Invertire la rotta

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di Pasquale Di Fenzo

E’ giunta l’ora delle decisioni impopolari. Negli ultimi anni ci eravamo abituati a sentirci dire quello che volevamo sentirci dire. Strafottendocene del fatto che quello che ci piaceva poteva non essere gradito gli altri. E ne hanno approfittato tutti. Hanno fatto la loro fortuna cavalcando le nostre paure e, a chiacchiere, hanno esaudito i nostri desideri e realizzato i nostri sogni.

Era il popolo che dettava l’agenda ed i governanti facevano finta di assecondarci. Ci dicevano quello che volevamo sentirci dire. Come i ragazzi dei call center, che ti promettono mare e monti e poi, alla resa dei conti, in bolletta non ti ritrovi mai quello che, magari con gentilezza, ti avevano assicurato. Eppure la vicenda di Barabba e Gesù avrebbe dovuto e potuto insegnarci qualcosa. C’era chi lo faceva urlando, chi lo faceva con una forbita eloquenza, chi si aiutava con la propria immagine di bravo ragazzo, sempre ben rasato e incravattato anche durante la cena in famiglia: il sogno di tutti i papà e di tutti i nonni!.

Per non parlare di chi, per apparire simpatico, tra un discorso e l’altro, ti infilava gustose e piccanti barzellette allo scopo di distrarre l’attenzione. Tutti lo facevano, senza distinzione di partiti e di ideologie! E noi ci siamo cascati. Fin dai tempi del milione di posti di lavoro. Poi è arrivata la sconfitta della povertà. E a chi non sarebbe piaciuto vedere marcire in galera i delinquenti? E a chi non sta a cuore il bene del proprio Paese? Prima gli italiani! Chiudiamo i porti! Ve li ricordate? Poi i greci ci hanno superato affondando i barconi.

Adesso è arrivato il tempo di invertire la rotta perché ormai abbiamo un unico comune nemico che ci terrorizza. Tutti. Non è nero, non è diverso, ma fa anche più paura perché è invisibile e può nascondersi ovunque, nella nostra casa, nella nostra famiglia, in noi stessi. Già, in noi stessi, proprio come le paure del passato. Ma allora avevamo l’attenuante di essere inconsapevoli. Ed è per questo che dobbiamo affidarci a chi possa decidere in serenità, senza sollecitazioni improprie.

Chi ha il potere di decidere deve sentire il dovere di non pensare al proprio orticello, non deve temere di scontentare qualcuno: decida e basta! Ascoltando solo e soltanto il parere dei medici e dei virologi. In questi giorni ne abbiamo conosciuti tanti. E a momenti ci cascavamo di nuovo, perché stavamo a sentire, ci piaceva, quello che con le sue parole e i suoi modi accattivanti ci rassicurava di più.. Appena intervistavano un medico “allarmista” cambiavamo canale. Adesso le distanze tra le loro opinioni pare si siano ridotte, anche se resta qualche coglione, non necessariamente medico, che blatera ancora si tratti di una banale influenza, che bisogna uscire di casa e continuare la vita che facevamo fino a poco tempo fa. Affidiamoci agli scienziati. Anzi, il Governo si affidi agli scienziati.

Ci ordini quello che dobbiamo fare. Si puniscano i comportamenti scorretti con pene severe! Noi italiani non siamo ancora maturi per i buoni consigli. E, a quanto pare nel resto d’Europa lo sono anche di meno. Forse, quando tutto questo sarà passato, lo saremo. Altrimenti saranno cazzi!

Pasquale Di Fenzo, PDF per gli amici, tifoso di Napoli prima che del Napoli. Non lesina critiche a Napoli e al Napoli, ma va “in freva” se qualcuno critica Napoli e il Napoli. Pensa di scrivere, ma il più delle volte sbarèa. L’obiettività è la sua dote migliore. Se il Napoli perde è colpa dell’arbitro. O della sfortuna. Sempre. Se vince lo ha meritato. Ha fatto sua una frase di Vujadin Boskov, apportando però una piccola aggiunta: “è rigore quando arbitro fischia, a favore del Napoli”. E’ ossessionato da Michu che, solo davanti alla porta del Bilbao passa la palla ad Hamsik invece di tirare in porta. Si sveglia di notte in un bagno di sudore gridando “Tira! Tira!”.