“L’eredità di Sandakan”, in scena a Portici. Commedia amara all’italiana in lingua napoletana

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di Maura Messina

Alla ricerca di nuove proposte teatrali ci siamo imbattuti in uno spettacolo in lingua napoletana che ci ha sorpreso. 

La storia racconta di Umberto Attanasio, un ingegnere ormai settantenne, che ritorna nella sua città natale, Napoli, dopo una vita di peripezie e disavventure. Dalla sua prima moglie, ha avuto tre figli: Pasquale, Rosaria e Roberto. Umberto, dopo aver perso l’adorata moglie, decide di girare il mondo, senza il benestare dei figli e senza lasciar loro neanche una misera parte del suo cospicuo patrimonio. Comincia a girovagare per il mondo senza meta, si ferma nei posti più disparati dove, tra l’altro, convola a nozze con una donna del Borneo Malese, precisamente di Sandakan. Dalla loro unione nasce Marianna la quarta figlia, ovvero la sorellastra dei fratelli Attanasio. La nascita di questa bimba farà crescere nell’ingegnere la nostalgia per i tre figli lasciati a Napoli. Ora, ritornato in patria dopo alcuni anni, vive da solo, però è accudito amorevolmente dalla sua “giovane” domestica Nannina di appena settant’anni, con seri problemi di udito e vista. I tre figli, ormai stanchi di aspettare la loro fetta di eredità, meditano vendetta.

Abbiamo incontrato Marco Benincasa, regista della commedia amara all’italiana in lingua napoletana: “L’eredità di Sandakan.

Come nasce lo spettacolo “L’eredità di Sandakan”?

L’eredità di Sandakan nasce da un’idea comune mia e di Raffaele Ventola. Devo dire che quando Raffaele mi propose la sfida di fare uno spettacolo teatrale, essendo io un regista prettamente cinematografico, ne restai galvanizzato. Entrambi eravamo affascinati dalla dal teatro e volevamo creare uno spettacolo che raccontasse questa storia in modo originale, mescolando tragedia e ironia. La genesi dello spettacolo è stata abbastanza complessa. Il risultato è una commedia amara che affronta temi delicati della vita sociale, la famiglia, le vicissitudini legate al danaro e l’avidità delle persone. Ma è anche uno spettacolo divertente e ironico, che ci invita a riflettere sulla vita e sulla morte con un pizzico di sarcasmo.

Come mai hai scelto di utilizzare la lingua napoletana?

Per celebrare la sua ricca cultura e storia: Il napoletano è una lingua viva con una tradizione letteraria e musicale millenaria. È un patrimonio prezioso che merita di essere conosciuto e valorizzato. Direi anche per dimostrare la versatilità nella scrittura, questa capacità mi permette di connettermi con un pubblico più ampio e di adattarmi a diverse situazioni. Se potessi vorrei potere scrivere in qualsiasi lingua anche solo per connettermi con una cultura diversa dalla mia.

Lo spettacolo affronta varie tematiche attuali: la vita e la morte, la famiglia allargata, il denaro come obiettivo da raggiungere, l’accudimento dell’anziano affidato ad una persona estranea e la vendetta. Hai colto l’opportunità per far riflettere il pubblico attraverso lo strumento della commedia. Se dovessi scegliere un messaggio specifico, quale ti piacerebbe che arrivasse allo spettatore?

Come Regista ed autore, il mio obiettivo principale è creare un’opera che intrattenga e faccia riflettere. In questo spettacolo, vengono affrontate diverse tematiche attuali, come la vita e la morte, la famiglia allargata, il denaro, l’accudimento degli anziani e la vendetta. Senza dubbio, ogni spettatore trarrà le proprie conclusioni e coglierà sfumature diverse. Tuttavia, se dovessi scegliere un messaggio specifico da trasmettere, sceglierei l’importanza della vita in quanto percorso umano e, per citare una battuta estratta dalla sceneggiatura dello spettacolo, direi che: “La vita è come una canzone e noi dobbiamo solo imparare a ballare”. Nel corso della commedia, i personaggi si confrontano con situazioni difficili e mettono in discussione le proprie priorità. Spero che questo messaggio risuoni con il pubblico e lo inviti a riflettere sulle proprie relazioni e sul modo in cui tratta le persone che lo circondano. Infine, spero che lo spettacolo faccia ridere il pubblico e gli faccia trascorrere un’ora e mezza di pura spensieratezza e profonda riflessione. La risata è un potente strumento di unione e può aiutare ad affrontare anche le situazioni più difficili.

Dove sarà possibile assistere a “L’eredità di Sandakan”?

L’eredità di Sandakan andrà in scena Giovedì 21 Marzo alle ore 21.00 presso il Cinema Teatro Roma di Portici – Via Roma 55, Portici (NA).

Una nuova formula vi aspetta! Con l’acquisto del biglietto, nel foyer del teatro verrà offerto un calice di prosecco dai nostri sponsor, il nostro pubblico merita le coccole. Il teatro è luogo di condivisione, di cultura, di confronto e di integrazione.

Cogli l’occasione per invitare il pubblico a vedere lo spettacolo.

Tutta la compagnia ha contribuito con sacrificio e dedizione alla realizzazione di questo spettacolo, abbiamo lavorato sodo per regalarvi una serata magica, non mancate! Vi aspettiamo a braccia aperte!

Qualche informazione in più è d’obbligo:

Produzione: CineteatroLab 

Regia: Marco Benincasa

Attori: Luca Lombardi, Federica Pirone, Nicola Tartarone, Miriana Minichino, Marika Costabile, Valerio Esposito, Paolo Gentile, Davide Magliuolo, Gabriella Iovino, Gaia Spirito.

Costumi: Federica del Gaudio (Premio UBU 23/24) 

Scenografia: Francesco Bellella

Trucco: Nuny Capuozzo
Disegno Luci: Tommaso Vitiello 

Foto di scena: Marco Arcamone 

Maura Messina, art-designer napoletana, classe 1985. Da sempre sensibile alle tematiche ambientali, in particolare al dramma della terra dei fuochi. Dal 2014 collabora con varie testate giornalistiche. Autrice del libro illustrato autobiografico “Diario di una kemionauta” e del romanzo distopico “4891 la speranza del viaggio”, editi da Homo Scrivens. Ha partecipato a numerose mostre d’arte come pittrice. Il suo motto è: per cambiare il mondo basta napoletanizzarlo.