GIUSTIZIA PER CHICCA

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Si chiamava Fortuna, ma per tutti era Chicca. E Chicca resterà per sempre, perché un anno fa è morta, a soli sei anni, precipitando da un balcone di una palazzina del rione Iacp di Caivano, a poche centinaia di metri dal Parco Verde. Precipitata, scaraventata, non si sa. Si sa, di certo, che prima, più volte, qualcuno aveva abusato di lei.IMG_7672

Ieri sera, proprio per ricordare che è trascorso un anno senza che si conoscano le cause della caduta e l’eventuale responsabile, dalla parrocchia di padre Maurizio Patriciello è partita una fiaccolata, dopo la funzione religiosa, alla quale hanno partecipato centinaia di persone.

Tantissimi i bambini, quelli che saranno “i più grandi nel regno dei cieli” (Matteo 18, 1-5, 10). E tutti, grandi e piccini, indossavano una maglietta bianca con la foto della piccola Fortuna, e  alle spalle  la scritta “Giustizia per Chicca”. A padre Maurizio non piace raccontare queste cose, ma le magliette, i palloncini e le fiaccole per Chicca, le ha volute donare lui stesso alla comunità, affinchè le famiglie del Parco Verde sapessero di non essere sole, nonostante tutto.IMG_7667

Guardando tutte quelle persone, in chiesa, mi sono chiesta se il colpevole fosse fra loro. Dopo l’omelia, uno dei concelebranti ha ricordato dall’altare che “ogni violenza su un bambino, di qualsiasi genere essa sia, è una sconfitta per tutti. Ma il peso della colpa trascinerà il colpevole nell’abisso, come un macigno. E’ vero che anche nell’abisso ci si può nascondere, ma il fetore si diffonde lo stesso”.

C’era Bruno Mazza, sul sagrato della chiesa. Bruno, che si è riscattato da un passato turbolento, occupandosi proprio dei bambini del Parco Verde, con la sua associazione “Un’infanzia da vivere”.

 E, in prima fila, c’era Mimma Guardato, la mamma di Chicca. IMG_7679L’ho conosciuta, l’anno scorso, poco dopo la tragedia. Sguardo basso, rassegnata nel suo dolore, ma determinata ad avere giustizia.

Ha dovuto cambiare residenza, trasferendosi a Mantova. Abbandonata a se stessa, con altri due figli da crescere, ha fatto un errore, spacciando una banconota falsa. Non la sto giustificando, ma la comprendo.

A cosa servono manifestazioni come quella di stasera? Le ho chiesto. Mi ha guardata, e sorridendomi ha risposto “Ad avere una speranza. La speranza che riuscirò ad avere giustizia per Chicca. E la forza di andare avanti. A Mantova? Considerando come stavo qui, si sta molto meglio”.

Qualcuno ha pensato di portare in processione un cartello con su scritto “Federico, adesso solo tu sai la verità”. E’ dedicato al giudice Bisceglia, morto in un incidente stradale a marzo, a cui erano affidate le indagini sulla morte di Chicca.

Adesso, lui sa.

Adesso, finalmente, vorremmo sapere anche noi. Ed avere giustizia per Chicca.

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Al Domenicale con entusiasmo da più di un anno, dopo il banco di prova con Paralleloquarantuno. Giornalista per passione, scrive di tutto quello che la entusiasma, predilegendo i temi dell’ambiente e della cultura. Classe ’71,buddista, due figli, nel tempo libero cucina e gioca a burraco. Se dovesse descriversi con una sola parola, sceglierebbe “entusiasmo”, anche se si definisce un’anima in pena. Scrivere le è indispensabile: si firma #lapennallarrabbiata, e questo è il suo modo per denunciare ingiustizie e dare voce ai sentimenti che vive, come tutto quello che la riguarda, con un coinvolgimento totale.