Lo sfascio della Sanità: nuovo stop in Campania a visite ed esami medici in convenzione. Pagano sempre i più deboli

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di Maria Rusolo

“Quando mi chiedo chi sono i miserabili
non penso che siano i poveri, gli emarginati
che nella sofferenza meritano compassione
ma penso a quelli che sono al potere
e non sapendolo esercitare diventano tiranni,
e penso a quelli che li servono
affogando la voce della loro coscienza.”

Se qualcuno pensava che il mondo sarebbe stato diverso dopo la Pandemia, sbagliava, ahimè e di grosso. Se qualcuno, ingenuamente pensava che l’aver visto i Pronto Soccorso esplodere di persone ammalate ed in difficoltà, avrebbe spinto chi gestisce il potere ad immaginare un nuovo modo di approcciarsi al cittadino ed ai servizi in tema di salute, si sbagliava, ed anche di grosso.

Siamo in una condizione ancora peggiore rispetto al punto di partenza, ed anche una pessimista cronica come me, dubitava fosse possibile. Sono ormai decenni che si è proiettati nella miope politica del taglio, senza la minima comprensione ed attenzione all’essere umano, alla debolezza nella quale si trova chi ha bisogno di rivolgersi alla Sanità Pubblica. Gli esempi sono talmente tanti che ho davvero il timore di annoiare, ma se uno analizza la propria vita, troverà sicuramente una circostanza in cui si è trovato a dover combattere con strutture fatiscenti, assenza di servizi, mancanza di medici e di assistenza. Mancano le reti territoriali, e le strutture di sostegno per malati psichiatrici, mancano i posti letto, mancano i servizi di prossimità al cittadino che finisce per perdere cinque ore anche per una banale visita di controllo.

Come se non bastasse non si investe nel decoro dei reparti ospedalieri, casermoni fatiscenti, con stanze modello loculi, che rendono il malato già fragile nella sua difficoltà ancora più indifeso, sino ad annientarlo completamente. Chi vive poi nel magnifico Mezzogiorno d’Italia, con questa condizione ci ha fatto il callo, anche la semplice operazione di una cataratta diventa un viaggio nell’Inferno Dantesco; se non paghi la prima data utile è a 12 mesi dalla diagnosi. Per non parlare delle patologie invisibili, e per non parlare del fatto che poi si celebrano giornate per la prevenzione dal tumore al seno, prima data utile per una mammografia, nella Regione Campania, tra i sei e gli otto mesi!!!

Mi dite quale prevenzione è possibile in un contesto di questo tipo?? Intanto si continuano a tagliare nastri, di qua e di là, mentre la gente rimane senza possibilità di ricorrere a cure mediche anche di primaria importanza. Gli Ospedali chiudono, interi territori sono sguarniti di ogni servizio sanitario, anche il più banale, e se cadi per le scale rompendoti una gamba, ti tocca sperare di non dover iniziare un viaggio della speranza su di una ambulanza sprovvista anche dei medici e delle strutture idonee al primo soccorso. La prossimità che dovrebbe essere una vittoria del Servizio Pubblico è stata completamente smantellata, e con una popolazione vecchia come la nostra si tratta di votarsi a qualche divinità per poter vedersi riconosciuto qualche diritto. Questo accade nel silenzio generale, in nome dell’esercizio di un Potere assoluto e cieco che sciorina numeri non corrispondenti alla realtà.

Basta fare le dirette social, usare qualche parola ad effetto ed attaccare chi non si vaccina, come se non si desse minima importanza alla qualità della vita delle persone. Non fatevi illusioni, il nostro Sommo Profeta Campano, vi invita a vaccinarvi solo perché è ben consapevole che se dovessimo trovarci con i numeri del 2020, ci sarebbero altre file di auto innanzi agli Ospedali e nessuna possibilità di ricovero. Ma anche andando oltre lo stato d’emergenza, a queste latitudini non funziona nulla da molto tempo, e solitamente le risorse economiche sono sempre scarse e mal utilizzate. Intanto ad ogni elezione il gioco dei posizionamenti dei manager della sanità diventa la collocazione di chi ha appoggiato e sostenuto e la solita scelta di politica dittatoriale e di accaparramento, più che di merito e di competenza. I diritti in questa Regione non esistono più, in questo Paese non esistono più.

