di Gemma Delle Cave
Esistevano, nella mitologia greca e romana, i Campi Elisi, un luogo dove dimoravano gli uomini amati dagli dei, coloro che si sono contraddistinti in vita per virtù e grandezza. Esiste, oggi, nel cuore di Parigi, una delle più grandi e affascinanti capitali europee, gli Champs Élysées, dove ogni anno si conclude il Tour de France e si incorona il vincitore della Grande Boucle.
Dopo tre settimane di battaglia ciclistica sulle strade francesi, a primeggiare è stato il giovanissimo colombiano Egan Bernal, del Team Ineos (ex Team Sky), primo colombiano e primo sudamericano, terzo extraeuropeo e più giovane corridore dal 1909 a vincere la corsa a tappe francese. Completano il podio il compagno di squadra Geraint Thomas, vincitore del Tour del 2018, ad 1’ e 11’’ e l’olandese Steven Kruijswijk del Team Lotto-Jumbo, a 1’ e 31’’.
Questa edizione, complice anche l’assenza di due favoriti come Chris Froome e Tom Domoulin, a causa di infortuni, è stata contraddistinta da una notevole incertezza e un equilibrio delle forze in campo tra gli uomini di classifica, che ha portato ad una battaglia serrata e avvincente, soprattutto nelle tappe di montagna sui Pirenei e sulle Alpi.
Numerose sono state le sorprese, che hanno tenuto i telespettatori incollati allo schermo. Prima fra tutte, la strenua difesa del francese Julian Alaphilippe, corridore da classiche che fino a questo Tour de France non aveva dato modo di dimostrare le proprie doti sulle grandi montagne. Una volta conquistata la maglia gialla nella terza tappa, Alaphilippe ha tentato di tenerla sulle proprie spalle fino a Parigi, dovendo però arrendersi nella tappa del Col de l’Iseran (2764 m) all’accelerazione straripante di Bernal, per poi perdere ancora 3’ nella tappa successiva con l’arrivo sulla salita di Val Thorens (2330 m), giungendo a Parigi in quinta posizione nella classifica generale a 4’ e 1’’ dal vincitore colombiano.
Un altro francese che ha alimentato le speranze dei tifosi transalpini è stato Thibaut Pinot, della FDJ-Groupama, vincitore della tappa con l’arrivo in salita sul mitico Col du Tourmalet (2115 m) e secondo nella tappa successiva con l’arrivo a Foix-Prat d’Albis (1330 m), fino alla terzultima tappa in lizza per la vittoria finale , ma che per un problema muscolare è stato costretto, lungo gli arcigni tornanti alpini, a ritirarsi dalla corsa in lacrime per la delusione di aver dovuto abbandonare i suoi sogni di vittoria.
Quello che sembrava un dominio francese, con Alaphilippe in maglia gialla e Thibaut Pinot fortissimo in salita, è stato spezzato nella 19esima tappa, da Saint Jean de Maurienne a Tignes, di 123 Km, quando sul Col de l’Iseran, a quasi 3000 m di altitudine, lo scalatore colombiano Egan Bernal ha piazzato il suo attacco, guadagnando in cima 1’ sui suoi diretti rivali e addirittura 2’ su Julien Alaphilippe. La tappa si sarebbe dovuta concludere sulla montagna di Tignes, ma a causa di una frana sulla discesa dell’Iseran, è stata neutralizzata e i distacchi per la classifica generale sono stati presi al passaggio dell’ultimo gran premio della montagna scalato.
La 20esima tappa, anch’essa accorciata a causa del maltempo e di problemi lungo il percorso, con arrivo sulla montagna di Val Thorens, ha visto l’arrivo solitario di Vincenzo Nibali e il cedimento di Julian Alaphilippe, arrivato a 3’ dal vincitore, mentre Egan Bernal ha difeso agevolmente la maglia gialla dagli attacchi degli avversari.
L’ultima tappa, come ogni anno, è stata la passerella trionfale verso Parigi, con la volata finale che ha visto primeggiare il velocista australiano Caleb Ewan, della Lotto-Soudal. Al tramonto, con alle spalle l’Arc de Triomphe, in quel viale alberato dal nome che inneggia al paradiso dei vincitori e dei virtuosi della mitologia antica, Egan Bernal, a soli 22 anni e 196 giorni, ha potuto finalmente alzare le braccia al cielo e baciare il giallo sfolgorante della sua maglia, il 28 Luglio 2019, davanti all’ammirazione e alla felicità del suo popolo colombiano e dell’Italia, dove è cresciuto ciclisticamente, realizzando il sogno che cullava dalla prima volta che è salito in sella ad una bici, quello di vincere la più grande corsa del mondo, il Tour de France.