Forum delle Culture: un flop Universale

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«Un successo strepitoso quello di oggi che è frutto di un anno di lavoro […] Il tema portante del Forum 2013 sarà La Memoria del Futuro. Conoscere le proprie radici per progettare un futuro comune che si andrà ad aggiungere ai quattro assi tematici principali del Forum: Diversità culturale, Sviluppo sostenibile, Conoscenza e Condizioni per la pace.


L’agorà del Forum sarà un’area di oltre 400mila metri quadri, compresa tra il piazzale dello stadio, recentemente riqualificato, le vie Kennedy e Terracina, viale Giochi del Mediterraneo fino alla linea della costa e Coroglio.Tra le location principali ci sarà Città della Scienza». Così si esprimeva Nicola Oddati, assessore alla Cultura per la giunta Iervolino, nel dicembre 2007, all’indomani dell’elezione di Napoli come sede per il Forum Universale delle Culture, evento patrocinato dall’Unesco e che si ripete ormai ogni tre anni.

La prima tappa ebbe luogo a Barcellona nel 2004 e vide la partecipazione di circa tre milioni e mezzo di persone. Il testimone passò poi alla messicana Monterrey, che nel 2007 allestì gran parte dell’evento all’interno del recinto del Parco Fundidora, ex sito industriale siderurgico che fu così riqualificato. Nel 2010 fu la volta della cilena Valparaiso che nell’arco di quarantacinque giorni organizzò diverse esposizioni, spettacoli musicali, di ballo, ecc.,con artisti provenienti da tutto il mondo.

E a Napoli? Dopo tutto l’entusiasmo, i proclami, le strombazzate, cosa è successo a Napoli? È successo che il Forum Universale delle Culture sta ormai terminando ma in moltissimi non sanno neanche che fosse iniziato, e di Universale resta solo un grande insuccesso e l’ennesima figuraccia davanti agli occhi del mondo.

A parte il cambio obbligato di location imposto dalle ceneri di Città della Scienza e delle società che avrebbero dovuto riqualificare Bagnoli, sin da subito è risultato purtroppo evidente il flop degli eventi e dei propositi in programma, molti dei quali addirittura annunciati e mai realizzati, come la supervisione del brianzolo Vecchioni – costretto a dimettersi in seguito alle polemiche nate per il suo cachet decisamente elevato – o come l’apertura del forum che avrebbe dovuto essere affidata al premio Oscar Ennio Morricone – il quale in realtà non risulta neanche esservi stato invitato –o come i progetti di Battiato e Capossela rimasti tali o come tantissime altre situazioni che rasentano davvero il ridicolo. Ad esempio – la base operativa del Forum, al momento della sua inaugurazione nel 2013, si trovava in una stanzetta al terzo piano del Museo Pan, dove vi lavoravano in tutto quattro persone, costrette a ricomprare i computer che più volte erano stati rubati e che alla fine vennero gentilmente concessi dal Comune di Napoli, che mise a disposizione dei veri e propri ‘residui bellici’.Dopo aver vagliato l’ipotesi di annullare addirittura il tutto, i pochi eventi che hanno avuto la fortuna e l’onore di avere luogo hanno attirato pochissimo pubblico e molti di essi vengono comunque tranquillamente organizzati anche senza nessun Forum delle Culture, vedi concerti, concertini e spettacoli vari.

E veniamo adesso all’aspetto economico.

Quanto è costata questa penosa organizzazione? Ahinoi, la bellezza di ben sedici milioni di euro provenienti da fondi pubblici, sedici milioni di euro per allestire una macchina che non è mai partita, che poteva accompagnarci verso nuovi spiragli di civiltà, di educazione e di occupazione ma che è stata ingolfata dai soliti criteri di appartenenza, opportunità e prossimità politica che qui in Campania la fanno da padrone. Si sarebbe potuto affidare l’ideazione e l’organizzazione degli eventi a soggetti che, nel territorio campano, fanno questo mestiere, spesso da anni e con risultati seri. Si sarebbe potuto coinvolgere di più la popolazione sia dal punto di vista pubblicitario che dell’organizzazione stessa dell’evento.

Insomma, si sarebbero potute fare meglio un sacco di cose ma purtroppo il tram è passato e come al solito ce lo siamo fatti sfuggire, e questa volta in modo davvero ridicolo, un po’come faceva Fantozzi nei suoi famosi film.

Nato a Napoli nell’agosto dell’Ottantatré, cresciuto attorno al rione San Paolo di Casoria a pane, pallone e musica rock. Dopo la maturità scientifica conseguita col minimo dei voti cambia decisamente rotta laureandosi in Storia con centodieci. Oltre al Napoli, ama tutto ciò che riguarda libri e dischi. Da sette anni padrone di un meticcio di nome Polly che lo ha avvicinato tantissimo al mondo dei cani e degli animali in genere. Vive sognando, in particolare girare il mondo in camper con la sua Anna, e parlare, un giorno, di fuorigioco e tattica con suo figlio allo stadio, oltre, ovviamente, a crescere sempre di più nel campo del giornalismo…ma non solo.