Si è smantellata la Sanità pubblica favorendo quella privata, si sono cancellati i diritti dei cittadini sin dalla culla, si sono annientate le fragilità lasciando le famiglie sole e disperate, e si è favorito lo sfruttamento capillare anche del personale sanitario, che è costretto a lavorare, spesso in condizioni precarie, senza garanzie e senza tutele. Insomma siamo in uno stato di regressione sociale, civile e culturale, perché quando non ci si concentra su ciò che realmente serve ai cittadini e diventa tutto uno show dal balcone, vuol dire che la storia non solo non ha insegnato nulla, ma che si ripete sempre uguale a se stessa, con un orizzonte ancora più terribile del passato.

Lasciatemi dire una cosa, e spero di esprimermi nella maniera più corretta possibile, la gente diserta le urne e non partecipa più alla vita civile e politica, non protesta più, perché non ha più la forza di pensare che un cambiamento concreto sia possibile, perché se ha un malato di mente o un figlio affetto da autismo non sa dove andare, a chi rivolgersi, perché sa che se si sente male dovrà aspettare quattordici ore in un Pronto Soccorso, in mezzo agli altri, semi nudo ed annientato nella propria dignità. Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare, ho dovuto girare in lungo ed in largo per trovare chi accogliesse mia madre con un problema psichiatrico, mi sono sentita rispondere dai primari di strutture pubbliche, che non hanno stanze a sufficienza, che non ci sono reparti adeguati e che in piedi o non in piedi ” dovevo arrangiarmi”. La realtà è dura da accettare ed ancora più difficile da comprendere, ma se si abbassa la testa quale futuro ci attende all’orizzonte? Se non reagiamo neanche dinanzi al dolore ed alle sofferenze, se viviamo il malessere e la morte, come fatti ineluttabili anche quando potrebbero essere evitabili abbiamo perso ogni barlume di umanità e non siamo altro che zombie con gli occhi vuoti di ogni luce e di speranza. E questo quello che veramente vogliamo e questo il motivo per cui siamo al mondo e calpestiamo ogni giorno la terra?

“L’umanità non potrà mai vedere la fine dei suoi guai fino a quando gli amanti della saggezza non arriveranno a detenere il potere politico, ovvero i detentori del potere non diventeranno amanti della saggezza.”

Nasco in un piccolo paese della provincia di Avellino, con il sogno di girare il mondo e di fare la giornalista, sullo stile della Fallaci. Completamente immersa, sin dalla più tenera età nei libri e nella musica, ma mai musona o distante dagli altri. Sempre con una battaglia da combattere, sempre con l’insolenza nella risposta verso gli adulti o verso chi in qualche modo pensasse che le regole non potessero essere afferrate tra le dita e cambiate. Ho sempre avuto la Provincia nel cuore, ma l’ho sempre vissuta come un limite, una sorta di casa delle bambole troppo stretta, per chi non voleva conformarsi a quello che gli altri avevano già deciso io fossi o facessi. Decido di frequentare Giurisprudenza, con il sogno della Magistratura, invaghita del mito di Mani Pulite, ma la nostra terra è troppo complicata, per non imparare presto ad essere flessibile anche con i sogni e le speranze, per cui divento avvocato con una specializzazione in diritto del lavoro prima e diritto di famiglia poi, ma anomala anche nella professione e mal amalgamata alla casta degli avvocati della mia città. La politica e la cultura , i cuori pulsanti della mia esistenza, perché in un mondo che gira al contrario non posso rinunciare a dire la mia e a piantare semi di bellezza. Scrivo per diletto e per bisogno, con la speranza che prima o poi quei semi possano diventare alberi.