GIGI, MA TU CHE NE SAI? PROVIAMO A SPIEGARTELO NOI

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Ha suscitato grande indignazione il discorsetto, confezionato ad arte, di Gigi D’Alessio durante il concerto in piazza del Plebiscito. Degno dei migliori negazionisti. Se lo scopo voleva essere quello di riabilitare l’immagine di una terra devastata, chi quella devastazione la vive ogni giorno, con in più il carico del dolore di una morte (anch’essa negata dal Giggino nazional-popolare) di un figlio, di un siparietto architettato da una giunta che ancora tergiversa su screenig, bonifiche e registro tumori, e sponsorizza la costruzione di nuovi inceneritori, non sa che farsene, per cui  l’obiettivo è stato vergognosamente mancato. Alcune delle mamme-coraggio, quelle che conosciamo bene, hanno voluto rispondergli attraverso Il Domenicale. Iniziamo da Giulia Angelini, la mamma di Alessia, morta a 8 anni, nel 2012 per un GLIOMA INTRINSECO TRONCO ENCEFALICO DI QUARTO STADIO. Ma in Campania, secondo D’Alessio, è tutto ok. Anche la regina Elisabetta mangia i nostri prodotti.

Mentre seguivo la “commedia napoletana” di questo che considerano ” grande artista” e non solo… non riuscivo a capacitarmi di quanta ipocrisia , cattiveria e omertá esista nel nostro Paese e pensavo a mia figlia , a tutti quegli angeli … vittime innocenti di questo sistema criminale che hanno pagato con la vita, a tutti quei piccoli che stanno lottando contro il cancro , ma anche alle sofferenze degli adulti ammalati di cancro. Ascoltavo lui / loro e le lacrime scendevano , sentivo nel cuore che ce li stavano ammazzando ancora… Cercavo di distrarmi ma dall’ altra parte guardavo un mio caro ammalato di cancro , leggevo la sofferenza nei suoi occhi per come lo sta consumando , ho rivissuto la notte dell ‘ inizio di questo nuovo anno la stessa impotenza di quando assistivo mia figlia Alessia di soli 8 anni e la rabbia saliva… ero profondamente indignata, schifata dal messaggio , dalla menzogna vergognosa che stavano facendo passare e dagli applausi e dalle urla di gioia degli abitanti della nostra terra che seguivano alla conclusione di ogni suo spot . Allora la mente andava a ritroso nel tempo , a quando il caro Gigi l’ anno scorso si fece fotografare con un cartello tra le mani che implorava aiuto per la terra dei fuochi, agli articoli letti . Riporto il contenuto di un suo articolo letto riguardo a ció che questo artista diceva, da campano, de ” la terra dei fuochi e dei veleni” .
«Non voglio difendere nessuno, Nord o Sud, destra o sinistra, so solo – afferma D’Alessio – che le terre sono zeppe di veleno e le persone muoiono di cancro. Io ho perso mia madre, mio padre e mio fratello per il tumore, ma il problema è che non c’è futuro per chi deve ancora nascere e intanto questi litigano soltanto e non si concretizza nulla».Colpa del sindaco? «Del sindaco con tutto rispetto… io voglio difendere la popolazione, deve intervenire la Comunità Europea e ci vuole la volontà di tutti». Il problema però – dice ancora l’artista, …. «chi deve fare il proprio lavoro non lo fa: la colpa è sempre di chi ci amministra»
Voglio ricordare al caro Gigi, che conosce bene questo sistema all’ italiana,  che questi che ci amministrano sono gli stessi che ci hanno avvelenato… ma ti hanno pagato profumatamente e ne valeva la pena recitare questo copione ?
Ennesima delusione, ennesima dimostrazione di come uno Stato complice di questo disastro ambientale è sempre pronto a usare il proprio potere per intimidire chi prova a togliere i veleni dalla nostra terra e dalla nostra vita , ma la cosa più triste è che recluta sempre qualcuno che gli tenga il gioco .
Concludo : ” ti sei riempiro le tasche , ci hai messo la faccia ma non il cuore”

Al Domenicale con entusiasmo da più di un anno, dopo il banco di prova con Paralleloquarantuno. Giornalista per passione, scrive di tutto quello che la entusiasma, predilegendo i temi dell’ambiente e della cultura. Classe ’71,buddista, due figli, nel tempo libero cucina e gioca a burraco. Se dovesse descriversi con una sola parola, sceglierebbe “entusiasmo”, anche se si definisce un’anima in pena. Scrivere le è indispensabile: si firma #lapennallarrabbiata, e questo è il suo modo per denunciare ingiustizie e dare voce ai sentimenti che vive, come tutto quello che la riguarda, con un coinvolgimento totale.