Sabato sera tiferò a pazzo. Sempre e comunque.

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di Andrea Carpentieri

Continuo a pensare che la squadra avrebbe dovuto evitare di far deflagrare la bomba, ma in realtà non so nulla.

Non so se ci siano fatti eclatanti non ancora venuti fuori, non so se già in passato qualcuno avesse fatto presente ad Adl che dovesse smetterla di mancare di rispetto ai calciatori e ai tifosi parlando a cazzo di cane, non so se la reazione dei calciatori sia stata una risposta clamorosa all’ennesima provocazione…Nulla, non so nulla.
Anzi, no, qualche cosa la so.

So che la mia anima di tifoso è ferita, squarciata, lesa da un taglio forse immedicabile, so che in questi giorni ho visto profanare la maglia azzurra da chi la indossa, come da mesi, forse anni spesso la umilia chi se ne ritiene il padrone.

So che mai e poi mai si sarebbe dovuto osare mettere a rischio di morte prematura una stagione iniziata da due mesi, spalancandole davanti il baratro di un fallimento le cui ripercussioni si farebbero sentire per anni sulla pelle NON di chi comunque ha le (s)palle coperte dai milioni di euro accantonati perché mai spesi, NON di chi presto se ne andrà a giocare altrove, bensì sulla pelle di chi, come me, resterà qua a tifare, inchiodato alla croce di una passione che avrebbe meritato ben altro rispetto.

Soprattutto, so che non potrò mai perdonare chiunque ci abbia messo del suo per distruggere quella meravigliosa alchimia che due anni fa portò 50000 e passa persone a fottersene di uno scudetto che stava sfumando, perché la sola cosa che ci interessava quel pomeriggio, in quelle domeniche, quell’anno, era urlare con tutto il fiato, con tutto il cuore, con tutta l’anima: <<Sarò con te, e tu non devi mollare… >>.

Quella squadra, quel gruppo, quel pubblico, stretti, uniti, abbracciati, avvinghiati gli uni agli altri, e tutti insieme al sogno, erano, eravamo invincibili. Infatti quel giorno vincemmo, e poi vincemmo “là”, e poi dovettero solo rubarcelo.

Non so cosa accadrà domani, cosa accadrà sabato sera, come andrà la stagione: so però che il mio Napoli di questi anni è e resterà quello di Napoli-Chievo, ed a quel ricordo mi aggrappo forte per affrontare i giorni tristi, bui, orribili che l’azzurro sta vivendo.
Dei quali vi ringrazio tutti, per i quali vi odio tutti.
Detto questo, io sabato sera tiferò a pazzo. Sempre e comunque.
#FNS

Andrea Carpentieri è dottore di ricerca in filologia classica, ed ha al suo attivo diverse pubblicazioni nell'ambito degli studi di letteratura latina. Ex agonista nel karate, ha avuto la fortuna di vincere trofei e medaglie nazionali ed internazionali nella specialità del kumite (combattimento). Che si tratti di letteratura, lingue vive o morte o arti marziali, ogni giorno prova ad insegnare, cercando però, soprattutto, di continuare ad imparare.