Lo sciopero generale e il sospetto del ponte

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Otto ore di sciopero generale il 5 dicembre. E’ la strategia della Cgil contro Jobs act e manovra. E i sindacati tornano divisi: Cisl e Uil preferiscono aspettare e, per ora, non aderiranno alla mobilitazione.


Ma le bassezze arrivano con la polemica tra sindacato e renziani.
Il deputato Ernesto Carbone, membro della segreteria Pd, twitta: “il 5 dicembre è un venerdì poi sabato, domenica e lunedì 8 dicembre che è festivo.. il ponte è servito#Coïncidence”.
“È questa l’idea – replica via Twitter il sindacato – che il Pd ha dei problemi del mondo del lavoro? Altro che Ponte”. Ma Carbone risponde per le rime: «È questa l’idea che ha la Cgil di uno strumento così importante come lo sciopero? Il ponte è servito. “Coincidence”». Ironia condivisa anche da qualche altro esponente Pd ma che non piace al presidente del partito Matteo Orfini, convinto che sia «un’inutile offesa». È «triste – dice anche la parlamentare del Pd Rosy Bindi – che nel mio partito ci sia chi pur di delegittimare il sindacato attacca il diritto di sciopero previsto dalla Costituzione».

Bassezze e accuse da asilo nido. A questo siamo arrivati. Dopo 20 anni di quasi immobilità, di berlusconismo, di opposizione inesistente. Il maggior partito di sinistra, come si professa, attacca in maniera becera il maggior sindacato. E in periodo in cui la disoccupazione è ai massimi storici, in cui ci sono tante di quelle vertenze aperte che non si contano quasi più. A pochi giorni dalle manganellate “per errore” agli operai.
E l’attacco viene da un “giovane” quarantenne, rampante e intraprendente avvocatodi professione. Carbone è stato membro del consiglio di amministrazione, amministratore delegato e presidente della SIN Spa, controllata AGEA, a capitale pubblico.
Alle elezioni politiche del 2013 viene eletto nella circoscrizione III Lombardia per il Partito Democratico.
Dal 2013 è componente degli organi parlamentari VI Commissione Finanze e Commissione Giurisdizionale per il personale.
È membro della Segreteria Nazionale del Partito Democratico con delega alla Pubblica Amministrazione, innovazione e Made in Italy.
Carbone non è uomo che conosca cosa significhi cassa integrazione, sciopero, turni, picchetti, paura di perdere il posto.
Ma, c’è un ma, secondo me.
Purtroppo siamo abituati agli scioperi, soprattutto del trasporto, del pubblico impiego e della scuola che avvengono sempre di venerdì.
Siamo abituati all’abuso della mutua. Siamo così abituati che “stare in mutua” non significa più star male ma significa “ho preso ferie per andare da qualche parte”. Siamo abituati ai dipendenti statali che timbrano per i colleghi che sono dal parrucchiere o a fare la spesa. Siamo abituati ai medici compiacenti che, invece di visitarti, ti chiedono “quanti giorni vuole”?
Già. Dura da vedere da qui. Ma far finta che non sia così non ci serve.
E’ vergognoso l’attacco al sindacato da parte del PD. Vergognoso e arrogante. Perché viene dal partito del presidente del consiglio che continua a promettere miracoli che non avverranno. Perché si sta occupando della riforma della legge elettorale e della giustizia con Berlusconi. E mentre l’Italia affonda nel fango delle continue emergenze idrogeologiche e nella disoccupazione.
Non posso non pensare che, nei miei ventidue anni di lavoro, soprattutto in quelli svolti nelle aziende grandi, ho visto troppe malattie iniziare il venerdì mattina e finire la domenica sera. Ho visto colleghi con l’appuntamento mensile con la mutua. Ho visto amici, impiegati statali o impiegati di banca con la mutua creativa. Ma ho visto anche tante persone serie, certo. Alcune, addirittura, che in vent’anni non hanno nemmeno un giorno di malattia.
Ma non scordiamoci di essere il Paese dei furbetti. E che, troppe volte, le critiche proprio ce le tiriamo addosso.
Ho letto sul web una proposta interessante: invece di otto ore senza che nessuno lavori, sarebbe bello trascorrere otto ore in cui tutti si lavori, davvero.
Anche i sindacalisti e i deputati del Pd ai quali farebbe davvero un gran bene.
Avremmo sicuramente un’ Italia diversa.

Classe 72, torinese e profondamente torinista e anti-juve. Convinta notav, amante della satira e della comicità. Scrivere è tutto quello che vorrebbe fare da grande.