L’hanno chiamata ‘Fukushima brasiliana’. Il più grave disastro ambientale accaduto in Brasile.

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E’ il più grande disastro ambientale accaduto in Brasile. E’ il 5 Novembre e nella città di Mariana, nello stato di Minas Gerais flussi di fanghi hanno invaso la città.

60 milioni di metri cubi è la cifra che indica il volume di sostanze tossiche riversate nell’aria.

I fanghi contenevano arsenico, piombo, cromo e altri metalli pesanti.

Cosa è successo?

Due dighe  – di proprietà della società mineraria Samarco Mineracao Sa – che contenevano rifiuti di scarto di operazioni minerarie non hanno più retto e sono crollate.

Sono morte 17 persone e molte sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni in quella zona.

C’è chi ha addirittura parlato di una ‘Fukushima brasiliana‘.

L’impatto sull’ambiente è devastante e basti pensare alla quantità di sostanze tossiche riversate nel Rio Doce (fiume Doce) e che il 22 Novembre ha raggiunto purtroppo l’Oceano Atlantico.

Chi sono i responsabili?

Naturalmente i colossi delle miniere. La ditta anglo-australiana Bhp Billton e la brasiliana Vale che controllano la Samarco.

La loro responsabilità è da imputare alle gravi inadempienze nell’ambito della manutenzione e della sicurezza.

L’arrivo del fango tossico nell’oceano può avere un impatto ambientale equivalente alla contaminazione di una foresta tropicale delle dimensione del Pantanal brasiliano”, ha dichiarato il biologo André Ruschi, direttore della Estação Biologia Marinha Augusto Ruschi di Aracruz, Santa Cruz, nello Espirito Santo. (fonte lifegate.it)

Si parla di un disastro di portata mondiale. Molto probabilmente ci vorranno secoli perchè la situazione ritorni come prima. Gli esperti hanno spiegato che ci vorranno almeno 100 anni.

Finora la Samarco ha ricevuto due multe dal governo brasiliano. Una di 60 milioni di dollari e una di 250. Ma i danni all’ecosistema e all’ambiente sono incalcolabili.

Abbiamo la responsabilità del nostro patrimonio naturale. Ma ancora una volta è tutto alla mercè di politica ed economia. Ancora una volta sono gli interessi che si sovrappongono a principi ben più alti. Che siano problemi ambientali o che siano problemi religioso/politici bisogna muoversi in tempo per evitare catastrofi.

Non si è fatto nulla per evitare che le sostanze tossiche arrivassero nell’Atlantico. Nulla per evitare che un intero ecosistema venisse compromesso, considerando quanto queste sostanze possano cambiare i livelli di ph e alterare gli equilibri dell’acqua.

Sembra paradossale chiedere rispetto per l’ambiente quando questo manca prima di tutto nei confronti dell’essere umano. Ma da qualche parte bisognerà pure (ri)cominciare.

Simona Barra nasce a San Giorgio a Cremano 22 anni fa. Ha studiato al liceo classico Garibaldi di Napoli e ora frequenta la facoltà di Giurisprudenza presso la Federico II. Appassionata di cinema, musica, libri e sport ha iniziato quest'anno la collaborazione con il Domenicale News.