‘O Mezzo Pubblico: anno nuovo, vecchia storia.

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Quanne arriva ‘a Capemonte, ddint ‘a curva dd’a rotonda, saglie ‘o mezzo sgangherato arrancanne lentamente, pare ca s’abbocca ‘nterra. L’autista, preoccupato, ‘ngrana ‘e mmarce jastemmanne, asciuttannese ‘o surore cca ‘lle scenne ‘a ncopp ‘a fronte […] Na signora tutta distinta: “Maronna! Che puzza cche ce sta ccà ddinte!” Le risponne quase ‘nu coro: “Pigliate ‘o taccsì, cara signora!” Mmieze ‘a sta ressa e gente arraggiata, s’ajze ‘na voce: “Accorte pe sacche vicin’a fermata!”.

Questa poesia si intitola “’O Mezzo Pubblico” e fu scritta nel lontano 1985 da Giovanni Foria. Rileggendola oggi – a distanza di trent’anni – ci accorgiamo che quasi nulla è cambiato, anzi togliamo anche il quasi. Viaggiare con i mezzi pubblici a Napoli è una vera e propria odissea, tra mezzi vetusti e maleodoranti, che accumulano molto spesso ore e ore di ritardo, stracolmi fino all’inverosimile e con a bordo i soliti personaggi poco raccomandabili pronti a sfilare portafogli e oggetti vari in corrispondenza delle fermate. La storia, quindi, è di vecchia data e si può tranquillamente affermare che il trasporto pubblico nel capoluogo partenopeo non abbia mai funzionato, sia che si parli di pullman che di altri mezzi.


Negli ultimi anni, tra slogan e proclami si è cercato di avvicinare Napoli agli standard delle città metropolitane europee ma con scarsissimi risultati: a migliorare è stata esclusivamente la forma, con stazioni della metro avveniristiche e tra le più belle del mondo, ma con una sostanza che si racchiude sempre e solo nella solita parola: “inefficienza”. Ad infilzare ancora di più il coltello nelle piaghe degli ormai rassegnati pendolari partenopei concorrono di tanto in tanto i soliti aumenti sulle tariffe dei ticket di viaggio: l’ultimo in ordine cronologico è arrivato lo scorso 1° gennaio, con un incremento di prezzo che per alcune tratte sfiora il 40%.

Il nuovo schema tariffario integrato della Regione Campania si chiama Tic (Ticket Integrato Campania) e prevede 82 titoli di viaggio integrati contro i 95 precedentemente esistenti. Nella città di Napoli, ad esempio, la singola corsa dei bus urbani, della linea 1 della metropolitana e delle funicolari sarà di 1 euro, mentre gli altri servizi bus, quelli ferroviari gestiti su Rete Ferroviaria Italiana (la linea 2 della metropolitana) e quelli dell’Eav avranno il biglietto per singola corsa a 1,20 euro. Il biglietto integrato urbano da 90 minuti costerà 1,50 euro a fronte del costo precedente di 1,30 euro. L’abbonamento mensile integrato, sempre su Napoli, costerà 35 euro per la singola azienda e 42 euro per il sistema integrato (che prima costava 41,20 euro).
A tutto ciò va, inoltre, aggiunto il caos creatosi nei primi giorni e che si sta cercando affannosamente di risolvere, con i nuovi biglietti praticamente introvabili e con macchinette obliteratrici non ancora aggiornate per riconoscerli. Insomma, le autorità competenti si sono riempite la bocca, presentando la manovra come una rivoluzione che nel giro di pochi anni dovrebbe risolvere l’atavica inefficienza del trasporto pubblico napoletano e campano, ma, visti i primi risultati, anche al più ottimista sorgerà qualche dubbio sulla sua effettiva riuscita.

Nato a Napoli nell’agosto dell’Ottantatré, cresciuto attorno al rione San Paolo di Casoria a pane, pallone e musica rock. Dopo la maturità scientifica conseguita col minimo dei voti cambia decisamente rotta laureandosi in Storia con centodieci. Oltre al Napoli, ama tutto ciò che riguarda libri e dischi. Da sette anni padrone di un meticcio di nome Polly che lo ha avvicinato tantissimo al mondo dei cani e degli animali in genere. Vive sognando, in particolare girare il mondo in camper con la sua Anna, e parlare, un giorno, di fuorigioco e tattica con suo figlio allo stadio, oltre, ovviamente, a crescere sempre di più nel campo del giornalismo…ma non solo.