Le parole della vergogna, fino alla fine

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di Andrea Dching Carpentieri

Le parole della vergogna, fino alla fine. Litigo con i miei compari di tifo perché non mi riesce proprio di essere visceralmente anti juventino: ciò che sto per scrivere, dunque, non nasce da un sentimento che non mi appartiene, bensì da considerazioni di uno sportivo, anzi di un amante dello sport, che prova a riflettere su ciò che vede ed ascolta. Mercoledì ho visto, penso sia anche inutile ribadirlo, una grande Juventussul campo: dopo, però, ho ascoltato qualcosa che, in un Paese normale e dall’informazione libera, avrebbe dovuto scatenare subito, già a caldo, una travolgente ondata di riprovazione, non l’indecorosa approvazione di uno studio televisivo che incarnava perfettamente la «prostituzione intellectuale» di mourinhana memoria.

Non voglio neppure stavolta fare dietrologia e sostenere che certe dichiarazioni rilasciate dall’ambiente sabaudo riivelino un habitus mentale, un modo di pensare plasmato da anni di eccessivo “rispetto” della classe arbitrale nostrana rispetto alle maglie bianconere. No, ripeto che voglio solo e soltanto analizzare quello che ho sentito, in quanto ciò che ho visto è chiaro: dopo una gran partita, la squadra di Allegri è stata condannata all’eliminazione da un rigore giusto, che magari mi avrebbe fatto incavolare se me lo avessero fischiato contro, ma che mi avrebbe fatto partire l’embolo se non me lo avessero concesso a favore.

Nel silenzio compiacente del salottino di Mediaset Premium, Andrea Agnelli ha affermato che: 1) l’espulsione di Dybala all’andata era tecnicamente giusta, ma a volte bisogna capire i momenti. Nel senso che…, egregio Agnelli? Nel senso che, siccome la Juventus era sotto e Dybala si sentiva frustrato per la pessima prestazione personale, il suo colpo di taekwondo ad altezza petto avrebbe dovuto essere ignorato? Il secondo giallo o c’è o non c’è, i momenti da capire non esistono. O meglio, possono esistere, a patto che si riconosca, dopo anni, che a Pechino il secondo giallo a Zuniga, dopo che il primo non esisteva proprio, dopo che anche sulla seconda azione Zuniga aveva subito fallo, dopo che Pandev era stato buttato fuori per una parolaccia in macedone rivolta ad un guardalinee; a patto che si riconosca, dicevo, che il secondo giallo a Zuniga, dicevo, fu un furto. Di momenti può parlare chi, e non mi pare sia avvenuto in zona Juve, l’anno scorso, durante la semifinale d’andata di coppa Italia, avesse sostenuto che no, insomma, dài, il rigore fischiato a Reina, dopo un rigore dubbio concesso a Dybala, dopo un contatto sospetto Albiol/Pjanic in area juventina, era un rigore che, in base al momento, sul capovolgimento di fronte rispetto al contatto Albiol/Pjanic non andava concesso. E invece no, da Torino ci ricordarono che parlare degli arbitri è l’alibi dei perdenti. Già…Come mercoledì sera? Come dopo Bayern-Juventus?- 2) Bisogna immeditamente introdurre l’uso del Var in Europa. Bene. Benissimo. Ma a settembre-ottobre non si diceva che il Var limita, comprime, soffoca le emozioni, allunga all’infinito la durata delle partite, toglie imprevedibilità al calcio?

Perché Agnelli parla ora e non ha tuonato quando l’Arsenal ha derubato il Milan in EL? Poi sono arrivati Buffon ed Allegri. Buffon ha accusato l’arbitro di non avere avuto sensibilità davanti allo sforzo e all’impresa che la Juventus aveva fatto e stava realizzando. In che senso, caro Buffon? L’arbitro avrebbe dovuto fare a meno di fischiare un rigore giusto perché la Juve stava effettivamente compiendo un miracolo sportivo? Insomma, e mi si perdoni la grevità, ‘o vulive ‘a forza e pe’ pietà?

Poi il grande portiere (per me, il numero uno di sempre) ha aggiunto che un arbitro deve conoscere le squadre, il livello dei calciatori che ha davanti. In che senso, caro Gigi? Nel senso che se Higuain a Benevento cerca il contatto il rigore lo si assegna perché lui è Gonzalo Higuain (in Italia, in Europa è Nicholas) e il difensore beneventano non è nessuno, mentre un fallo netto e decisivo in un quarto di finale Champions’, se commesso da Benatia e se toglie al più grande portiere di ogni tempo la possibilità di vincere la coppa dalle grandi orecchie non va sanzionato? A completare il quadro, ecco Allegri (sorvolo sul meschino ed inqualificabile gesto di Chiellini).

Allegri imposta il grosso del discorso sul presunto fallo subito da Cuadrado all’andata. Le immagini sono chiare, il madridista tocca Cuadrado DOPO che questi ha colpito, lisciandolo e mettendolo fuori, il pallone. Ma se anche fosse stato rigore? Eleviamo il principio odioso della compensazione a norma regolamentare?

Posso capire l’adrenalina, la delusione, ma mercoledì sera si è andati, a mio parere, troppo oltre: mercoledì sera non c’è stato un solo juventino illustre capace di dire qualcosa che non oscillasse tra i poli dell’incoerenza, della volgarità (Buffon ha offeso pesantemente l’arbitro sul piano umano e personale), della manipolazione della verità. Poi, l’indomani uno juventino che dice di non aver compreso le parole di Buffon è arrivato, e si chiama Alessandro Del Piero: quel Del Piero, per intenderci, per il quale nella Juventus di Andrea Agnelli non ci fu e non ci poteva esser posto, e che quindi fu indegnamente messo da parte e calpestato.

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