Illustrissimo Signor Presidente…

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di Giuseppe De Silva

Gentilissimo Signor Presidente
Aurelio de Laurentiis,
La ringrazio per aver comprato i palloni diciotto anni fa.
Vorrei sapere se ne ha comprato degli altri in tutti questi anni.
Sa, capisco che il primo pallone non si scorda mai.
Però anche i secondi e i terzi hanno il loro perché come Ella sa essendo diventato il re di questi prestigiosissimi posizionamenti.
Chiarissimo Presidente,
Voglio anche ringraziarla per non aver realizzato la Scugnizzeria di cui parlò al suo insediamento.
Sono felice ci abbia ripensato.
Ma che è, non bastano gli scugnizzi per strada li vogliamo allevare in serie?
Bravo Presidente, ha fatto bene.
La ringrazio infinitamente e ancora per non aver realizzato lo stadio.
Un’altra colata di cemento su Napoli, o su Acerra, o su Melito, o su Caserta… Nooo, per carità basta con i palazzinari c’è già abbastanza cemento in Campania.
Illustrissimo signor Presidente,
Voglio anche esprimerle la mia più profonda gratitudine per aver messo nella giusta luce i campionati vinti dal Napoli e “l’Era Ferlaino”.
In diciotto anni solo due scudetti.
Ma che scherziamo, vuoi mettere tredici anni di secondi e terzi posti, ma non c’è proprio da fare paragoni.
Ha giustamente fatto notare che la Conference League è una “coppetta insignificante”.
Ella caro Presidente ha la visione degli esseri superiori.
Infatti è molto meglio partecipare alla Champions League.
Farlo frequentemente è titolo di merito e ci vuole anche un’abilità particolare nell’uscire sempre nella fase a gironi per poi potersi concentrare sul campionato e ripuntare la zona Champions.
Specchiatissimo Presidente,
La ringrazio ancora per le lezioni di sociologia che Ella ci impartisce di tanto in tanto.
La invito calorosamente a darcene più spesso.
Siamo un popolo confuso: abbiamo bisogno delle sue chiare interpretazioni, della sua guida, della sua limpida visione.
Abbiamo bisogno di sentirci dire che siamo frustrati, insoddisfatti e rancorosi, perciò ci sfoghiamo allo stadio. Una volta appresa questa verità siamo più capaci di affrontare la realtà e di valutare che Ella generosamente ci ha “levato dalla merde” (lo scrivo in francese è più dolce).
Specialissimo Signor Presidente,
Voglio anche esprimerle riconoscenza per averci liberato da uno dei personaggi più insignificanti della storia del Napoli, sopravvalutato, cafone e presuntuoso. Ella ci ha salvato dalla presenza di questo “pitocco sagliuto”, grazie. E mi raccomando adotti lo stesso trattamento con quel tipo alto e nero che viene dal Senegal.
‘Sta gente che non capisce l’importanza di vivere in una società gestita da lei veramente non deve avere cittadinanza.
Noi Siamo il Napoli mica il Porchiano Sottopanzano.
Mi meraviglia che i calciatori per il solo onore di vestire questa maglia non si offrano di giocare “a gratìs”. Scandaloso.
Infine carissimo Signor Presidente spero che Ella si trasferisca veramente a Castel Volturno per stare più vicino alla squadra.
Potrà così più frequentemente esprimere con più vicinanza concetti pregnanti quali: “sono io il vostro Cavani”.
Potrà studiare meglio l’idioma locale per poter meglio pronunciare quelle maleparole che le stanno molto a cuore e che usa tanto spesso come fosse in uno dei suoi film.
E soprattutto potrà al posto della Scugnizzeria costruire una Barberia: ho idea che i calciatori del Napoli e qualche dirigente ne abbiano veramente bisogno.
E sono convinto che Ella saprà coglierne a pieno il valore industriale e commerciale.
Potrebbe addirittura diventare un modello da esportare in Cina o in America.
Potrebbe aggiungere alle sue massime: “sono io il vostro barbiere, come vi faccio la barba io, nessuno mai”.
Mi raccomando, compri subito i rasoi. Potrà ricordarci questa sua impresa tra vent’anni. E magari creare un museo intitolandolo: “barba e palloni, le migliori creazioni di Dela & Son”.
Così non avrà più bisogno di ricordarcelo, a noi smemorati irriconoscenti, che Ella ha comprato i palloni (e con questa storia gonfiato i maroni).
Suo tifoso frustatissimo
(non c’è la r per precisa volontà, causa autoflagellazione imposta dopo ogni sua esternazione)

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