Le bambine sognano il principe azzurro, ma sposano Christian Grey

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di Emanuela Goldoni

Fare l’amore è una grande bugia, meglio il sesso: una sconveniente verità

Statemi bene a sentire. Questo che leggerete è un articolo antipatico, sia per gli uomini, che per le donne. I primi perché scopriranno di essere molto più vulnerabili e meno dominanti di quanto abbiano mai pensato, le seconde perché dapprima storceranno il naso, poi negheranno e infine — segretamente — annuiranno, ma pubblicamente mentiranno.
La verità comunque è scritta nel titolo.

Che le donne si siano emancipate, evolute, mascolinizzate si sa. Quello che non si sa o meglio, quello che sfugge è accettare che anche le donne abbiano una sessualità, per così dire vivace. In qualsiasi momento della loro vita, si scoprono maiale, e — vogliamo dirlo che non c’è nulla di male, se anche le mamme desiderano essere scopate?
Ché si fa l’amore quando si è fanciulle, quando c’è tutta quella meravigliosa retorica romantica. Ma da adulte, figli miei, le donne desiderano quelle robe lì.

Da Harmony a 50 Sfumature di Grigio/Nero/Rosso le cose sono cambiate. O forse no. Eppure basterebbe leggere qualche passo de Le 120 giornate di Sodoma o aver visto la trasposizione cinematografica pasoliniana, per provare una forma di eccitazione. Ma come? Si parla di abusi, coprofilia, uomo-donna oggetto, mercificazione del sesso, libertinaggio e anche di morte, come si fa a provare piacere? A proposito di morte, sapete come chiamano l’orgasmo i francesi? La petite mort — e me lo ha detto uno che sa scrivere e solitamente, chi sa scrivere molto bene, sa anche comunicare bene il sesso.

Tornando alla domanda: “Come si fa a provare piacere?”, immaginando quelle scene. Non lo so, ma senza dubbio la parte ludica del sesso — che comprende il ribaltamento dei ruolo, la sottomissione, lo scambio del potere — andrebbe investigata, esplorata e — oh, sì — condivisa. E invece, si confida tutto alle amiche e quasi mai ai mariti, fidanzati, compagni.
E visto che siamo in vena di confessioni, ora vi svelo un altro segreto (di Pulcinella): anche le donne guardano Pornhub, anche le donne sognano di essere prese, legate e soggiogate. Anche le donne sognano ménage à trois. Poi magari non fanno nulla di tutto ciò che in un momento di libidinosa e sfrenata fantasia confessano o forse sì, ma la questione vera è che per pudore, ancora non se la sentono di condividere i loro racconti più intimi con chi le aspetta a casa. Un caso a parte è la categoria degli amanti, decisamente più fortunata, perché a loro non si nasconde nulla. Altrimenti che ci stanno a fare?

Se vi scappa di tendere un orecchio e accidentalmente di carpire qualche confidenza al ristorante cinese, proveniente proprio dal tavolo pieno di donne, adiacente al vostro, sappiate che quelle tra di loro parlano sì di sesso, ma in modo particolarmente spinto, quasi folkloristico e ahimé si lamentano del fatto che — nella stragrande maggioranza dei casi — non sono appagate sessualmente. Alcune sussurreranno di essersi concesse qualche scappatella fugace, magari un brivido da cybersex (tanto mica è come tradire davvero, no?) e altre diranno che i bagni dei loro uffici sono diventati l’ultima frontiera del sesso clandestino. (Ora mi spiego le pareti insonorizzate delle toilette, sistemate lì, certamente non per la paura che qualcuno possa udire un peto rumoroso).

Forse solo qualcuna — ma veramente a bassa a voce, quasi vergognandosi, dirà: “A me va molto bene, da quel punto di vista. C’è intesa”.
E se poteste intervenire in quella conversazione, sono sicura che chiedereste a quella fortunata: “Ehi, tu, hai detto intesa. Che cosa vuol dire?” Probabilmente la sua risposta potrebbe includere queste parole: sincronia, musicalità, gioco e frequenza”.

Lo diceva anche la mia psicoterapeuta: l’aspetto ludico nel sesso è indice di ottima complicità. E che cosa è la complicità, se non sincronia, musicalità, gioco e frequenza?
Non c’è nulla di sconveniente nell’ esperire il piacere della scoperta delle perversioni, perché — dissociandole dai loro significati patologici, sono parte di noi. Sono ancestrali e antiche e quasi sacre. Vanno quindi assecondate, non giudicate, né demonizzate.
Provatele e giocateci, che se vi dice culo il vostro Christian Grey indossa pure la calzamaglia azzurra!

Il "Domenicale News" fondato e diretto da Pasquale D'Anna nel 2011, nasce dall'idea e dai bisogni di un gruppo di persone che attraverso il giornale e l'Associazione culturale Kasauri, editrice dello stesso, concretizzano la voglia e l'aspirazione di un desiderio di informazione libera, indipendente e generalista. Resta immutata la volontà di rivolgerci ad un pubblico che dalle idee è incuriosito perchè "Il Domenicale" è soprattutto frutto di una idea.