“GARCIA NUN È BUON” (forse no). Gli step per risalire e la luce all’orizzonte

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di Giuseppe de Silva

I “Garciaout” sono fioriti in ogni dove, come la gramigna in un campo di grano.

A me appaiono ingenerosi e pericolosi: perché proprio come la gramigna rischiano di soffocare il buono che c’è.

Va anche detto però ad onor del vero che il tecnico ci ha messo del suo  per farli nascere. E una certa stampa continua ad alimentare i “Garciaout” nonostante i tweet’s decongestionanti di de Laurentiis.

Per cui, per esercizio estetico, stando a quanto visto in campo, senza avere la pretesa di avere la verità in tasca, provo ad analizzare criticità  e possibilità di rinascita per questo Napoli che ci ha offerto un inizio campionato quantomeno sconcertante ma che ora sembra aver iniziato la risalita.

Punto primo: la preparazione.

Molto è cambiato dall’anno scorso. Troppi infortuni muscolari nei ritiri. Il che ha rallentato il raggiungimento della forma. Così i calciatori sono apparsi poco brillanti. Sembrava che corressero con mattoni nelle tasche. Ma prima o poi il Napoli entrerà in forma e alcuni miglioramenti si vedono già. E con l’Udinese si sono visti ancor più che con il Bologna.

Punto  secondo: Le scelte tattiche.

Le prime uscite del Napoli sono state abbastanza sconcertanti mitigate dalle due vittorie (Frosinone e Sassuolo) ma esplose con la Lazio.

Anguissa a fare da regista. Lobo fuori posizione. Catene di sinistra e destra smontate per lanci lunghi e tentativi di giocare centralmente. Fase difensiva sballata grazie al cambio tattico. Faccio un esempio: quando Di Lorenzo entrava nella fase d’attacco, la squadra stretta e compatta scalava in modo da dare copertura. E viceversa a sinistra.

Dopo il disastroso secondo tempo con la Lazio il Mister ha insistito per poi capire sul 2-0 col Genoa che doveva affidarsi al “modulo spallettiano”. E con quel 2-2 qualcosa è cambiato. E lo abbiamo visto a Braga e lo abbiamo visto a Bologna e lo abbiamo vieppiù visto con l’Udinese. Garcia ha fatto marcia indietro e si è ripreso l’impostazione tattica base di Spalletti che aveva cercato di cambiare, checché ne voglia dire il tecnico in conferenza stampa. Qua gli occhi li teniamo e non sono foderati di prosciutto. E meglio sarebbe se il buon francese facesse dichiarazioni un po’ più umili.

Punto terzo: la condizione.

Accertata la marcia indietro di Garcia però subentra un altro fattore, accennato prima: la condizione atletica. Primo tempo sempre sufficiente/buono; secondo tempo sempre a peggiorare: la spiegazione può essere solo una, la condizione atletica che non c’è ma che sta tornando a poco a poco. Questa l’impressione che viene dalla partita col Bologna: il Napoli appare sulla strada del recupero della brillantezza e con l’Udinese un passo ancora in avanti è stato compiuto.

Punto quarto: Gli step per risalire.

Bisogna dividere questo punto nei seguenti:

Primo.

Il presidente deve sostenere l’allenatore richiamando all’ordine chi è troppo esuberante. E magari dire all’allenatore che deve essere più capace di mediare.

Secondo.

Il tecnico deve cominciare a fare capire ai calciatori quale idea di squadra ha quando innesta le sostituzioni, senza alchimie ma rispettando ruoli e funzioni.

Terzo.

I calciatori. Forse qualcuno si è montato la testa. Forse qualcuno pensa che le sue finte siano sempre ubriacanti. Forse qualcuno dovrebbe passare meglio il pallone e non pensare che può tirare sempre in porta. Forse qualcuno deve fare sentire meglio il suo peso nello spogliatoio.

Alcuni di questi punti si intravedono all’orizzonte. Se lo raggiungeranno il Napoli tornerà una macchina schiacciasassi.

E pensiamo che siamo solo a quattro punti dal primo posto. E pensiamo che quando staremo meglio fisicamente affronteremo le top che ci stanno davanti che oggi sembrano correre ma che potrebbero calare mentre noi risaliamo atleticamente.

Infine.

L’anno scorso il campionato l’abbiamo vinto essendo implacabili con le piccole. Quest’anno toccherà esserlo con le grandi per recuperare punti e posizione in classifica. Lì vedremo di che pasta è fatta questa squadra. E di che pasta è fatto il mister che poco deve infatidirsi se riceve critiche visto che le cappellate le ha fatte.

Intanto però cominciamo  a vincere a Lecce. E tifiamo. Senza schierarci.

Conta solo la maglia. La rimonta è possibile.

Forza Napoli Sempre

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