I giovani: interlocutori privilegiati, sempre

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  • di Margherita De Rosa

Inutile negarlo: per quanto se ne vogliano evidenziare gli aspetti peggiori, sottolinearne la “bamboccioneria”, delinearne fragilità ed intemperanze, i giovani, i nostri ragazzi, restano non retorica speranza del futuro, bensì certezza unica di un domani del quale essi soltanto potranno e dovranno essere artefici e protagonisti. Il concetto fin qui esposto è ben chiaro e scevro da qualsivoglia forma di dubbio per due personaggi ben diversi per formazione, cultura, ruolo e funzione sociale ma che concordano nel ravvisare nelle nuove generazioni il centro di irradiazione di un cambiamento che potrà costituire le basi del domani: si fa riferimento, in questa sede, a  Tim Cook e a Papa Francesco, che, animati dallo stesso slancio di fiducia e simpatia verso i ragazzi, a loro si sono rivolti con enfasi ed entusiasmo.

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Nella foto: Tim Cook

Cook, erede di Jobs alla guida della Apple, appellandosi agli studenti dell’università Bocconi di Milano in occasione dell’inizio del nuovo anno accademico, non ha esitato a spronare gli stessi non in maniera esclusiva allo studio ed alla più feconda applicazione delle potenzialità telematiche, quanto piuttosto a “compiere imprese nobili”: un monito dall’eco foscoliana, che ci richiama alla mente le “egregie cose” la cui realizzazione è ormai estranea ai più… ebbene Cook ha richiamato i giovani proprio a tale responsabilità: agire non nell’angusta prospettiva di un mero tornaconto personale, quanto nella più ampia, e pertanto nobile, dimensione del perseguimento di un obiettivo da cui derivi il bene comune. In maniera ferma, egli non ha esitato a scrollare dalla mentalità degli studenti l’idea di delegare qualsivoglia forma di responsabilità nelle mani dei governi: sia ben chiaro, questi si guardino bene dal ritenersi esonerati da oneri e ruoli che a loro competono, ma è pur vero, secondo Cook, che ciascuno ha l’obbligo di adoperarsi al meglio per il meglio della collettività. Ecco, come dire che ognuno ha l’obbligo morale di fare della sua vita un’opera meravigliosa di servizio alla società, superando l’individualismo imperante e operando in quello che può definirsi, in ambito lavorativo, “spirito di squadra”, al quale egli ha fatto più volte appello e che si trasforma, nell’ottica sociale, in un accresciuto senso di responsabilità verso gli altri, l’ambiente, il pianeta. I giovani del terzo millennio, quindi, devono farsi portatori di una rivoluzione globale, che investa le coscienze e, contemporaneamente, l’agire concreto. Messaggio in qualche modo spiazzante, quello di Cook, che ha  subordinato ad una riscoperta dimensione etica l’operato delle nuove generazioni.

Pope Francis gestures at the end of a mass on the 50th anniversary of Pope John XXIII's death, in St. Peter's Basilica at the Vatican, Monday, June 3, 2013. (AP Photo/Riccardo De Luca)

L’andare controcorrente, dunque, è l’elemento che associa il leader dell’informatica all’amato papa Francesco, che si espresso a Prato a favore di una gioventù attiva, che, senza mezze misure,  ha invitato a “superare l’apatia” a “non guardare la vita dal balcone” a “costruire un’Italia migliore”: sembrerebbe un rimprovero e, sotto qualche aspetto, lo è, ma, ad un vaglio più attento, il richiamo o, nello specifico, “la correptio fraterna” è sicuramente diretta agli artefici dello stato attuale, quindi a quegli adulti che hanno delegato o hanno demandato ad altri la soluzione di questioni che andavano risolte con l’impegno personale e un accresciuto senso di responsabilità individuale. I nostri giovani sono “eredi naturali” di tale impostazione ideologica ma non per questo devono assorbirla in maniera passiva: certo, risulta comodo e distensivo che altri facciano al posto proprio, ma i risultati che sono sotto lo sguardo di tutti rappresentano la prova evidente di quanto sia erroneo ed improduttivo tale stile di vita…dunque, è opportuno che quanti ricoprono un ruolo “pedagogico”, che sia esso laico o religioso, si facciano carico di spronare la gioventù affinché intraprenda strade non più battute, percorsi che in tempi più lontani hanno dato vita a patrioti, eroi, pensatori, statisti, insomma ad uomini capaci di lasciare un segno nella storia e dare una svolta ai destini dell’umanità…Cook e Papa Francesco dunque si sono sintonizzati sulla quella stessa lunghezza d’onda, nella cui prospettiva è ai giovani che bisogna consegnare un mondo non certo  ideale, fornendo agli stessi i mezzi perché esso migliori e, nel contempo, facendo sì che non si ripetano gli errori del passato, che ci si impegni in prima linea, che non si demandi a nessuno quello che è l’imprescindibile obbligo di adoperarsi perché i figli dei nostri ragazzi non abbiano a biasimare i loro padri…

Il "Domenicale News" fondato e diretto da Pasquale D'Anna nel 2011, nasce dall'idea e dai bisogni di un gruppo di persone che attraverso il giornale e l'Associazione culturale Kasauri, editrice dello stesso, concretizzano la voglia e l'aspirazione di un desiderio di informazione libera, indipendente e generalista. Resta immutata la volontà di rivolgerci ad un pubblico che dalle idee è incuriosito perchè "Il Domenicale" è soprattutto frutto di una idea.