Covid, quanto costa mediamente un ricovero in terapia intensiva in Italia

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di Alessandro D’Orazio

 

Alcuni Stati del mondo hanno imposto di far pagare a chi non si vaccini per scelta, e si ammali di Covid le prestazioni mediche fruite. Ciò accade a Singapore. In altre zone, invece, come nel land della Turingia, nella Germania centro-orientale, il presidente Bodo Ramelow ha minacciato di non curare più chi non accetterà la somministrazione del vaccino, qualora la pressione sulle strutture sanitarie dovesse aumentare vertiginosamente.

 

Ma quanto costano davvero le degenze in terapia intensiva nel nostro Paese? Se lo è domandato il quotidiano “La Stampa”, che ha analizzato il costo medio dei ricoveri nel periodo marzo–maggio 2020, quando le rianimazioni dei maggiori ospedali italiani erano al collasso. Ipotizzando una degenza di 9-10 giorni, è stato calcolato un costo medio pari a circa 2.800 euro al giorno. La cifra, scorporata, rimanda al costo del personale (circa 1.108 euro), ai farmaci e al materiale sanitario (circa 624 euro), ad attività sanitarie di supporto (circa 724 euro), più 320 euro di altri costi. Tutto questo in un solo giorno.

 

La durata del ricovero varia poi da paziente a paziente in base a molteplici fattori, tra cui l’età anagrafica e il quadro clinico. Ciascun paziente ricoverato in terapia intensiva costa, invece, al Servizio sanitario nazionale (Ssn) – in base alla complessità delle cure – dai 9 ai 22mila euro. È quanto emerso da un’altra indagine scientifica condotta dall’Healthcare Datascience Lab (HD-LAB) dell’Università Carlo Cattaneo-Liuc. 

 

Con i posti in terapia intensiva saturati dai pazienti Covid come accaduto nelle fasi più dure dell’emergenza, c’è il serio rischio di andare incontro a un ingestibile collo di bottiglia per tutti gli altri ammalati. Alla luce di queste considerazioni, sono molti gli esperti che ritengono la vaccinazione una strategia vincente non solo sotto il profilo della salute pubblica, ma anche sotto il profilo dei costi da sostenere per combattere la pandemia stessa.

Classe 1992. Una laurea in Giurisprudenza ed una in Operatore giuridico d’impresa. Nel mezzo l’azione: paracadutista, sommozzatore e pilota d’aerei. Classicista convinto, quanto Cattolico. Appassionato di viaggi, lettura e scrittura. Un’esistenza volta alla costante ricerca delle tre idee che reggono il mondo: il Bene, la Giustizia e la Bellezza. Senza mai perdere di vista la base di ogni cosa: l’Umanità. Se fosse nato sostantivo, sarebbe stato il greco aretè e cioè, la disposizione d’animo di una persona nell’assolvere bene il proprio compito. La frase che lo descrive: “Darsi una forma, creare in se stessi un ordine e una dirittura”. Il tutto allietato da un bel dipinto di Giovanni da Fiesole.