare alla società di Menlo Park la sua giornata peggiore in borsa dal 24 settembre 2012.

Per accedere ai dati, Cambridge Analytica si sarebbe servita della applicazione “thisisyourdigitallife”, presentata agli utenti sotto forma di un test che prometteva di rivelare loro alcuni lati della personalità. L’insieme dei dati raccolti sarebbe servito per finalità esclusivamente accademiche. In realtà, l’App avrebbe consentito alla società britannica di marketing online di accedere ai loro dati personali, compresi quelli di amici e contatti virtuali.

Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno chiesto perciò chiarimenti all’amministratore delegato Mark Zuckerberg riguardo i rapporti intrattenuti con la società di dati che ha aiutato Donald Trump nella corsa elettorale. Al social-colosso è stato inoltre posto l’interrogativo se fosse stato a conoscenza dell’utilizzo scorretto dei dati di 50 milioni di americani, rielaborati da Cambridge Analytica al fine di influenzare le scelte dell’elettorato.

La pressione sul social network è quindi divampata, secondo quanto emerso dall’inchiesta, in quanto la società statunitense si sarebbe attivata per chiedere l’immediata cancellazione dei dati acquisiti da Cambridge Analytica, senza tuttavia rendere edotti gli utenti della avvenuta violazione. In considerazione di ciò, rappresentanti politici americani e britannici si sono già attivati per chiedere a Zuckerberg di testimoniare in apposite commissioni d’inchiesta.

Nel frattempo Facebook ha lasciato per le repliche la parola al manager Andrew Bosworth: “la gente decide di condividere i dati con app e se queste app non rispettano gli accordi con noi e con gli utenti è una violazione, ma non un furto di dati”.

La vicenda Cambridge Analytica si sta ripercuotendo anche nel vecchio continente. Scrive su Twitter Vera Jourova, Commissaria europea per la giustizia, la Tutela dei consumatori e l’Uguaglianza di genere: “Orripilante, se confermato. I dati personali di 50 milioni di utenti di Facebook potrebbero essere stati in questo modo gestiti male e utilizzati per scopi politici. Non vogliamo questo in Europa”.

Parole di turbamento giungono infine anche dall’Italia: “Chiunque rispetti la democrazia non può che dirsi preoccupato per quanto sta emergendo dal clamoroso caso Facebook – Cambridge Analytica. L’utilizzo di dati personali e psico-attitudinali a fini politici, in violazione della privacy di milioni di persone, è un tema su cui una democrazia matura ha il dovere di interrogarsi”, dichiara la deputata e responsabile Comunicazione di Forza Italia Deborah Bergamini.

Il "Domenicale News" fondato e diretto da Pasquale D'Anna nel 2011, nasce dall'idea e dai bisogni di un gruppo di persone che attraverso il giornale e l'Associazione culturale Kasauri, editrice dello stesso, concretizzano la voglia e l'aspirazione di un desiderio di informazione libera, indipendente e generalista. Resta immutata la volontà di rivolgerci ad un pubblico che dalle idee è incuriosito perchè "Il Domenicale" è soprattutto frutto di una idea.