Stan Lee e i suoi universi più umani del mondo reale

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di Maura Messina

Forse non sono tra i più adatti a commentare ciò che sei stato, sei e sarai per i molti che si sono imbattuti nel tuo magnifico mondo immaginario.

Alcuni, sicuramente la parte più piccola e più infinitesimale, avranno scoperto appena il 12 novembre che dietro il proprio supereroe c’eri tu: Stan Lee.

Ed è con serenità che voglio scrivere di cosa sei stato, sei e sarai per me.

Appresa la notizia ho condiviso un’immagine dalla rete, quella di Spiderman che si spoglia della maschera per piangerti liberamente: a nudo l’uomo quando il Supereroe si toglie la maschera.

Quante maschere hai immaginato per preservare quegli uomini nati dalla tua penna.

Ne conoscevi le fragilità e mi piace immaginare che per questo, oltre che per ovvi motivi narrativi, tu abbia voluto proteggerli dalla tua stessa travolgente fantasia.

Questo sei stato, sei e sarai per me: colui in grado di inventare storie strabilianti, esseri umani che per varie vicissitudini si trovano dotati di superpoteri.

Doni che in realtà li investono di grandi responsabilità.

Chi ha la fortuna di preservare l’animo del bambino, quello in grado di stupirsi e di non porsi domande per infrangere i sogni, ha sempre guardato ai personaggi di Stan Lee con totale passione.

In molti li hanno conosciuti in versione cartacea, altri li hanno scoperti al cinema e se ne sono innamorati lo stesso.

Non è solo un fatto di fantasia, è la capacità di saper raccontare il nostro mondo, a volte terribile ma mai senza speranza. E farlo con un tono nuovo, vicino a tutti, comprensibile nonostante i superpoteri.

E c’è sempre nei racconti la dualità che serve per insegnare, tavola dopo tavola, la differenza tra il bene e il male. Dai suoi personaggi potevo, posso e potrò tirare fuori ancora tutto ciò di cui ho avuto, ho e avrò bisogno.

Il “bis-sogno” mi verrebbe da dire: il doppio sogno, quello di avere tra le mani storie che ti offrono malanno e cura allo stesso tempo. E io, tu, noi lo sapevamo, lo sappiamo e lo sapremmo sempre, che per quanta paura potremmo provare, per quanto forte potrà batterci il cuore rivivendo le storie scappate via dalla testa di Stan, lui ci ha offerto, ci offre e ci offrirà sempre la cura.

Ci sarà sempre un Supereroe nel quale potersi immedesimare. Ci sarà sempre un sentimento vero e positivo per il quale lottare.

Stan Lee ha immaginato Universi Necessari per alimentare la speranza.

Caro Stan, continua ad immaginare per noi da quel “controuniverso” nel quale sarai finito, perché certe menti non le uccide nessuno, certe menti non sono appartenute, non appartengono e non apparterranno mai alla morte.

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