Intervista di Angela Cascella
Casoria è tra i comuni più popolosi dell’area a nord di Napoli, afflitto dal fenomeno della baby gang e del disagio giovanile che si manifesta in maniera multiforme. Problematiche che chiamano in causa il tema della sicurezza, ma anche degli interventi sociali. Per questo motivo abbiamo intervistato la dottoressa Ornella Esposito, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Casoria.
Pochi giorni fa in via Castagna un ragazzo di appena diciotto anni è stata freddato con un colpo di pistola. Dal suo profilo social si evince una condivisione di valori che inneggiano alla violenza. Cosa non ha funzionato nel suo percorso di crescita e sul territorio?
Non hanno funzionato varie cose. Il disagio di questo ragazzo non è stato intercettato oppure non ha ricevuto. lui e il suo nucleo familiare. risposte adeguate dal punto di vista sociale, lavorativo e aggregativo. Questa giovane morte ci fa comprende quanto sia fondamentale la prevenzione e l’intervento precoce sul disagio, quindi, sui bambini in età scolare.
Da più parti si invocano le telecamere di sorveglianza e un controllo del territorio stringente. Ma la repressione serve a poco se ad essa non si accompagna un intervento sociale strutturato.
Certo, la repressione non educa serve soltanto ad “aggredire” il fenomeno della criminalità dal punto di vista della tutela dell’ordine pubblico. Ogni volta che accadono questi episodi ci si deve domandare perché un ragazzo è arrivato ad entrare in una rete di contatti ed esperienze dannose per la sua crescita. A questo proposito va detto che fino ad un paio di anni fa, il Governo ha operato un sistematico e drastico taglio al fondo politiche sociali che si è tradotto per tutti i comuni, in special modo per quelli del sud, in tagli dei servizi sociali in termini di interventi rivolti a minori e famiglie e non solo. Contestualmente gli enti pubblici hanno subìto per anni il blocco del turn over cioè sono stati impossibilitati ad assumere personale al posto di quello che andava in pensione, dunque, si sono trovati senza servizi e senza personale. Tutto ciò ha determinato un deserto sociale sui territori che ha prodotto enormi sacche di disagio.
Ma ora gli Enti Locali sono destinatari dei Fondi Povertà
Sì, negli ultimi tre anni gli Enti Locali possono beneficiare di finanziamenti per servizi di accompagnamento ai percettori, prima del reddito di inclusione, poi reddito di cittadinanza. Infatti grazie a questi fondi siamo riusciti a garantire dal mese di novembre a oltre 140 bambini dell’ambito il servizio di Centro Sociale Polifunzionale ossia un luogo dove pranzano, sono aiutati a svolgere i compiti e partecipano ad attività laboratoriali. A ciò si aggiunge il servizio di tutoraggio educativo e laboratori di educativa territoriale per circa 50 minori, la cui partenza è imminente, e siamo nella fase di valutazione delle proposte progettuali del servizio di Centro per la Famiglia, un luogo dove i genitori e i loro figli possono trovare sostegno, da parte di professionisti esperti, per le loro problematiche. Importante poi è il progetto di prevenzione al bullismo e al cyberbullismo avviato qualche settimana prima dell’emergenza covid, poi interrotto, come il programma ITIA, un set di interventi che vanno da uno sportello di segretariato e sostegno alla famiglia ad azioni di formazione e tirocinio lavorativo per soggetti in condizione di fragilità. Di assoluta importanza, inoltre, la programmazione, nel mese di giugno, dei fondi per il sistema integrato di educazione dell’infanzia con i quali riusciremo a garantire l’apertura dell’asilo comunale fino a luglio 2021 e circa 140 voucher, orientativamente dal mese di ottobre, per acquisti posti asilo nido, luoghi di crescita e di prevenzione del disagio. Senza contare i campi estivi, il finanziamento speciale erogato dal Dipartimento per la Famiglia, che ci aiuterà a tenere lontano dalla strada bambini e adolescenti. Questi tra gli interventi più significativi in seno alle Politiche Sociali.
Altro grande problema è la dispersione scolastica
Sì, Casoria è un territorio con un alto tasso di dispersione scolastica. Purtroppo ha anche sempre sofferto di carenza di personale assistente sociale, basti pensare che lo scorso anno, al mio arrivo, le uniche due assistenti sociali di ruolo erano prossime alla pensione senza alcuna previsione di nuove assunzioni di tali indispensabili figure. Grazie anche all’assessorato alle risorse umane siamo riusciti ad assumere due unità, professioniste davvero molto motivate e preparate a cui si affiancano le assistenti sociali a tempo determinato, assunte con i fondi PON. L’obiettivo sul lungo periodo è quello di rendere stabile il servizio sociale professionale, indispensabile per la lotta alla dispersione scolastica perché elemento di collegamento tra scuola, famiglia e territorio. Poi, quando le scuole si saranno assestate nell’organizzazione post covid, è mia intenzione promuovere un incontro per stilare delle linee guida di intervento nei casi di dispersione scolastica, così da adottare metodologie e procedure condivise e rafforzare la rete territoriale.
A proposito di territorio, due giorni prima della sparatoria di via Castagna lei ha avuto un incontro con i parroci casoriani.
Era un incontro calendarizzato a fine febbraio, ma il covid lo ha impedito. Essere collegati in rete, istituzioni e volontariato, è di fondamentale importanza perché non di rado le parrocchie intercettano bisogni sconosciuti ai servizi sociali. Queste ultime, viceversa, spesso non sono a conoscenza dei servizi offerti dal Comune. Quindi il nostro primo incontro è stato di conoscenza reciproca e avvio di un collegamento diretto tra servizi sociali e mondo del volontariato. Ci siamo aggiornati al 16 settembre con la presenza anche di una rappresentanza del servizio sociale così da facilitare lo scambio diretto e la programmazione di interventi sul territorio.