La Repubblica del fango

Condividi su

Vorrei vivere in un Paese normale. Un Paese che non necessità di eroi sporchi di fango. Che non abbia bisogno proprio di eroi. 
Perché in questo benedetto posto, tutti diventano degli eroi? Il morto sul lavoro è un eroe, il ragazzo che con una pala aiuta i vicini a liberare la cantina dal fango è un eroe, pure l’ultras ucciso durante gli scontri fuori dallo stadio è un eroe! Così tutto perde valore, perde significato. Così si fa credere che il normale senso civico, lo svolgere il proprio dovere e pure morire prima di riuscire ad uccidere l’alto sia da eroi. Ma non è così, non dovrebbe essere così.


Ma noi abbiamo bisogno di parlare degli “angeli del fango” per non dover scrivere il perché di questo disastro, per non dover indagare, trovare i responsabili, sentirci responsabili perché quelle persone le abbiamo votate e portate a governarci, per non sentirci colpevoli di averli lasciati fare e disfare, mangiare, rubare, distruggere sotto i nostri occhi comodamente disattenti. Perché noi preferiamo scrivere e leggere degli angeli con la pala, di mamma orsa, di Corona in carcere, delle sentinelle in piedi, del registro dei matrimoni gay. Di tutto questo bel fumo negli occhi che ci distrae dalle responsabilità.
“I politici dovrebbero andare a spalare il fango”. Solo di questo siamo capaci. Di banalità populiste da quattro soldi.
Io non voglio vedere politici e amministratori con la pala a farsi fotografare per la prossima campagna elettorale. Io voglio vedere i politici seduti nel loro ufficio a svolgere semplicemente il proprio lavoro. Senza chiedere nulla di più. E nella Repubblica del fango, svolgere semplicemente il proprio lavoro è la cosa più difficile. Tutti fanno tutto e lo fanno male. E ogni tre per due siamo a spalare.
Siamo figli di decenni di parole al vento, di appalti truccati, di concorsi fasulli, di nepotismo e menefreghismo. E noi siamo responsabili quanto loro. 
Quanto questi politici corrotti. In egual misura.Ma non siamo capaci di assumerci nessuna colpa, non siamo capaci di indignarci davvero. Lasciamo fare. Lasciamo che l’Italia ci crolli addosso ad ogni perturbazione, lasciamo che nelle nostre terre vengano sotterrati rifiuti pericolosi, che nelle nostre valli costruiscano opere inutili, che nelle nostre città vengano su condomini e grattacieli senza il minimo scrupolo.
Sono stanca delle solite immagini in Tv, dei giornalisti che vanno a intervistare le solite persone con le solite domande imbecilli, sono stanca dello “stanzieremo tot miliardi per le emergenze”, sono stanca delle strumentalizzazioni, delle falsità, degli schiamazzi da cortile.  Sono stanca di chi non svolge il proprio lavoro e di chi glielo permette.
Vorrei solo vivere in un paese un po’ più serio.

Classe 72, torinese e profondamente torinista e anti-juve. Convinta notav, amante della satira e della comicità. Scrivere è tutto quello che vorrebbe fare da grande.