Blue Whale. L’horror game che conduce al suicidio.

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50 giorni per affrontare delle sfide e ottenere la vittoria.

Il Blue Whale è lo schema di gioco che nell’era dei social cerca di assoldare ragazzini di età compresa tra i 9 e i 17 anni spingendoli ad approfittare delle proprie fragilità e sofferenze per condurli alla morte, il premio finale.

Il Blue Whale è nato in Russia e finora ha già causato la morte di ben 157 ragazzini e le sue regole hanno raggiunto anche il Brasile, la Gran Bretagna, la Francia e da poco anche l’Italia.

Funziona in questo modo. VKontakte è il più famoso social network in Russia ed è la piattaforma utilizzata dai cosiddetti curatori per arruolare i ragazzini che chiedono di giocare.

Attraverso un hashtag “f57” questi attirano l’attenzione delle “balene senior” che privatamente li contatteranno per fornire le istruzioni e partecipare a questo gioco del non ritorno.  I curatori o tutor stilano una lista di 50 regole da seguire.

Fino a poco tempo fa non era possibile reperirla online su alcun link indicizzato da Google. E’ stato possibile ottenerla a partire da uno dei più famosi forum in rete, Reddit.

Ogni sfida a cui dovrà sottoporsi il ragazzo dovrà essere filmata o fotografata e poi inviata al proprio curatore. Non c’è possibilità di tirarsi indietro poiché qualsiasi loro tentativo di ripensamento è messo a tacere da minacce continue che coinvolgono i familiari della vittima.

Le 50 regole prevedono l’infliggersi dolore, il provocarsi tagli, incisioni, guardare ogni giorno film horror, ascoltare musica deprimente, salire sull’edificio più alto della propria città e quasi abituarsi all’idea di dover familiarizzare con l’altezza.

Il 26° giorno il curatore fornisce la data del suicidio, il 50° prevede che al momento del salto ci sia qualcuno che riprenda la scena. Coloro che superano l’ultima prova sono considerati eroi dagli altri partecipanti al gioco.

In realtà invece, colui che presumibilmente è stato il creatore di questo gioco al massacro ritiene che l’utilità di questo horror game stia tutto nel vantaggio che ne otterrà la società. Il suo è un atto volto ad eliminare gli “scarti biologici”. Persone fragili che non avrebbero alcuna utilità nel mondo.

Il creatore del Blue Whale è Philipp Budeikin, uno studente di psicologia di 21 anni arrestato per aver causato la morte di ben 16 ragazzi. Ha confermato le accuse ritenendosi fiero di quanto commesso in nome di una pulizia sociale. Ciò che conduce a questa atrocità non può essere solo manipolazione sebbene ne costituisca una larga percentuale. Ad essere adescati sono profili di vittime che per un motivo o per un altro soffrivano e non potevano darlo a vedere e cercando aiuto sul web hanno ottenuto una mano nel posto sbagliato.

Da tempo la correlazione internet-suicidio è un binomio inestricabile e lo provano i numerosi forum denominati “pro choice” a favore della libera scelta di vivere o morire.

Tante persone cercano aiuto e lo trovano nei meandri del web, tra persone che non faranno altro che istigare e amplificare i pensieri deleteri delle vittime.Ma questo gioco deve essere fermato e sono già molti i gruppi e le associazioni a sostegno delle famiglie così come numerose sono le campagne di sensibilizzazione nei confronti di questo tema.

Questo deve essere un monito al controllo del digitale tra i più piccoli, tra coloro che possono essere facilmente preda di psicopatici del web pronti a sferrare la propria follia sulle fragilità altrui.

Simona Barra nasce a San Giorgio a Cremano 22 anni fa. Ha studiato al liceo classico Garibaldi di Napoli e ora frequenta la facoltà di Giurisprudenza presso la Federico II. Appassionata di cinema, musica, libri e sport ha iniziato quest'anno la collaborazione con il Domenicale News.