La maternità negata

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Nella Silicon Valley spira aria di grande generosità verso le donne : con una decisione rivoluzionaria si è scoperto che la Apple e Facebook hanno aggiunto ,nel contratto di lavoro delle impiegate, una prestazione sanitaria aggiuntiva: congelamento degli ovuli. Un benefit costoso, 10.000 dollari, a cui vanno aggiunti altri 500 annui per la conservazione, in celle frigorifere adeguate, del prezioso corredo genetico.
La presunta “ generosità” ha destato molti dubbi e critiche ; questi colossi della tecnologia promuovono da sempre una prospettiva del lavoro maschilista per cultura e forza lavoro, offrendo la possibilità del congelamento degli ovuli si lancia un messaggio subliminale: donna, se lavori alla Apple o a Facebook non ti puoi fermare per avere un figlio, sappi che qualche collega maschio ti passerà avanti nelle promozioni.


In una prospettiva subdolamente ricattatoria si aiutano le super manager in carriera con il taiulleur di Armani, accessori Prada e rigorosamente olezzanti di Dolce e Gabbana, ad evitare il pericolo di una maternità che possa frenare la loro inarrestabile ascesa sociale. 
In realtà, già prima dell’allettante alternativa, sono le stesse rampanti yuppies che optano per una rinuncia all’esperienza e all’avventura più bella che possa capitare ad una donna; un figlio crea problemi di tipo logistico ed economico, impone di adattarsi ad una condizione nuova, cambia il loro rapporto con il mondo, mettendo in pericolo la loro carriera. Queste donne si danno anima e corpo al business , e i loro datori lo sanno bene, chiuse giornate intere negli spazi angusti di un ufficio, si portano dietro i loro griffatissimi abiti per passare dal computer direttamente ad una cena di lavoro. Tempo per la vita privata inesistente, ritagliarsi spazi per emozioni e sentimenti neanche a parlarne, ogni minuto della loro esistenza è speso per ottenere il successo. La maternità a quel punto diventa un momento di arresto, impensabile da realizzare; allora l’azienda, a cui si regala tutto il proprio tempo, fa un regalo che riguarda il tempo futuro. Congeliamo gli ovuli, non ti voglio privare della maternità, adesso devi solo produrre, poi si vedrà! 
Negli anni sessanta Adriano Olivetti prefigurava , nelle sue aziende situate nei posti più belli della penisola, un ventaglio di benefit per le lavoratrici donne ; dagli asili nido costruiti all’interno degli stessi opifici alla mensa con cibi da gourmet, con bonus per la nascita dei figli e orario flessibile per le donne neomamme. 
I giganti della Silicon Valley potrebbero incentivare le donne a mettere al mondo dei figli non imponendo la conservazione degli ovuli, ma dando loro la possibilità di procreare nell’età fertile naturale, con una serie aggiuntiva di garanzie che tutelino la maternità.
Lo scenario futuro demoralizza: sessantenni e oltre, persone che si avviano alla pensione, quando la natura impone il riposo, la riflessione e una vita scandita da ritmi più lenti, come è giusto e naturale che sia, impegnati a preparare pappine, cambiare pannolini, trascorrere notti insonni con neonati con le colichette gassose. Tutto terribilmente innaturale!!!
Madre Teresa di Calcutta: “ La potenza speciale delle donne è evidente quando esse diventano madri. La maternità è un dono che Dio fa alle donne. E tuttavia noi questo dono lo possiamo distruggere…attraverso il pensiero che ci sono delle cose più importanti dell’amore: la carriera, ad esempio. Nessun lavoro , nessun programma di carriera, nessun possesso materiale, nessuna idea di “libertà” può sostituire l’amore di una mamma verso il proprio figlio”.

Tra scuola e fantasia, tra giovani e ricordi, tra innovazione e tradizione, tra torto e ragione, il cammino e le riflessioni di una donna sempiternamente alla ricerca della verità.