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di Danilo Cappella

Le mattine come quella di oggi sono sempre figlie di notti passate a non dormire.
Con l’adrenalina in corpo sin dalle prime ore, con la testa che ti rimbalza, una volta tanto non per postumi.
E con tanta fiducia.
Nel Napoli, in Ancelotti, nel San Paolo.
Che dovrà essere una bolgia, cosa che da un po’ di tempo non sembra più essere.
Nonostante  le ultime annate, e la politica dei miniabbonamenti, lo stadio non è davvero pieno ormai da tempo, soprattutto in campionato.
I motivi di quest’assenza possono sicuramente derivare dalla mancata credibilità del campionato italiano, sia in campo che fuori, sia sul rettangolo di gioco che nelle situazioni, per così dire, esterne.
Basti pensare a un famoso treno apparentemente devastato dai facinorosi tifosi partenopei prima di un Roma-Napoli, treno poi sparito nel nulla.
O ad una serie di fumogeni sparati al San Paolo durante un Napoli-Frosinone.
O al camorrista a bordo campo.
O al giorno più nefasto, il giorno della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, in cui siamo finiti sul banco degli imputati, nonostante quanto successo.
Tutte storie che hanno riempito le pagine dei quotidiani per mesi, storie a cui non sono mai mancati riferimenti, casi mediatici veri e propri da prendere come esempio negativo in senso assoluto.
E poi ci sono altri, per i quali va tutto bene, ai quali tutto è concesso, perché hanno degli anticorpi più potenti.
Del resto, per i media, stasera al San Paolo ci torna Buffon.
E i giornalisti si chiedono come verrà accolto?

Come pensate che lo accoglieremo?
Buffon è un fascista, Napoli no.
Innanzitutto.
A prescindere dal suo “credo politico”, vogliamo parlare davvero di quello che viene da tutti considerato simbolo calcistico della nazione?
Vogliamo partire dal calcioscommesse o da “se l’avessi vista entrare, non l’avrei detto”?
Vogliamo parlare di “meglio due feriti che un morto” o del suo delirio dopo il rigore in Real-Juventus?
Di un arbitro che non ha sensibilità perché sta infrangendo i sogni di una squadra che ha dato tutto?
E noi, Gigi?
Noi abbiamo dato tutto, sempre, quindi risparmiaci.
E non ce lo dite, voialtri, che torna Buffon.
Ditelo, che al San Paolo ci torna il Matador.
Dopo che l’ultima volta ha preso bordate di fischi.
Fischi di odio, ma l’odio è amore si sa; puoi odiare solo chi ami, il resto è soltanto indifferenza.

Ma le cose cambiano, si sa.
Perché abbiamo sognato insieme, da quella volta in Svezia in cui segnasti una doppietta senza saper né leggere né scrivere, al gol a Genova con la Samp che ci fece vincere una partita insperata, ai gol con la Steaua, quelli a Utrecht, al gol con il Lecce, alla consacrazione con la tripletta alla Juventus, poi quelle alla Roma, al Milan, all’Inter, alla Lazio.
Alla Lazio.
Mammamia Matador.
Ti abbracceremo, come si abbraccia qualcuno a cui vorrai sempre bene.
Poi l’arbitro fischia, da lì in poi divertiamoci.
Forza ragazzi!

Sono un ingegnere aerospaziale di 28 anni, appassionato di lettura, viaggi e malato del Napoli e di Napoli. La passione per la scrittura e per i viaggi mi ha permesso di aprire la mente, di non avere pregiudizi, di considerare la vita in maniera non convenzionale, e di immaginarla come un immenso viaggio tra le culture di ogni parte del mondo.