Katsika è l’Europa, noi siamo Katsika.

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Stanno rientrando in questi giorni in Italia, dopo una settimana, Carmen Dal Monte, Marco Natoni e Alfeo Grandi.

Sono stati in Grecia a Katsika, Ioannina vicino al confine greco – albanese, uno dei tanti, troppi, campi profughi allestiti per fare fronte, in qualche modo, all’emergenza.

Il progetto, “Katsika è l’Europa, noi siamo Katsika”, è stato lanciato da Carmen, così come la raccolta fondi, per coinvolgere chi si ritrova nell’idea di un’ Europa unita, solidale e aperta a tutti e contribuire materialmente a tracciare una strada, un percorso, un cammino per un’ Europa migliore.

Katsika è il peggior campo della Grecia, le sue condizioni igieniche sono pessime, ha bisogno di aiuto, di riflettori che si accendano.

 

Katsika ha bisogno di essere conosciuta. Ormai non è solo un accampamento casuale: a Katsika arrivano i bus che scaricano profughi e migranti, tanto che è presidiato dall’esercito, ma la situazione è drammatica.

Essendo situato in una zona di montagna tra Grecia ed Albania, in questo periodo ha un’elevata escursione termica, non c’è acqua calda e quella fredda è spesso contaminata dal fango.

Nel campo ci sono topi e anche serpenti.

Sono stati censiti circa cinquecento bambini, il cibo ora arriva con una certa regolarità, ma mancano ancora molte cose essenziali.

Contattando Olvidados, l’associazione che si occupa del campo, Carmen ha valutato gli interventi più urgenti e ha cominciato a raccogliere i fondi: si è consolidata la necessità di allestire un punto internet per i rifugiati, con pc e collegamento wifi, un punto di informazione per i migranti, soprattutto donne e bambini (che spesso viaggiano soli), per permettere loro di mettersi in contatto con le famiglie e gli amici, sia in Europa, che nei Paesi di origine.

Mentre il magazzino prende forma ed arrivano, con maggiore regolarità, i beni di prima necessità, i collegamenti rimangono molto precari, soprattutto per i profughi che non possono comunicare col mondo esterno e le famiglie, inoltre le richieste d’asilo devono essere fatte tramite internet e ciò attualmente è impossibile.

È proprio attraverso internet che si è potuta attivare questa straordinaria staffetta solidale, quindi, il fatto di poterla mettere a disposizione di chi non ha più voce sembra il primo step ideale di questo progetto.

Carmen, insieme a Marco e Alfeo, è partita il 2 maggio e, arrivata ad Atene, ha noleggiato un auto e caricato il materiale che non è stato possibile reperire sul luogo.

Arrivata al campo si rende conto che la situazione è ancora peggiore del previsto: fa freddo, per scaldarsi si brucia quello che si trova in giro perché la legna non viene distribuita, molte tende non sono impermeabili, i servizi sono insufficienti e l’unica area per i bambini (circa 400) è a pezzi.

Non è facile nemmeno individuare il posto dove sistemare le strutture e poi, le persone di lì vogliono andarsene al più presto e hanno paura che il campo possa diventare permanente, visto che le frontiere sono chiuse.

In questa settimana, malgrado burocrazie e mille difficoltà, è stata realizzata l’aula con 60 posti a sedere: ci saranno corsi per bambini e ragazzi (molti di loro, vista la guerra, non sono mai andati a scuola) al mattino e per le mamme al pomeriggio.

E’ stato anche realizzato, nonostante collegamenti ed elettricità ballerini, un internet point.

In un prato, vicino alle tende degli yazidi, viene allestito il primo punto giochi per i bimbi.

Ma una settimana vola ed è ora di rientrare con la promessa di tornare a giugno con qualche volontario in più, un po’ di fondi e progetti per bambini e ragazzi.

 

Quello che ha mosso Carmen non è solo la solidarietà, quanto mai indispensabile quando manca la giustizia, ma il desiderio di trasmettere l’idea che questa non è la “questione migranti” ma è la “questione europea”. E l’Europa siamo noi, ognuno di noi.

Se desiderate maggiori informazioni e conoscere il modo in cui aiutare questo progetto, cercate su Facebook la pagina “Katsika è l’Europa, noi siamo Katsika”.

Troverete le foto, i video, le notizie e i nomi delle persone che a vario titolo hanno contribuito a ciò che è stato fatto fin ora.

Non lasciamoli soli, non sono migranti, sono l’Europa. Come noi.

Classe 72, torinese e profondamente torinista e anti-juve. Convinta notav, amante della satira e della comicità. Scrivere è tutto quello che vorrebbe fare da grande.