Folla di migranti in Italia: per Piantedosi tutta colpa dell’opinione pubblica

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di Giosuè Di Palo

Ormai sono sempre più convinto che il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sia prossimo a voler diventare personaggio televisivo più che politico. 

Se così non dovesse essere, invece, mi auguro si trovi al più presto un responsabile della comunicazione che possa evitare che ogni sua dichiarazione diventi un caso mediatico il giorno seguente. 

É delle ultime ore, infatti, l’ultima del Ministro il quale ha deciso di tornare a parlare della questione migranti ed in particolare modo delle oltre duemila persone sbarcate in meno di 24ore a Lampedusa. 

Rispondendo alla domanda del condirettore di Libero Pietro Senaldi su come mai l’Italia sia particolarmente interessata dai flussi migratori, Piantedosi ha risposto «C’è anche il fattore attrattivo di un’opinione pubblica che annovera l’accettazione di questo fenomeno. Altri Paesi sono intransigenti in maniera trasversale tra posizioni politiche diverse». 

In buona sostanza ciò che si deduce da questa risposta é che i migranti, lungi dallo scegliere l’Italia come meta privilegiata in quanto più “comoda”, con la tratta più breve rispetto ad altre, lo facciano in quanto qui vi è Fabio Fazio con Che tempo che Fa o i vari Propaganda e Lilli Gruber di turno che parlano di quanto sia necessario accogliere i migranti. 

O, ancora, la colpa sarebbe la nostra, quella dei cittadini italiani che si esprimono e ritengono giusto o quantomeno il “male minore” quello di rischiare una traversata in mare piuttosto che essere condannati a morte certa nel paese di provenienza. 

Certo, la colpa é loro, non nostra. 

La verità é, invece, estremamente più semplice. 

Chi scappa dalla guerra non ha alcun fattore deterrente che lo tenga ancorato lí, ma certamente ha dei fattori attrattivi.

Il punto è che non riguardano in alcun modo l’opinione pubblica Italiana. 

Riguardano l’istinto di sopravvivenza, la volontà di farcela nonostante tutto, il fatto che comunque ed in ogni caso il gioco varrà sempre la candela. 

Piantedosi ha poi continuato affermando che «Io e Meloni stiamo facendo capire loro che l’unico modo per limitare i movimenti secondari è bloccare gli sbarchi. Noi non ci rassegneremo a che ciò avvenga nei termini e nei numeri con cui sta accadendo»

Ed ecco l’ennesimo problema di comunicazione. 

Nessuna politica deterrente riuscirà mai a prevaricare su questo semplicemente perché l’istinto di sopravvivenza é ciò che rende chiunque, di qualunque nazionalità e con qualunque esperienza e bagaglio culturale un essere umano. 

Si può pensare a politiche riguardanti la gestione del fenomeno migratorio e la co-responsabilità con l’Europa ma non ad un blocco indistinto alle partenze perché si tratta di parole al vento, irrealizzabili ed utopistiche. 

Il punto, alla fine di tutto, é sempre e soltanto uno.

Per chi ha tutto il necessario almeno per assicurarsi la sopravvivenza ed una vita quantomeno dignitosa parlare di fenomeni che non li riguardano in prima persona esponendosi a giudizi di valore su questi, ricercando addirittura le motivazioni alla base delle partenze, tutto ciò non giova e non funzionerà mai. 

Non riusciremo mai a metterci nei loro panni.

L’unica cosa che possiamo fare é, quindi, comprendere il fenomeno ascoltando loro e le loro storie e non i vari Piantedosi di turno. 

E ci terrei a ricordare, per finire, come questo governo abbia vinto le elezioni parlando proprio di slogan quali “porti chiusi” e “blocco navale” ma forse questi messaggi non sono arrivati alle tv via cavo dei migranti. Un gran peccato. 

La mia maestra alle Elementari diceva sempre la solita frase che a ogni ragazzo, un po’ svogliato e con la testa già proiettata al dopo, si dice: “suo figlio è intelligente, ma non si applica”. Ne ho fatto uno stile di vita. Studente di giurisprudenza presso la Federico II e di recitazione cinematografica in CinemaFiction. Appassionato di scrittura e di cinema. Scrivo opinioni, non richieste, su tutto ciò che a mio avviso merita di essere raccontato e discusso. Perché nella vita ho imparato che è sempre meglio avere un opinione che subire passivamente il corso delle cose.