Proporre ai figli la parte migliore di sè

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di Christian Sanna

Un ricordo, all’improvviso, riaffiora; nel mio caso, in questo momento, mentre mi accingo a scrivere un articolo di cui non ho idea di come sarà, risuonano nella mente le parole di Fabrizio De Andrè durante uno dei suoi ultimi concerti, sul tormento della perdita dei valori da parte dei giovani. Per il cantautore genovese bisogna aspettare di storicizzarli (i valori), perchè non è che i ragazzi non abbiano valori; hanno sicuramente dei valori che noi non siamo ancora riusciti a capire bene, perchè siamo troppo affezionati ai nostri. Per il giornalista Enzo Biagi le verità che contano, i grandi principi, alla fine, restano due o tre. Sono quelli che ti ha insegnato tua madre da bambino.

Come si può essere in disaccordo? Ognuno di noi è soprattutto l’educazione che ha ricevuto, le cose belle o spiacevoli che ci sono successe durante l’infanzia e l’adolescenza, l’aria che si respirava a casa, il profumo della cultura o la puzza delle violenze fisiche e psicologiche. Ognuno di noi è come reagisce alle cose della vita che gli piombano addosso, le vittorie, le sconfitte, le beffe dietro l’angolo, le felicità all’improvviso. E’ anche e soprattutto resistenza, saper resistere alle delusioni, ai tradimenti, alle ingratitudini e nonostante tutto insistere ad impostare un piano di fiducia, imbastire una progettualità che vede nella speranza di poter cambiare le cose una centralità perchè il futuro, almeno in parte, se lo costruisce ogni individuo con le proprie mani. Non lo so cosa significhi essere genitore, ma sono abbastanza certo di avere quel tipo di sensibilità ed intelligenza emotiva quindi un qualche strumento per capire che è un “mestiere”assai complicato dove tutto deve essere bilanciato a perfezione, altrimenti si corre il rischio di fare errori, pertanto le probabilità di sbagliare anche in buona fede sono elevatissime.

Non lo so cosa significa fare il genitore, posso andarmene per un’idea, del resto non ho bisogno di drogarmi per capire che la droga fa schifo e nuoce gravemente alla salute, mi è tuttavia abbastanza chiaro il ruolo chiave che ricoprono i genitori nella formazione dei figli, in fondo è sempre stato così. Se un figlio commette degli errori di chi è la colpa, forse di genitori che non sono stati capaci di educarlo come si deve? Non funziona proprio così, queste non sono equazioni matematiche, non ci sono regole fisse poichè la materia umana sentimentale è una cristalleria ed anche un’anima elevata, al cospetto, può essere percepita come un elefante. Non c’è una ricetta universale, verissimo, ma è altrettanto pacifico che i genitori sono responsabili, nel bene e nel male, del “destino” dei propri figli  e questa cosa dovrebbero tenerla bene a mente, nel momento in cui si decide di mettere al mondo un figlio bisogna sentire forte questo senso di responsabilità che dovrebbe accompagnare ognuno di noi in tante scelte per evitare di ridurre il più possibile la percentuale di dolore.

Questo principio andrebbe applicato in amore, in amicizia, in ogni sfera del sentimento dove c’è sempre qualcuno che crede in noi e che ha creduto alle nostre parole, alle nostre promesse, si è fidato e abbandonato. Bisogna imparare a prendersi le proprie responsabilità, nel momento in cui si entra in relazione con qualcuno è necessario avere cura delle fragilità, rispetto per il passato, il dolore. Da osservatore non mi è sfuggito un aspetto che credo sia inquietante; un genitore non può fare l’amico col figlio, deve essere il padre, la madre. Non si puà instaurare un rapporto “paritario” con i figli, i genitori devono salvaguardare la propria autorità, la propria autorevolezza. Un figlio deve essere rassicurato sul fatto che per lui una madre ed un padre ci saranno sempre, deve poter contare sui propri genitori, ma al tempo stesso se sbaglia, deve sapere che il perdono dei suoi cari va guadagnato.

Oggi è abbastanza frequente assistere a vicende in cui i genitori giustificano a prescindere i figli e questo modo di fare è altamente distruttivo quindi diseducativo. Essere eccessivamente permissivi rende agli occhi del figlio la figura del genitore fragile e se dall’altra parte un ragazzo non trova opposizione è plausibile che continuerà a sbagliare e ad assumere atteggiamenti discutibili. Mi dispiace ma penso che vadano educati prima certi genitori e che in molti casi è vero quel detto che dice il frutto non cade mai troppo lontano dall’albero. Non va fatta di tutta l’erba un fascio perchè ci sono tantissimi giovanissimi che hanno un rispetto ed una educazione fantastici come del resto ci sono moltissimi genitori pienamente all’altezza del ruolo e a questi vanno fatti i complimenti, perchè è davvero complicato, ma si sa che le note stonate fanno rumore e non è sano vedere questa società andare sempre più alla deriva, un mondo alla rovescia dove ci sono alunni che non rispettano gli insegnanti, adolescenti che bullizzano i compagni, giovanissimi che non risconoscono l’autorevolezza di un ruolo. Credo sia arrivato il momento di fare chiarezza sui ruoli; i figli devono fare i figli ed i genitori i genitori e ci deve essere il rispetto per questi ruoli, altrimenti non si va da nessuna parte. Concludo con una frase dell’indimenticato Piero Angela credo che un genitore debba cercare di proporre al figlio la parte migliore di sé: non solo, ma debba cercare di viverla, perché non si può offrire soltanto un modello, ma anche un esempio.

Provo a descrivermi in una frase, ma è un pò come rinchiudere il mare in un bicchiere. Allora potrei definirmi "Un solitudinista visionario animale sociale ed un cercatore di spiritualità, tutto occhi ed inquietudine, perdutamente innamorato dell'Idea che non è ancora riuscito ad afferrare, col cuore di cristallo. Fregato dai sentimenti". Ritengo superfluo aggiungere i titoli di studio conseguiti, i lavori svolti, gli eventi culturali organizzati e presentati, gli impegni nella politica e nel sociale. E se a qualcuno sta balenando in mente l'idea ( sbagliata) che io possa essere un insopportabile presuntuoso, sappia che è appena caduto nella rete che ho preparato. Io voglio che a parlare per me siano gli articoli; i lettori più attenti ci troveranno frammenti d'anima.