La dipendenza da videogame ed il caso “Fortnite”. Sempre più adolescenti nel mirino

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di Alessandro D’Orazio

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel giugno scorso, per la prima volta, ha riconosciuto la “dipendenza dai videogame” come una malattia. Non è un disturbo nuovo, ma con l’avvento di nuove tecnologie sempre più avanzate, il problema sta diventando molto serio. Il gioco-dipendenza del momento è sicuramente “Fortnite“, il quale è arrivato a registrare ben 200 milioni di utenze.

 

Ad occuparsi della vicenda è stato anche un recente servizio andato in onda su “Striscia la Notizia”, celebre trasmissione di Canale 5, ove è stata evidenziata la pericolosità del gioco, in quanto lo stesso sarebbe in grado di “istigare comportamenti antisociali o magari contro la legge o alimentare il cyberbullismo, creando una forte dipendenza che rischia di portare i ragazzi a diventare apatici e svogliati in tutto il resto che fanno”. Addirittura viene fatto riferimento anche al drammatico rischio che il gioco possa diventare un luogo di adescamento per pedofili. 

 

Il videogame in questione ha per protagonista un forzuto personaggio che corre, spara, salta e vola con armi e munizioni trovati un po’ qua e un po’ là nel gioco. Fortnite prevede inoltre di poter giocare contemporaneamente con altri compagni e talvolta nascono dialoghi e discussioni non positive, con uso di un linguaggio non adeguato. Le discussioni iniziate nel gioco in rete possono terminare nella vita reale con dinamiche di bullismo, che vedono i ragazzi riunirsi in piccole gang e scagliarsi persino contro compagni.

 

In Italia un caso emblematico – come descritto dal quotidiano “Il Mattino” – è stato quello messo in evidenza dalla signora Tiziana de Pascalis, mamma di un bambino di otto anni di Taranto, la quale ha deciso di condividere con gli altri genitori i mesi passati a cercare di recuperare il figlio dalla dipendenza dal videogioco.

Per questa ragione gli addetti ai lavori consigliano ai genitori di monitorare i propri figli, ponendo delle regole, come si fa con qualsiasi attività ludica, staccando la spina quando è il momento giusto, portandoli fuori, facendo loro conoscere il bello della natura, degli animali, distraendoli in mille modi per evitare che un semplice videogame possa diventare in futuro la porta d’ingresso per la dipendenza al gioco d’azzardo. 

Classe 1992. Una laurea in Giurisprudenza ed una in Operatore giuridico d’impresa. Nel mezzo l’azione: paracadutista, sommozzatore e pilota d’aerei. Classicista convinto, quanto Cattolico. Appassionato di viaggi, lettura e scrittura. Un’esistenza volta alla costante ricerca delle tre idee che reggono il mondo: il Bene, la Giustizia e la Bellezza. Senza mai perdere di vista la base di ogni cosa: l’Umanità. Se fosse nato sostantivo, sarebbe stato il greco aretè e cioè, la disposizione d’animo di una persona nell’assolvere bene il proprio compito. La frase che lo descrive: “Darsi una forma, creare in se stessi un ordine e una dirittura”. Il tutto allietato da un bel dipinto di Giovanni da Fiesole.