Ieri Gomorra, oggi Suburra, domani Juventus

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di Mario Piccirillo

Ieri Gomorra, oggi Suburra, domani Juventus.

Così, in serie. L’intruso non c’è, e non è un giochetto sulle possibili congruenze narrative. E’ la Juventus che ha deciso di passare alle cose, appunto, serie: nel 2018 diventa una serie tv. Anzi, per essere precisi una docu-serie, in 4 episodi di un’ora ciascuno: Juventus FC, si chiamerà.

Andrà su Netflix, che in questi giorni batte il caldissimo ferro di Suburra rosicchiando abbondanti porzioni del mercato on demand italiano.

“Racconterà – si legge nel comunicato di Netflix – le storie e i personaggi più coinvolgenti del club, seguendo i giocatori nella loro vita privata e professionale, dentro e fuori dal campo per catturare in profondità le vere esperienze di vita che fanno della Juventus una delle squadre più affascinanti del mondo”.

Anzi, di più: Erik Barmack, Netflix Vice President of International Original Series, afferma: “Netflix è la culla di storie appassionanti e non esistono tifosi più appassionati di quelli bianconeri. Siamo entusiasti di avere accesso esclusivo ad uno dei club più importanti del mondo”.

Mentre in campo il Napoli parla l’esperanto dello sport, la bellezza, altrove lavorano sodo per dribblare la competizione: la narrano. Perché, se non fosse chiaro, ve lo ri-virgolettiamo: “Non esistono tifosi più appassionati di quelli bianconeri”. Non abbiatene a male, è marketing. L’acqua dell’acquaiolo è sempre fresca.

Però il senso di fondo rimane: mentre da queste parti stiamo ancora cercando di darci una parvenza di società internazionale, twittando in un inglese biscardiano dall’account ufficiale (http://www.ilpost.it/2017/09/25/napoli-tweet-inglese/), “la Juventus è la prima squadra di calcio ad essere oggetto di un documentario originale Netflix”.

Ha ragione Federico Palomba, il quale ha un ruolo che è già narrativo in sé: Co-Chief Revenue Officer della Juve. “Collaborazioni di questo tipo – dice – non fanno che confermare la nostra passione per l’innovazione e il nostro essere un marchio sportivo d’intrattenimento. Il nostro obiettivo è quello di raggiungere i tifosi di tutto il mondo e milioni di utenti di Netflix, che grazie a questa docu-serie potranno conoscere la Juventus sotto ogni aspetto”. In ogni aspetto, magari, proprio no. Per i dettagli societari più succulenti toccherà aspettare qualche speciale di Un giorno in pretura. Ma intanto il salto in lungo sulla via della comunicazione non teme avversari. Il bacino d’utenza di Netflix è di 104 milioni di persone. Altro che il Napoli di Sarri e il suo primo posto in classifica. Questo è un altro campionato, anzi proprio un altro sport.

 

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