Multe…dal futuro. Storie di “ordinaria follia” a Napoli.

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  • di Mario Piccirillo

Tagliando di Easypark in bella mostra sul cruscotto, imposto due ore e mezza di parcheggio nelle strisce blu. Lo faccio con l’app, così evito il balletto delle monetine nelle tasche. E poi, vuoi mettere pagare con lo smartphone… è il futuro del bravo cittadino rispettoso della legge, questo. Sono le 16 di un sabato pomeriggio, e mentre i bambini ridono con la coniglietta-poliziotta di Zootropolis che alla velocità della luce infila multe su multe allo scadere esatto dei grattini dei poveri automobilisti, penso alla mia auto parcheggiata fuori al cinema, a prova di coniglio ausiliario del traffico. Alle ore 18:10 riprendo possesso della mia auto, e… sorpresa! Sul parabrezza una bella contravvenzione di euro 17,50 (perché se la paghi entro 5 giorni ti fanno lo sconto del 30%, e così li devi pure ringraziare…) per mancata esposizione del tagliando di parcheggio. Il tagliando di Easypark è ovviamente sempre lì, figurarsi. Ma il dettaglio meraviglioso è un altro: la multa è stata elevata alle 18:40. Cioè… tra mezzora. Non solo l’infrazione non è stata ancora commessa, visto che ho pagato il parcheggio fino alle 18:30, ma – soprattutto – gli ausiliari del traffico non mi hanno ancora fatto la multa!
Sicuro di trovarmi al centro di un paradosso spazio-temporale, decido dunque di cercare la Delorean volante di NapoliPark per segnalare il “malinteso”: magari gli si è inceppato il flusso canalizzatore, hai visto mai, e sono andati mezzora nel futuro per multarmi. O ancora – ma non mi risulta – gli ausiliari del traffico sono addestrati tipo Minority Report, e prevengono i reati grazie a poteri extrasensoriali. Ovviamente nessuna traccia di alcuna forza dell’ordine, nemmeno della coniglietta di Zootropolis.
Dunque, riassumendo, ho pagato, per due ore e mezza di parcheggio, 20 euro: 2,50 euro per il parcheggio e 17,50 euro di “mancia” a NapoliPark. Una mancia estorta e legalizzata dal sistema perfetto messo in piedi dal provvido legislatore: subisci, e subisci in silenzio, perché provare a reagire risulta sconveniente. Avendo subito un evidente sopruso potrei infatti fare ricorso al Giudice di Pace, o al Prefetto. Ma il ricorso al Giudice di Pace costa, tra contributo unico e spese fisse, 55 euro. Cioè più del triplo della contravvenzione. Mentre il ricorso al Prefetto è gratuito in prima istanza, ma per prassi, a meno di clamorose inesattezze nel verbale (targa errata), risulta sempre respinto con un aggravio di spese da pagare non indifferente. Inoltre, dimostrare a posteriori che la multa è stata elevata dagli ausiliari recandosi mezzora nel futuro grazie ad una macchina del tempo – mi dice un amico avvocato – potrebbe rivelarsi alquanto arduo. Cose di pazzi, eh?

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