Ecodistretto e dintorni: la strategia invasiva del Comune di Napoli.

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La questione ecodistretto a Casoria, di cui si è tanto discusso negli ultimi mesi e nei confronti della quale l’opionione pubblica si è più volta schierata esprimendo la propria decisa opposizione,  non sembra avviarsi verso alcuna conclusione positiva.  Tutt’altro. La problematica, che preoccupa seriamente gli addetti ai lavori, risulta essere di più ampio raggio e riguarda una serie di azioni che il  Comune di Napoli sta mettendo in atto per controllare  tutto il ciclo dei rifiuti dei comuni rientranti nell’ ATO estromettendo, nei fatti,  quelli di minori dimensioni.

Nella seduta di consiglio comunale di Napoli di ieri, 14 febbraio,  alcuni consiglieri di maggioranza hanno presentato- in riferimento alla delibera di giunta dello scorso novembre- un atto di indirizzo, chiedendo un momento di ulteriore analisi della questione e proponendo l’individuazione, proprio a partire dalla città di Casoria, di una nuova area su cui costruire un impianto di più grosse dimensioni e che farebbe convogliare più comuni in un unico grande ecodistretto.

L’assessore Raffaele Del Giudice

Inoltre, mentre l’Assessore all’ambiente del Comune di Napoli, Raffaele Del Giudice, ha dichiarato nei giorni scorsi che per il caso di San Pietro a Patierno “ si tratta solo di uno studio di fattibilità e quindi nulla è ancora deciso”, la manovra che lo stesso sta ponendo in atto è quella di piazzare ai vertici di Sapna (azienda che gestisce gli smaltimenti dei  rifiuti della città metropolitana,n.d.r.) uomini che sia sua diretta emanazione e  di puntare decisamente egli stesso alla carica di Presidente dell’Ato Na1 (carica, al momento,  vacante) dopo aver imposto un suo fedelissimo alla Direzione Generale.

L’obiettivo principale è, ovviamente, candidare il Comune di Napoli a gestire l’intero ciclo dei rifiuti di tutta la provincia e la società Asia Napoli spa l’azienda unica dell’ente d’ambito Napoli 1, a scapito degli altri comuni, che verrebbero relegati ad un ruolo secondario.

In questa prospettiva le problematiche e le criticità  del capoluogo verrebbero nei fatti riversati sulla provincia. Si tornerebbe indietro nel tempo, all’era ante Bassolino, con i comuni che diverrebbero, inconsapevolmente ma inevitabilmente, lo sversatoio dei rifiuti di tutto il territorio partenopeo.

 Il progettato ecodistretto di Casoria, mai ufficialmente ritirato, potrebbe essere soltanto il primo di una serie di ecomostri, appannaggio del Comune di Napoli e a danno del benessere e della salute dei cittadini.

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